La bellezza è potere, Helena Rubeinstein, 1903.
La bellezza è potere! Si fa presto a scoprirlo da soli ma Helena Rubinstein l'ha resa un grande impero che porta il suo nome, edificato sull'emancipazione della donna. Allo spirito ribelle della piccola Chaja, nata nel quartiere ebraico della Cracovia di fine secolo, basta rifiutare di sposarsi per essere mandata in Australia, ma la sua avventura votata alla bellezza è appena iniziata. Il temperamento volitivo non si limita a spingere la pioniera dei cosmetici da Melbourne a Londra, Parigi, New York e Tel Aviv. Trasforma in pochi anni la ricetta di famiglia di una crema per il viso, in un viaggio imprenditoriale senza precedenti con la cultura della bellezza, tessuto dal legame tra arte e cosmetici. Chiamatela pure arte della cosmesi per vivere ogni sfumatura della bellezza, con la complicità di maschere per la pelle, linee di make up per lo spirito e saloni di bellezza per tutto. A partire da quello parigino al numero 126 di rue Saint Honoré. Un uomo dal prodigioso talento espressivo come Jean Cocteau, l'ha soprannominata "L'imperatrice della bellezza", ma una mostra a Parigi sembra perfetta per ricordare a tutti perché. Helena Rubeinstein, l'Aventure de la Beauté, al Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme di Parigi (fino al 25 agosto 2019).
Amo il duro lavoro, rimuove le rughe dall'anima e dallo spirito. Audace nel cogliere i bisogni di un nuovo secolo e sovvertire regole, Chaja che cambia il nome nel più elegante Helena Rubeinstein, mette la scienza e l'arte al servizio della bellezza e dell'emancipazione femminile. Seguita da quella degli uomini e della beauty therapy per i malati. La ricerca scientifica le consente di realizzare creme per proteggere la pelle dai segni del tempo e i capricci del destino. Ciprie colorate per opacizzare e make-up per esaltare, creme agli ormoni ed elettrostimolazione. Maschere antiche ispirano quelle moderne.
È a lei che star del cinema muto come Theda Bara devono il loro sguardo magnetico. Piccole e grandi rivoluzioni cosmetiche, come il mascara waterproof e la sua innovativa presentazione con un balletto acquatico a New York (dove diventa degna rivale di Elizabeth Arden). Con la complicità delle strategie pubblicitarie del marito Edward Titus, sposato per amore, l'eccellenza della Rubinstein cresce insieme alla raffinata arte del marketing.
La passione della donna all'avanguardia per l'arte contemporanea di Picasso o Dalì, non nutre solo la sua ricca collezione di opere e ritratti. Designer come Christian Dior, Yves Saint Laurent, Paul Poiret o Coco Chanel non vestono solo una delle donne più indipendenti e ricche del mondo. Tutto serve a nutrire il suo universo votato alla bellezza che emancipa da limiti, pregiudizi, tabù e grandi paure. I laboratori che sperimentano le soluzioni più innovative, i corsi che insegnano come prendersi cura di se, i saloni che lasciano incontrare la cosmesi con l'arte e la moda. Nel 1953 anche la fondazione che educa le giovani donne delle classi meno agiate, perché in tutta la sua vita Helena Rubinstein ha coltivato il progetto di dare a tutte la possibilità di emanciparsi. Una missione ambiziosa portata avanti dal brand che ha il suo nome e il vasto impero ceduto nel 1988 a L'Oréal.