"Ho avuto un déjà vu". Quante volte lo hai detto nella vita? Ogni volta che hai la sensazione di esserti già trovata a vivere una situazione, o di aver già visto il luogo dove sei, senza saperne spiegare il perché, si dice di avere avuto un déjà vu. Ma di che cosa stiamo parlando precisamente? Sono ricordi di una vita precedente? C’è davvero qualcosa che ci riaffiora alla mente all’improvviso e senza una ragione particolare? Proviamo a capire qualcosa in più su questo fenomeno, cominciando dalle basi. Cosa sono i déjà vu? Chiamata anche psicologia del déjà vu, è l'esperienza del sentirsi familiari con un nuovo momento che in realtà è "inedito". Le due parole derivano dal francese, dall'espressione déjà vu la traduzione più corretta è "già visto". Il termine è stato creato dallo psicologo francese Émile Boirac all'inizio del XX secolo. In quanto tale, il déjà vu è una sensazione che si verifica occasionalmente in un lasso di tempo che va dai 10 ai 30 secondi. Sono considerati allucinazioni, o falsi ricordi e si verificano quando facciamo, diciamo o vediamo qualcosa che ci dà la sensazione di averlo visto o fatto prima, ma che, in realtà, non è mai accaduto. In psicologia, il nome ufficialmente déjà vu si riferisce al prodotto di reazione psicologica di una memoria compromessa, a causa della quale una persona crede di ricordare erroneamente degli eventi. Il déjà vu è una normale sensazione di temporanea estraneità di aver vissuto lo stesso momento nel passato, non porta nessun sintomo violento come le convulsioni (il dèjà vu con attacchi di panico non ha relazioni). Un chiaro esempio di déjà vu è quando si visita qualche posto molto tempo dopo aver visto un film che mostrava lo stesso scenario.

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Déjà vu, significato scientifico. Il déjà vu si verifica a causa di un "problema tecnico" nel cervello, un'anomalia della memoria: gli eventi che stanno accadendo sono memorizzati direttamente nella memoria a lungo o breve termine, dando così l'impressione che l'evento sia successo prima quando il processo corretto sarebbe quella di andare nella memoria immediata. Il déjà vu si verifica perché il cervello ha diversi tipi di memoria che possono confondersi in una situazione particolare. La nostra memoria si può dividere in tre categorie: la memoria immediata (che ci fa ripetere al momento un numero di telefono per digitarlo, e poi dimenticarlo). La memoria a breve termine, che dura poche ore e che è composta dagli eventi che vengono percepiti come appartenenti al presente. La memoria a lungo termine, che riguarda gli eventi che sono percepiti come appartenenti al passato ma che possono rimanere nella memoria per mesi e persino anni. Le teorie che legano il déjà vu ad esoterismo e universi paralleli, con cui dovremmo entrare in contatto in queste occasioni, non trovano dunque alcun fondamento scientifico. Esistono poi diversi tipi di déjà vu a seconda della percezione sensoriale, o più precisamente a seconda del tipo di situazione con cui è correlata l'alterazione della memoria.

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Fra i più comuni jà vu ce ne sono tre. Déjà visité, che in italiano si può tradurre come "già visitato": una reazione psicologica che fa sì che il cervello trasmetta alla persona la sensazione di essere già stata nel posto in cui si trova ora, anche se non è vero. Déjà senti, in italiano "già sentito": si tratta dell’esperienza di credere di aver già stato sentito quello che ascoltiamo. Déjà vécu, in italiano "già vissuto": sensazione di aver vissuto la stessa situazione precedentemente. Quest'ultimo è il più comune dei tre tipi di esperienza. Il déjà vu è spesso menzionato nella cultura popolare o in opere artistiche. Nel cinema, il film Matrix mostra il déjà vu come un failure del sistema virtuale in cui vive l'umanità. Déjà Vu è anche il titolo di un film interpretato da Denzel Washington, in cui il fenomeno è spiegato come segnali di allarme che provengono dal passato o segni per il futuro. Niente di tutto questo è vero, la realtà è molto più banale (e un po' ci dispiace).