I libri di storia hanno conservato la memoria del coraggio di condottieri, eroi e gladiatori. Poche donne, però, vengono ricordate per la stessa qualità, per non aver mai tremato di paura. Non è ben chiaro perché la storia di Santa Lucia sia stata dimenticata (o forse nascosta) in passato, ma uno dei motivi più probabili è che la sua temerarietà fosse considerata “eccessiva” per una figura femminile in tempi in cui una donna doveva essere remissiva e accettare il suo destino. Siccome non coincideva con questo cliché, è sembrato lecito metterla un po' in ombra per non destabilizzare gli equilibri sociali? Probabile. Ma a questo punto bisogna raccontare cosa ha fatto di tanto speciale questa santa, che nei paesi del nord Europa si celebra al pari di Babbo Natale o della Befana qui da noi (ed è buffo pensare a una siracusana venerata a Olso).

Cominciamo con fugare ogni dubbio: la ragazza che sarebbe diventata Santa Lucia è esistita realmente. Della sua esistenza si sono trovate le tracce nel 1894, nella catacomba di San Giovanni a Siracusa, in uno scritto in cui viene ricordata da un suo devoto siracusano all’inizio del V secolo. Lucia era nata a Siracusa intorno al 283 dopo Cristo e ha sempre vissuto lì. Tempi durissimi: la persecuzione ordinata da Diocleziano faceva strage di cristiani. Anche lei era rimasta affascinata da questa nuova religione che si diffondeva sempre di più nel Mediterraneo in gran segreto, e ne era diventata una seguace. Aveva giurato fedeltà a Gesù Cristo e nessuno riusciva a farle cambiare idea. Sua madre Eutichia, vedova e malata da tempo di misteriose emorragie che la debilitavano, era preoccupata per lei e aveva cercato di accasarla con un ragazzo pagano. Ma lei non ne aveva voluto sapere. Cristo sarebbe stato il suo solo compagno, aveva detto alla madre.

Si recò quindi in pellegrinaggio a pregare sulla tomba di Sant’Agata più volte in cerca di ispirazione e la santa le apparve in sogno suggerendole di convincere anche la madre ad abbracciare la fede e a donare i suoi beni ai poveri, cosa di cui avrebbe giovato definitivamente la sua salute precaria. Cosa accadde a quel punto non si sa bene, esistono varie versioni della storia. Pare che la madre guarì davvero e non chiese più alla figlia di sposarsi, oppure, morì e Lucia rimase sola, libera di fare ciò che voleva, ma indifesa. Chi non la prese molto bene però fu il pretendente rifiutato. Il tizio pensò bene di vendicarsi denunciandola come cristiana al governatore Paschasius.

Pare che Lucia, durante il processo, abbia tenuto testa fieramente all’arconte, il capo dei magistrati, profetizzò la fine di Diocleziano e una brutta punizione per Paschasius. Il tribunale la condannò a essere rinchiusa in un bordello, ma quando le guardie provarono a prelevarla per trascinarla via era diventata più pesante del piombo. Inamovibile. Provarono a tirarla via legata e tirata da buoi, ma nulla. Non riuscirono a scalzarla da lì e quando, per spaventarla, le formarono una pira intorno e le diedero fuoco, ne uscì più illesa di Daenerys Targaryen. Non sapendo più cosa farne, e per non perdere la faccia, il governatore commutò la condanna al bordello in una condanna a morte. La ragazza venne così fatta inginocchiare e decapitata, o forse pugnalata alla gola (troppo tempo è passato, per una cronaca fedele). In seguito, si è diffusa la leggenda secondo cui a Lucia sarebbero stati cavati gli occhi. Qualcuno dice che Paschasius abbia voluto sfigurare il corpo per vendicarsi della brutta profezia contro di lui, altri che volesse scoraggiare un fervente ammiratore della ragazza dall’adorazione della sua salma. Fatto sta che al momento della tumulazione gli occhi erano al loro posto, qualcuno dice miracolosamente. Questo episodio è stato probabilmente aggiunto alla sua biografia in seguito, ma ha fatto sì che Lucia diventasse la protettrice della vista.

Ovviamente, che si abbia fede o no, quello che ci serve della memoria di questa 20enne testarda, morta perché non si è voluta piegare né a un matrimonio indesiderato, né a rinunciare a ciò in cui credeva, è il simbolico. Santa Lucia è l’eroina della tenacia e della determinazione, a quei tempi, per una donna, addirittura dell'autodeterminazione. L’impossibilità di smuoverla dal tribunale è la metafora della sua meravigliosa testardaggine e se veramente la citazione “Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente” è davvero sua, c’è da farne tesoro. Ma soprattutto, dal Settecento, ogni 13 dicembre in Svezia una ragazzina vestita di bianco sfila per le vie della città seguita da un corteo illuminato dalle candele. Nelle famiglie le bambine, mascherate anche loro da Santa Lucia, portano una corona di stelle e servono ai genitori la colazione a letto con i tradizionali biscotti allo zenzero e le brioche allo zafferano, una tradizione che si è diffusa definitivamente dal 1927, quando una rivista lanciò un concorso per premiare la Santa Lucia più bella. In alcuni paesi è anche tradizione che i bambini le lascino delle leccornie in cucina la notte della vigilia, per ringraziala dei doni che porterà (e lo faceva già prima di Babbo Natale). Chissà cosa avrebbe pensata Lucia, una ragazzina nata nella profonda Sicilia della Magna Grecia, sapendo che sarebbe entrata nel folclore di un paese di cui, probabilmente non sapeva nemmeno l’esistenza.