Annamaria Pacchioni, 33 anni, è un'insegnante di Lettere della provincia di Modena. Dopo il sisma del 2012 che ha colpito la sua terra, ha vissuto con la sua famiglia in una tenda, poi in una roulotte e in un modulo abitativo per cinque anni. Nel 2017 ha riaperto le porte del Bed & Breakfast Villa Pacchioni, un luogo speciale nato dalle forze della madre Monica e immerso nella campagna emiliana. Due anni fa ha pubblicato Minoreditre, un piccolo libro illustrato dedicato al padre. Crede nella gentilezza e nelle seconde possibilità.

Qual è il tuo momento di bellezza?
A essere sinceri, non ho un vero e proprio momento di bellezza. O almeno, non in senso canonico. Per me bellezza è un giro in bicicletta, un piatto di tortelli di zucca, il tempo da dedicare a sé leggendo un bel libro, un fiore regalato senza un vero motivo. Un messaggio inaspettato o vedere un rullino sviluppato. Tornare a casa contenta per il lavoro, prendermi cura di chi amo. Bellezza è trovare la poesia nelle piccole cose.

Un avvenimento che ti ha reso più “bella”?
Forse ce ne sono stati diversi. Sicuramente gli eventi più importanti della mia vita: la perdita di mio padre, la nascita dei miei fratelli, il terremoto e la ripartenza della mia famiglia. Sì, proprio così. Questi eventi mi (e ci) hanno obbligato a rinascere molte volte, a ripartire da zero e a non dare mai nulla per scontato. Spero siano serviti a rendermi migliore. E poi sarà banale ma incontrare l’amore mi ha reso più “bella”. Tutto questo non senza aver prima imparato a volermi bene.

Cosa condividerai per #sharingbeauty?
Una foto che ho realizzato e che mi ritrae assieme a mia madre e alle mie sorelle di spalle, con i nostri capelli lunghi. Pur essendo molto diverse, i capelli ci accomunano; siamo cresciute con un’idea di bellezza semplice e naturale. La campagna che si vede nello sfondo è quella che circonda casa, il nostro punto fermo, e la foto è stata scattata da nostro fratello Carlo Alberto. Sono la prima di quattro figli; quando papà è venuto a mancare dopo quindici giorni è nata Claudia, la più piccola. Penso che a unirci sia la capacità di trasformare le difficoltà in opportunità. Ho tagliato i capelli cortissimi solo una volta, quando mia sorella Carolina ha rischiato di perdere la vita in un incidente. Per me è stato un gesto radicale perché significava denudarmi. Ho sempre creduto che cambiare fosse difficile; ora penso lo sia di più mantenere una propria linea, un tratto riconoscibile e distintivo che ti accompagni nella vita.

Cosa ti piacerebbe che gli altri condividessero?
La normalità, senza i filtri a cui ci siamo tanto abituati, assuefatti, adeguati. Vorrei ci si mostrasse per quello che si è, ci si liberasse dall’ansia di piacere e fare vedere solo il lato migliore. Mi piacerebbe che a fare tendenza fosse l’imperfezione che accomuna ciascuno di noi e che ci rende fallibili, umani. Tutti siamo alla costante ricerca della bellezza ma credo se ne possano ridefinire i canoni affinché sia sempre più inclusiva.