La frase più cercata su Google Usa del momento (tradotta): cos’è un impeachment? Ovvio: le occasioni che si stavano offrendo per avviare un indagine di impeachment contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump erano molte. Prima o poi una doveva andare in porto. Si credeva che il procedimento avrebbe preso il via dallo scandalo Stormy Daniels. Si credeva che sarebbe partito dal Russiagate. Ne hanno provate molte e alla fine la presidente della House of Representatives Nancy Pelosi ha annunciato che l’indagine formale per avviare l’eventuale (per qualcuno sospirato) impeachment parte per una vicenda collaterale al Russiagate, una telefonata del 25 luglio scorso con cui il presidente avrebbe fatto pressione sul presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, per cercare scheletri nell’armadio di Hunter Biden, il figlio del rivale candidato alle presidenziali Joe Biden. Biden jr in Ucraina ha degli interessi economici. Trump ha cercato di sapere se è vero che Joe Biden avrebbe chiesto il licenziamento di un procuratore ucraino che indagava su suo figlio.


Per farlo, sarebbe ricorso a una sorta di ricatto, o come lo hanno chiamato i Democrats, di estorsione: la sospensione degli aiuti al paese dell’ex Unione Sovietica. Per la Costituzione, questa sarebbe una violazione dell'articolo II, Sezione 4 secondo cui il presidente, il vicepresidente e altri funzionari federali possono essere rimossi dall'incarico se condannati per tradimento, corruzione e altri crimini e delitti. Quella che riguarderebbe Trump è l’ultima voce (un po’ fumosa) che, come spiega su Usa Today Joshua Matz, uno degli autori del libro To End a Presidency: The Power of Impeachment, comprende l’abuso di potere o una corruzione dell'ufficio a beneficio privato. Trump obietta che le informazioni che richiedeva avevano lo scopo di combattere la corruzione. Secondo l’accusa, gli servivano invece per azzoppare l’avversario in vista della campagna elettorale.


Se può sembrare un po’ ingenuo che gli americani stessi, oggi, chiedano a Google cos’è un'indagine di impeachment, non c’è niente di strano se a volerne sapere di più siamo noi italiani. La spiegazione semplice, che ne dà il Washington Post, è che una richiesta di indagine prende vita quando il Congresso ritiene che il presidente non sia più idoneo a servire e dovrebbe essere rimosso dalla sua carica. Come spiega Usa Today, l'impeachment è un processo lungo e complicato, e ovviamente, la richiesta dell’indagine non interferisce con l’operato del presidente fino a quando non viene avviato il procedimento vero e proprio. Si può paragonare alle indagini preliminari di un’inchiesta giudiziaria normale. Ma cosa succede ora?

Il comitato giudiziario della Camera deciderò se tenere audizioni con testimoni e visionare i documenti (gli Articles of Impeachment), per valutare le accuse. Poi la commissione voterà per approvare o respingere la documentazione: per determinare l’esito è sufficiente il voto a maggioranza semplice, ossia la metà più uno. Se venisse approvata, le accuse formali passerebbero alle due parti che compongono il Congresso. Prima alla House of Representatives che voterà per decidere se, in base alla vicenda, sono decaduti i requisiti perché Donald Trump rimanga il presidente degli Stati Uniti. N.b.: nella House, la maggioranza è detenuta dai democratici. Dopo di che, se l’impeachment viene approvato, il voto passa al Senato, dove la maggioranza, al momento è in mano ai Repubblicani. Se fra gli stessi membri del partito di Trump dovessero essercene una 20ina che non lo amano alla follia (e a volte il partito si è dissociato da alcuni suoi atteggiamenti “sopra le righe”), si va a processo. Ci vorranno settimane, forse mesi, e non è detto che tutto questo si concluda prima del 3 novembre 2020, data fissata per chiamare gli americani alle urne, per la scadenza normale del mandato presidenziale. Di certo, se le accuse dovessero essere confermate, anche se con lentezza, Donald Trump non potrebbe più ricandidarsi.

Quali presidenti Usa sono stati sottoposti all’impeachment? In realtà solo due, e il procedimento non ha mai avuto esito positivo. Un terzo, Richard Nixon diede le dimissioni prima che l’indagine sullo scandalo Watergate arrivasse alle Camere. Il primo nella storia americana è stato Andrew Johnson, nel 1868. L’accusa gli contestava la rimozione dal suo incarico di Edwin M. Stanton, il Segretario alla Guerra (incarico che non esiste più dal 1947) per cercare di sostituirlo con il maggiore generale Lorenzo Thomas. Secondo l’accusa, Johnson aveva violato una legge oggi abrogata, il Tenure of Office Act che per limitare i poteri di un presidente gli imponeva l’approvazione del Senato per sostituire alte cariche dello Stato. Si arrivò al processo, a cui fu consentito di assistere anche la gente comune, con il rilascio di mille biglietti d’ingresso per udienza, ma le cose andarono per le lunghe perché si contestò l’imparzialità di uno dei senatori, per cui era impossibile votare. Poi arrivarono le accuse di tentata corruzione per convincere i senatori indecisi a votare per la condanna. Alla fine, Johnson venne assolto.

Il secondo presidente a essere stato sottoposto a impeachment è Bill Clinton, nel 1998, per spergiuro e ostruzione alle indagini. Tutto partì dall’accusa di molestie sessuali della giornalista Paula Jones, e poi dalla ben nota vicenda della stagista Monica Lewinsky. Clinton giurò pubblicamente di non aver mai avuto rapporti sessuali con Lewinsky, ma le macchie del suo stesso seme sul famigerato vestito della ragazza (accuratamente conservato senza passare per la tintoria) avrebbero dovuto smentirlo. La sentenza finale, invece, diede ragione al presidente reputando che tutto ciò che i due facevano nella stanza ovale, compreso il sesso orale, non è tecnicamente da considerare un rapporto completo e che – detto in soldoni – i suoi giochini erotici con un'altra donna non erano affare di Stato, ma caso mai un problema di sua moglie. Che è quella Hillary Clinton che poi, nel 2016, ha sfidato Donald Trump. Cavilli e forzature? L’indignazione generale fu tanta: Bill Clinton poteva non aver tradito il paese, ma violando le promesse matrimoniali, non sembrava più così affidabile. Al tempo, nel 1998, il buon Vittorio Zucconi dalle pagine di Repubblica lo definì “un uomo che ha dimostrato con i suoi atti privati di non rispettare il massimo magistero pubblico che il Paese gli aveva affidato”. Col senno di poi, il bizzarro dipinto in cui l’ex presidente è vestito da donna, trovato in bella mostra nella casa di Jeffrey Epstein, sembra avere il suo perché. Ma in base alle due esperienze precedenti, quante probabilità ci sono che Donald Trump passi alla storia come il primo presidente degli Usa rimosso dal suo incarico? Poche, tenetelo a mente.