La leggerezza è molto diversa dalla superficialità” debutta Antonella guardandosi allo specchio mentre con le mani si accarezza la testa nuda. Ha lo sguardo che indica lontano; acuto, indulgente: “La leggerezza arriva soltanto quando entri in sintonia con le persone. La quotidianità ti invita a correre: io ora ho il tempo di fare quello che mi fa star bene.” Antonella è una delle donne protagoniste di I'm not afraid, racconto fotografico che vi invitiamo a guardare in questo ottobre, mese per la prevenzione del tumore al seno, e riguardare attentamente nei mesi successivi.

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Leonardo Perugini
Donne che posano per il progetto I’m not afraid
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Premesse che non sfuggono dagli sguardi che troverete qui: in Italia il cancro è ancora la seconda causa, dopo le malattie cardiovascolari, nonostante negli ultimi anni le possibilità di guarigione siano in aumento: l’AIRC conferma che il 63% delle donne e il 54% degli uomini risultano vivi a cinque anni dalla diagnosi e le percentuali continuano a crescere man mano che ci si allontana. Ciascun tipo di tumore ha modi e tempi propri di manifestarsi e il processo di guarigione è ancora un percorso iper complesso. A volte i segni della malattia si riflettono particolarmente sul corpo, e si rendono visibili. I segni interiori, quelli, hanno altre forme di espressione. Spesso le terapie contro i tumori hanno effetti collaterali evidenti come caduta dei capelli e delle unghie, cicatrici, gonfiori, macchie e infiammazioni. Ritrovare la propria bellezza per una donna può essere fondamentale. Su questo principio si fonda l’Estetica Oncologica e l’APEO - l’Associazione Professionale di Estetica Oncologica - che si pone l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti formando estetiste in grado di effettuare trattamenti di bellezza e di benessere su persone che stanno affrontando le terapie oncologiche.

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“Cerchiamo di alleviare gli effetti dolorosi ed invalidanti delle terapie e di contrastare gli inestetismi che toccano anche la sfera sociale e psicologica del paziente” afferma Francesca Cecconi che oggi lavora nel Primo ambulatorio di Estetica Oncologica dell’Ospedale di Empoli, aperto nel 2019 grazie al sostegno dell’Associazione Astro. “Conoscere gli effetti che la terapia causerà al tuo corpo può prevenire molte conseguenze indesiderate. Faccio un esempio banale: la radioterapia procura secchezza cutanea e questa, a volte, può divenire talmente acuta da causare dolore durante la vestizione. Una donna che pena a vestirsi farà anche più fatica a uscire e mantenere la sua vita sociale”.

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“Se mi abbatto, questo mostro non lo sconfiggo” dichiara Carmela davanti a uno specchio, mentre Francesca, l’estetista APEO, le trucca il viso con delicatezza. “Se mi butto giù non curerei più così bene il mio corpo, non metterei lo smalto, non limerei le unghie, non darei una forma alle mie sopracciglia. E invece io sono sempre stata così ed è così che voglio continuare a essere”.

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Il fattore determinante consiste nel portare a conoscenza delle pazienti ciò che sta loro accadendo, in modo che possano porre rimedio agli effetti indesiderati delle terapie o addirittura prevenirli. Sono aspetti che frequentemente vengono considerati come secondari ma che nella realtà hanno un ruolo fondamentale per il benessere della persona. Le clienti di Francesca sono donne ordinarie che, all’improvviso, vedono la loro vita sconvolgersi e la quotidianità mutare a causa di una malattia inaspettata. Cambiano i rapporti sociali, cambia la propria immagine fisica e mentale di fronte a uno specchio. Spesso è necessario ricostruire la relazione che si ha con il mondo. Allora quella dell’Estetica Oncologica è una sfida che ha come fine: rimuovere il cancro dalla mente, aiutando i pazienti ad accettarsi, ad acconsentire all’enorme rivoluzione che il loro corpo sta subendo.

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“Ho iniziato un percorso che mi ha indebolita, spogliata, cambiata. Molte volte non mi sono riconosciuta ed accettata. Il percorso continua e sono ancora una volta diversa. Sto imparando a comprendere me stessa e l'imprevedibilità della vita. Sono certa che il mio nemico si allontanerà non perché ho combattuto, ma perché sono cambiata in pace”, sostiene Maria. Maria non vuole dirsi guerriera perché non sta affrontando alcuna guerra. Accovacciato dietro, c’è Leonardo. Fotografa i volti che mutano; che cambiano attraverso il trucco, gli accessori e la cura che queste donne pongono verso loro stesse e il desiderio di tornare a sentirsi belle e forti. Cattura le espressioni di chi ha scelto di essere leggera perché, come ha detto Antonella, la leggerezza arriva soltanto quando entri in sintonia con le persone e queste donne hanno scelto di sentirsi in sintonia con loro stesse.

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***I’m not afraid è un progetto fotografico che nasce dall’incontro tra il fotografo Leonardo Perugini e Francesca Cecconi, Estetista APEO, con l’obiettivo di raccontare come re-imparare a sentirsi belle possa essere un importante stimolo verso la guarigione per le donne durante la terapia oncologica. Carmela, Maria, Paola, Antonella, Lorella, Giada sono donne come molte altre donne, che si preparano seguendo i consigli di Francesca. Leonardo è dietro allo specchio a due vie, sotto un telo nero; fotografa le donne mentre si truccano e abbigliano. Sono consce della sua presenza ma, prese dal momento, dimenticano che dietro la loro immagine riflessa si cela Leonardo, lasciandogli catturare le espressioni più autentiche, le emozioni sincere, ed i gesti più intimi.