L'ultima stagione di Sex And The City, capitolo ancora aperto. I tre finali (con la scelta di quello più lieto, comodo e romantico), le discussioni fuori e dentro il set, l'evoluzione dei personaggi, le coppie definitive. Eppure c'è ancora qualcosa che non abbiamo capito di Sex And The City 6, qualcosa che ci sfugge a 16 anni di distanza dal gran finale e dalla rivelazione del nome di Mr Big. Ed è il personaggio di Carrie Bradshaw, la protagonista numero uno. Proprio lei. Sarah Jessica Parker nel prototipo (iperbolico) della giornalista freelance dall'armadio fashion, con il peculiare talento nel collezionare casi umani in campo sentimentale. L'eroina della quale non abbiamo capito davvero lo spirito trainante lungo tutti gli ultimi episodi, a quanto pare. Lo sostiene la columnist di The Cut Carey O'Donnell, che nella lentezza da lockdown è ricaduta nel rewatch compulsivo della temutissima ultima stagione di Sex And The City, ribaltando molte delle sue convinzioni sulla protagonista. Cambiare idea è possibile, specialmente prima di And Just Like That, il reboot di Sex and The City che tornerà su Carrie e su altre due delle protagoniste, Cynthia Nixon-Miranda Hobbes e Kristin Davis-Charlotte York.

Il carattere di Carrie Bradshaw è un esempio perfetto di polarizzazione: culto e adorazione finché non è finita la serie, analisi capillare e critica per mostrarne le incoerenze e gli egoismi nel corso degli ultimi 15 anni. In un profluvio di evidenze, a partire da Elle USA con Carrie Bradshaw is full of shit ("Vivere come CB era un obiettivo tremendo, perché Carrie è un'idiota. Carrie è una cogliona. E - questa è la cosa che fa più male - Carrie Bradshaw è una finta femminista che mantiene il patriarcato una battuta alla volta") e a seguire Carrie Bradshaw è il personaggio con più difetti della tv? su Flair, 35 motivi per cui Carrie Bradshaw è una stronza su Stylecaster per citare qualche titolo, vengono mostrati gli infiniti problemi della reginetta di SATC. Reali e onestamente inconfutabili: Carrie è irresponsabile, scarica tutto sugli altri, concentrata solo su se stessa e la sua rubrica, espressione massima del privilegio della donna bianca. Non fa altro che lamentarsi degli uomini, in una relazione stabile o se li conosce appena. Ma parliamoci chiaramente: chi non ha mai ceduto all'irrefrenabile sbocco della lamentela sineddoche, gratuita, liberatoria, sul proprio partner? E soprattutto, chi può biasimare Carrie Bradshaw nell'ultima stagione di Sex And The City?

Il fil rouge della rivalutazione della protagonista principale sono le due relazioni amorose della sesta stagione. Protagonisti, due problematici caratura diamante come Berger e Petrovsky, prodigi di difetti ingiustificabili da chiunque abbia compiuto 30 anni, veri campioni nel minare le certezze di Carrie con comportamenti al limite dell'abuso psicologico. Non accettano la sua indipendenza e il suo successo di fronte a flop professionali (Berger) e rischi calcolati (Petrovsky), devono soverchiarla in ogni caso, ristabilire l'ordine io Tarzan, tu Jane dove la donna è necessariamente subalterna, trampolino di lancio dell'uomo. Carrie, perché è Carrie, si accorge dei problemi e cerca di modificare ragionevolmente - da adulta, pensa un po' - ciò che destabilizza la parità nella relazione. Ci prova. In due situazioni così complicate, il suo egoismo viene letto da un'altra prospettiva, è un'àncora di salvezza che la mantiene saldamente fedele al principio cardine della sua vita: le sue amiche. Mentre tutto diventa difficile e la geografia distanzia i rapporti personali, Carrie conta ciecamente sull'amicizia. Nell'incertezza delle comunicazioni il suo stato di necessità diventa palese, e le tre newyorkesi scendono a patti con l'eterno ami-nemico Big per riportarla a casa. Ma in fondo, Carrie si è già salvata da sola, scegliendo di andarsene da Parigi e da Petrovsky. Secondo la columnist di The Cut, sono la testardaggine e l'arrancante epifania del personaggio di Carrie a far apprezzare le evoluzioni delle altre protagoniste: il cancro al seno di Samantha e la sua relazione matura con Smith Jerrod, la decisione di Miranda di andare a vivere a Brooklyn per prendersi cura della madre di Steve, la presa di coscienza di Charlotte sull'infertilità come un fatto che non le impedisce di essere felice con Henry. Senza il volo da Icaro involato di Carrie, non avremmo compreso davvero l'ultima stagione di Sex And The City. Ricredersi, ancora una volta, è il motivo per rivederla. Prima che And Just Like That cambi di nuovo le percezioni.