È sempre colpa degli americani. E invece no, è anche colpa nostra. Noi che sapevamo di avere un gioiello tra le mani (eufemismo) e l’abbiamo buttato alle ortiche. Il noi siamo gli Europei e puntuale come le tasse ogni estate torna il tormentone del perché all’estero non ci sia il bidet. Perché viaggiamo chilometri su chilometri per cercare la pace dei sensi e poi non troviamo il piccolo, enorme, geniale, bidet inventato in Europa e in Europa lasciato andare in prescrizione (da Parigi a Oslo, bidè dove sei finito)? Mai come di questi tempi, però, l’argomento è caldo. Non solo perché per gli italiani avere la cultura del bidet è un dettaglio di nazionalismo profondo ma, soprattutto, perché il buon vecchio oggetto della toilette è diventato il nuovo desiderio degli americani che lo comprano, lo installano, lo studiano e non sempre lo usano. Sì, il 2016 è stato il boom di richieste per avere il bidè/bidet negli attici di Manhattan e dintorni come raccontava Andrew Spena di Mic.com. Ma, evidentemente, la moda del bidè ha avuto sì successo, ma non nella pratica. Gli effetti dell’onda lunga di ceramica non sono bastati perché in un annetto solo negli Stati Uniti d’America l’uso della carta igienica ha (ap)portato danni mostruosi all’ambiente: secondo il Scientific American Journal per soddisfare il fabbisogno della buona vecchia carta igienica negli States sono stati tagliati 15 milioni di alberi, circa 473.587.500.000 galloni d’acqua, 253 tonnellate di cloro e…andiamo avanti? No, torniamo indietro.

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Il fatto che, nel 2017, PlaidZebra.com parli ancora di scelta consapevole = bidet, lascia alquanto perplessi sull’uso reale del bidet che avrà certo subito un boom ma non ha centrato l’obiettivo di educare a una riduzione dello spreco. BusinessInsider.it parla di +30% di bidet venduti negli Stati Uniti negli ultimi 12 mesi ma a questo boom non corrisponde una sensibile diminuzione del consumo della carta igienica, anzi. Gli americani non hanno capito come usare il bidet? Mhhh forse sì. Secondo il Worldwatch Institute gli americani consumano una quantità di carta igienica tre volte superiore alla media europea e (ops) 100 volte superiore alla media cinese. L’invenzione di Joseph Gayetty, che nel 1857 ne decretò la commercializzazione, ha soppiantato anche la più antica forma di bidet. E allora, anche la carta igienica senza formaldeide, senza cloro, senza sensi di colpa non basta per diminuire il senso di colpa del wc. Doppio anzi.

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Domanda: come mai gli hotel intercontinentali sono intercontinentali nella colazione ma non nella toilette (e infatti quello che succede nei bagni delle camere è da brividi)? Come mai l’allarme dell’Earth Island Journal sul rapporto schiacciante di carta igienica vs bidet è stato totalmente ignorato? Noelle Robbins su EIJ.com, infatti, riassume tutto alla perfezione in un «stiamo sciacquando gli alberi nel gabinetto», e non a caso racconta la storia della nascita della carta igienica che ha convinto anche gli europei - vedi i francesi tra i primi a inventarsi il bidè in camera per fini ben più libertini dell’igiene - a imitare il Nuovo Continente dove, nel 1879 venne prodotto il primo rotolo di carta igienica così come la conosciamo oggi. A produrla, la Scott Paper Company e, dettaglio per il quale non ringraziamo la Robbins, nella prima versione della carta igienica erano ancora presenti le schegge di legno degli alberi. Come dire, un’intimità raw che abbiamo preferito a un’intimità slow… WHY?!