Nei film di James Bond c'era M, la capa del secret service britannico, interpretata da Judi Dench. Nella realtà italiana è Elisabetta Belloni la prima donna a capo dei servizi segreti italiani, una nomina storica per il Dipartimento delle informazioni della sicurezza, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e approvata dal COPASIR, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che controlla le attività dei servizi segreti. Ma Elisabetta Belloni non è nuova al pionerismo delle cariche: nel 2016 è stata anche la prima donna a ricoprire il ruolo di Segretaria generale per il Ministero degli Affari Esteri. A qualcuno il suo nome non suonerà inedito, nel momento della formazione del governo Draghi Belloni emerse come papabile ministra degli Esteri, ma la riconferma di Luigi Di Maio le fece mancare il dicastero. Infine i Servizi segreti, che registrano così la prima direttrice generale donna della loro storia. Nel suo nuovo incarico Elisabetta Belloni sostituirà Gennaro Vecchione.

Nata a Roma nel 1958, laureata in scienze politiche alla LUISS Guido Carli nel 1982 con una tesi in tecnica del negoziato internazionale, quattro lingue parlate (inglese, francese, tedesco e spagnolo), il curriculum di Elisabetta Belloni segna il primato numero uno già a scuola: prima studente donna (con un'altra ragazza) ammessa all’Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti, fino a quel momento scuola esclusivamente maschile. La carriera diplomatica inizia nel 1985 con i primi passi da volontaria diplomatica, poi lavora nelle ambasciate italiane a Vienna e Bratislava ricoprendo molteplici incarichi. Dopo il rientro definitivo in Italia è una presenza permanente nel Ministero degli Affari Esteri, occupandosi di diverse branche del dicastero: dal 2004 per quattro anni è a capo dell’Unità di crisi del ministero degli Affari esteri, distinguendosi nella gestione del rimpatrio dei connazionali dopo lo tsunami nel Sudest asiatico e i casi di sequestro di Giuliana Sgrena in Iraq e Clementina Cantoni e Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan. Il suo senso delle istituzioni è spiccato, al contrario la sua appartenenza politica non viene mai rivelata. È una donna delle istituzioni e la sua discrezione è leggendaria. In una delle interviste un filo più intime, nel 2010 all'agenzia Nove colonne, Elisabetta Belloni aveva espresso la sua visione sulla parità di genere in Italia e sullo strumento delle quote rosa: "Di fronte all’arretratezza italiana nelle statistiche internazionali riguardanti la parità di genere, forse è opportuno introdurre qualche correttivo" aveva commentato la neo direttrice dei servizi segreti. A livello personale lei aveva avuto esperienze diverse: "Ho dovuto dimostrare che potevo farcela e ho dovuto impegnarmi forse un po' più dei miei colleghi. D’altra parte non viviamo in una società che consente alla donna di fare carriera senza dover rinunciare a un po’ della sua femminilità, al suo modo di essere, alla sua famiglia, alle sue esigenze". Una rarissima rottura della privacy venne, istituzionalmente, nel febbraio 2017, quando il Ministero degli Affari Esteri si unì in una nota ufficiale al cordoglio per la morte del marito di Elisabetta Belloni Giorgio Giacomelli, ex ambasciatore in Somalia e Siria e per 30 anni a servizio dello Stato.

La carriera prosegue con ruoli sempre più operativi: 2008 al 2013 Elisabetta Belloni è direttrice generale della cooperazione allo sviluppo del dicastero, dietro i siti di segnalazione della geolocalizzazione dei turisti italiani all'estero e informazione aggiornata sui paesi del mondo, servizi impeccabili e utilissimi per chiunque debba viaggiare, c'è un'idea sua. Successivamente, da direttrice generale per le risorse e l’innovazione, si batte perché non vengano tagliati i fondi per la cooperazione internazionale, promuove (anche con la linea dura) la trasparenza nei criteri di approvazione dei progetti delle ONG, e denuncia diverse truffe a danno del dicastero da parte di alcuni consulenti esterni che mentivano sulla residenza. Nel 2014, arriva la nomina ad ambasciatrice: poche donne in Italia ci sono riuscite. Due anni dopo, Elisabetta Belloni segna un altro record pionieristico, è la prima segretaria generale della Farnesina (all'epoca ministro era Paolo Gentiloni). E oggi aggiorna il cv con un nuovo primato davvero miliare. Chi la conosce la descrive come forte, determinata, inflessibile anche col più cordiale dei sorrisi, un profilo perennemente bassissimo. E qualche rimpianto, come confessò con delicatezza: "Capita anche a me di pensare che sono più le cose che non ho fatto di quelle che ho fatto. Ho iniziato a lavorare molto giovane. Rimpiango il poco tempo che ho dedicato a me stessa e a mio marito. Le amicizie trascurate. Gli sport abbandonati troppo presto – dallo sci al nuoto al pattinaggio – per averne in cambio disastrosi mal di schiena. Ma si sa: nella vita non si può avere tutto". Ma i record da battere, quelli sì.