«Il sesso senza impegno era diventato uno spreco di tempo. Non mi importava più delle cene galanti, degli appuntamenti adrenalinici o dei fiori. Ero stufa di vivere come un’anima nel limbo. Troppo per essere solo un’amica di letto, troppo poco per essere una fidanzata con la F maiuscola. E allora? Mi sono data all’astinenza». Celeste Little, penna di Manrepeller.com, non ci va troppo per il sottile. E decide per la scelta più drastica (oppure no): si dà alla castità. «Vorrei poter dire che ho intrapreso il viaggio verso l’astinenza forzata con lo scopo di conoscere meglio il mio corpo. Ma, in realtà, l’ho fatto solo perché ero annoiata» continua la Little «non so cosa sia il sesso per le altre donne. Io lo vedo come un lavoro da freelance. Interminabili momenti di attesa seguiti da altrettanti istanti di fretta e panico».

«Per un bel po' di tempo ho adorato uscire con più uomini contemporaneamente, confidare alle mie amiche le specialità sotto le lenzuola di ognuno di loro. E, soprattutto, non dover rendere conto proprio a nessuno. Eccetto che ai miei desideri più spinti. Era tutto perfetto, facevo letteralmente quello che volevo». Ma a anche furia di divertirsi ci si stanca. Tanto fisicamente quanto mentalmente. Tirare l’alba con uno sconosciuto accanto (sopra e sotto) a te o depilarsi tutto il depilabile in fretta e furia in vista di un rendez vous improvviso, tutte (sane) abitudini dall’alto tasso emozionale ma che, però, gridano allo stress dietro l’angolo. «Credo che invecchiare non voglia dire vedere spuntare i capelli bianchi sulla tua testa, ammettere che il tuo viso si stia ricoprendo di piccole, simpaticissime, rughette oppure guardare una ventenne con gli occhi paternalistici di una donna navigata. Si invecchia nell'esatto istante in cui si inizia a preferire una bella dormita al sesso».

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L’astinenza è giusta o no? Mi domandavo imperterrita. Cioè, mi stavo facendo portatrice di una di quelle pratiche che la società patriarcale aveva - e continua tuttora - imposto alle donne. Potevo ancora definirmi femminista?». Dopo nove mesi di astinenza sessuale Celeste incontra un uomo che le fa battere il corazón sul serio. «Primo pensiero: voglio farci sesso all’istante. E anche lui sembrava per la quale. Tant’è che provò a persuadermi in mille modi diversi. Ho resistito: il sesso non fa di me una femminista, così come l’astinenza non è solo per bigotte». «Non vi dico cosa è successo quando ho fatto il mio debutto in società come “astinente”. Oltre all’incredulità - e le battutine - delle mie amiche, ho visto letteralmente volatilizzarsi tutti quei ragazzi che si professavano come “miei amici”. Puff, spariti!». Altre relazioni, invece, migliorano. Celeste dedica tempo libero - quello che avrebbe trascorso a scegliere lingerie tra le corsie dei negozi - ad amici che non vedeva da anni. Si iscrive ad un corso di yoga e, addirittura, incontra per un drink un suo ex. Parlano e basta. Per la prima volta.

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Concluso questo esperimento sociale-sessuale, la giornalista decide di intervistare una carrellata di donne astinenza-friendly. «L’ho fatto due volte. La prima sono riuscita a resistere per 9 mesi, mentre la seconda per dieci», spiega l’editor del Time Out New YorkJillian Anthony «sei davvero femminista quando scegli come, dove e quando fare sesso. Senza sentirti obbligata o ficcarti in situazioni spiacevoli e confusionarie». «Prima dell’astinenza, la mia timidezza mi spingeva a dire sempre di sì a tutti. Avevo paura di rifiutare un uomo a letto. Chissà cosa avrebbe pensato, dicevo tra me e me». Parola di Ghislaine Leon, penna di Fearlessleon.com. «Adesso mi sento più forte, sento di avere più “potere” quando ho a che fare con un uomo. In qualsiasi stanza, non solo in camera da letto». Marciamo per il femminismo, ci sgoliamo per il femminismo, ci chiediamo che cosa sia il femminismo. Ma tutto ciò ha senso in un mondo dove i termini “macho”, “misogino” e “patriarcale” fanno ancora parte del vocabolario della società moderna?. «C’è una cosa che mi ha davvero colpita: nessuna di queste donne considerava l’astinenza una sofferenza. Sceglievano di non fare più sesso per i più svariati motivi legati al loro corpo, alla loro mente, a certi giudizi. Mi hanno fatto capire che il femminismo è tutta un’altra storia dalle frasette cariche di cliché che ci ripetiamo quotidianamente. Femminismo è il mio diritto di fare le scelte che voglio, infischiandomene di qualsiasi critica».

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