Quanto sappiamo dei metodi o dei dispositivi utilizzati per prevenire il concepimento? L'uomo ha a propria disposizione il profilattico, il "pillolo" e la vasectomia, poco praticata e quasi sconosciuta in Italia. Quali sono, invece, le varie possibilità, opportunità, declinazioni della contraccezione femminile? Da uno studio condotto a marzo 2021 da Doxapharma e dall'azienda farmaceutica Gedeon Richter è emerso che purtroppo c'è ancora tanta, troppa, ignoranza a riguardo, soprattutto su quali siano le opzioni ormonali. Secondo il sondaggio, che ha coinvolto 200 ginecologi e 242 donne in età fertile distribuite in modo rappresentativo per variabili socio-demografiche sul territorio nazionale, utilizzatrici di contraccettivi - il 70% ormonali e il 30% non ormonali - solo il 62% delle donne si dichiara certa che la pillola sia un metodo ormonale. Se da una parte l'80% dei ginecologi è convinto di essere un punto di riferimento per l’informazione sul tema della contraccezione, dall'altra il 30% delle donne dichiara di non riuscire a parlare liberamente di questo argomento con il proprio ginecologo, oltre il 40% di non ricevere informazioni adeguate di tutte le alternative disponibili e nel 62% di non essere soddisfatto delle proprie nozioni sul tema. In realtà oltre alla pillola la contraccezione femminile prevede anche la minipillola, il cerotto contraccettivo, l'anello vaginale, i contraccettivi iniettabili, la spirale IUD ormonale e i bastoncini ormonali impiantabili sotto pelle. Cosa sanno le donne di queste alternative? Quante sanno quali sono i metodi contraccettivi ormonali e quali non lo sono? Solo il 62% delle intervistate, come detto sopra, sa che la pillola lo è, la percentuale scende al 56% per il cerotto e al 30% per l'anello. Il 42% delle donne e il 46% degli specialisti ritengono che servano percorsi formativi a partire dalla scuola e maggiore comunicazione sui social oltre che sui media tradizionali. I temi prioritari su cui fare chiarezza? In primis la questione “ormone sì o no”, le modalità di utilizzo, gli effetti indesiderati e i benefici. Inoltre sarebbe molto utile sfatare le numerose false credenze in particolare sulla pillola. Analizzando il campione preso in esame è emersa una grossa differenza tra le donne che usano contraccettivi ormonali e quelle che adottano sistemi non ormonali. Le prime si affidano maggiormente al ginecologo (68%) per consigli e informazioni mentre per chi opta per soluzioni non ormonali la rete è la principale fonte di informazione (56%). Sul web, infatti, soprattutto per le donne under 40 reperiscono informazioni sull'utilizzo, sull'efficacia e sui possibili effetti collaterali dei diversi metodi contraccettivi. I metodi ormonali sono considerati da chi li sceglie più funzionali ed efficaci in termini di prevenzione delle gravidanze, di regolarizzazione del ciclo, del controllo dell'acne e dei dolori mestruali. Chi predilige i sistemi non ormonali invece considera gli stessi essenziali per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e più tollerabili rispetto alle alternative ormonali. Dal momento che dal sondaggio condotto da Doxapharma e Gedeon Richter risulta infine debole o nulla la conoscenza di prossime novità a venire, pur dichiarando la maggior parte delle intervistate di essere aperte al cambiamento, risulta di primaria importanza migliorare le conoscenze sulla contraccezione attraverso un percorso educativo alla sessualità e alla contraccezione che inizi fin dalla scuola, con il supporto di esperti. Ben vengano poi campagne di sensibilizzazione rivolte alla fascia di età più giovane. "Nella scelta dell’anticoncezionale la donna è interlocutore attivo nella fase in cui è motivata a scegliere per la prima volta o a rinnovare la scelta in momenti di vita successivi ed è fondamentale che il ginecologo eserciti un ruolo sempre vigile di 'educazione' e aggiornamento sulle opzioni via via disponibili", commenta Paola Parenti, Vice Presidente di Doxapharma. “Oggi sono molte le opportunità contraccettive offerte alla donna: essere protagoniste della propria femminilità significa anche tutelare fin dall’adolescenza, fertilità, riproduttività e sessualità con scelte e comportamenti responsabili”, conclude Maria Giovanna Labbate, Managing Director di Gedeon Richter Italia.