Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma ci sono figli che delle colpe dei padri riescono a trarne addirittura dei vantaggi. Di questa arte, già praticata da figli e nipoti di altri politici controversi in tutto il mondo, l'ultima maestra è Keiko Fujimori, la 46enne peruviana leader del partito Forza Popolare, in netto vantaggio alle elezioni politiche 2021. Un breve riassunto biografico della vita di padre di Keiko Fujimori, l'ex dittatore Alberto Fujimori, è necessario per comprendere meglio anche la sua complicata ascesa. Alberto Fujimori, di chiare origini giapponesi nonostante fosse soprannominato "el Chino", il cinese, per il trito equivoco che in quattro continenti porta a porre la stessa etichetta su tutti quelli nati nel quinto (l'Asia) era salito al potere nel 1990 regolarmente eletto (il suo avversario era lo scrittore Mario Vargas Llosa), per poi assumere pieni poteri due anni dopo. Sono passati 10 anni di governo autoritario prima che il dittatore Fujimori cadesse nel 2000 insieme al suo governo travolto dagli scandali. Accusato di concussione, ripetute violazioni dei diritti umani, di aver commissionato omicidi e rapimenti degli oppositori e di aver fatto praticare la tortura e le sterilizzazioni forzate sui prigionieri durante la guerra civile, è stato condannato a 25 anni di carcere. Fuggito in autoesilio in Giappone, è stato estradato durante una visita in Cile e poi graziato, e poi ricondannato. Attualmente alterna soggiorni in carcere e in ospedale.

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Keiko Fujimori, che il dittatore peruviano degli anni 90 ha avuto con la moglie Susana Higuchi (anche lei di origini giapponesi) aveva 15 anni quando il padre ha vinto le elezioni. Tre anni dopo, i genitori l'hanno spedita a studiare Business Administration negli Stati Uniti. Mentre lei era al college, sua madre Susana diventava la prima accusatrice del marito, e per questo il dittatore la spogliava del titolo di First Lady del Perù e lo passava alla figlia 19enne, tornata in fretta dagli Usa nel '94. Keiko si ritrovò sulle spalle il carico di impegni istituzionali che spettava alla madre, soprattutto nelle opere di charity, e riuscì a riprendere e portare a termine gli studi solo nel 1997, alla Boston University, mentre i genitori divorziavano. Molti anni dopo, Susana Higuchi racconterà di essere stata torturata e condannata a morte, ma che l'incaricato all'esecuzione non se l'è sentito di eseguire la sentenza sull'ex First Lady. ll distacco totale dal destino della madre, che si è rifiutata di difendere, è da allora una delle questioni su Keiko Fujimori che più lascia perplessa quella metà esatta del Perù che non vive nel culto del fujimorismo. Ma a renderla una figura controversa ci sono anche tanti altri piccoli episodi, tra cui la bizzarra proposta in passato di dipingere di rosa le stanze della sede del governo, i balli con il controverso presidente venezuelano Hugo Chavez, la sparizione di abiti donati raccolti per beneficenza che ha fatto finire non si sa dove.

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Non ancora intenzionata a entrare in politica, Keiko Fujimori è tornata a vivere negli Stati Uniti nel 2002. A New York ha incontrato l'imprenditore Mark Vito Villanella che ha sposato nel 2004 in una cerimonia nel distretto di Miraflores di Lima, affollata di ex funzionari del padre. Dopo le nozze, Villanella ha rinunciato alla cittadinanza Usa per prendere quella peruviana. Intanto Albert Fujimori, intenzionato a ricandidarsi per le elezioni del 2006, veniva di nuovo arrestato e i suoi collaboratori proponevano di sostituirlo con l'unica figura che avrebbe potuto trainarne gli elettori: sua figlia. Eletta al Congresso Nazionale, carica che ricoprirà fino al 2011, nel 2010 lady Fujimori aveva già fondato il suo partito Forza Popolare, confermando ufficialmente l'esistenza della dottrina politica fujimorista. Nel frattempo ha fatto pace con sua madre che, forse per amore materno, partecipa anche alle campagne elettorali della figlia. Da allora Fujimori jr ha iniziato la scalata alle presidenziali candidatura dopo candidatura. Il suo programma sostiene la pena di morte per i crimini gravi, il contrasto alla disoccupazione e alla povertà, il risanamento al bilancio pubblico, la lotta alla criminalità e alla corruzione, un sistema scolastico meritocratico per gli insegnanti. I commentatori internazionali l'hanno però associata al populismo perché, come è tipico di questa dottrina, non svela mai le sue soluzioni ai problemi su cui punta il dito. Inoltre è stata anche accusata, durante la corsa per il Congresso nel 2006, di aver accettato donazioni da trafficanti di droga (che lei ha definito "vittime di una persecuzione giudiziaria"). Il tutto condito con citazioni continue dei governi del padre, che lady Fujimori ritiene responsabile della sconfitta del terrorismo e della stabilità economica e vittima di scandali commessi dai collaboratori, pur riconoscendone qualche "eccesso". Durante queste ultime elezioni, lei e il marito sono stati colpiti dall'accusa di riciclaggio di denaro, falsa dichiarazione in procedimenti amministrativi, intralcio alla giustizia e organizzazione criminale, e su di loro pende una sentenza fra i 22 e i 30 anni di prigione. Ma l'elezione può arrivare in loro salvataggio, forse. Lo spoglio delle schede elettorali in Perù è una faccenda lunga, soprattutto nelle zone rurali, ma al momento di scrivere, la candidata giappo-peruviana è in testa contro l'avversario, il socialista Pedro Castillo. Per sapere come andranno le cose, è questione di poca attesa.