Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite. Come possiamo accettare la nostra nuova quotidianità e rimanere positivi in questo momento difficile? Scopri una selezione di articoli dedicati al tema cliccando qui.

Articolo scritto in collaborazione con la dottoressa Sonia Pedalino, psicologa e psicoterapeuta.

Hai presente quegli amori un po' psicotici che ti tengono stretta in una morsa in preda alla passione e da cui sai di doverti allontanare ogni tanto per prendere aria, anche se sotto sotto ti piacciono? In questo periodo di auto-isolamento per il Coronavirus, io mi sento così nei confronti del mio smartphone e di tutto quello che sta lì dentro: mamma e papà lontani, amici con cui fare aperitivi virtuali su HouseParty, Netflix, news con aggiornamenti minuto per minuto. Mi sono chiesta: un detox dallo smartphone ai tempi della quarantena è possibile? Il telefono e internet in questo momento mi sembrano imprescindibili e non voglio rinunciarci.

Ma c'è un'altra cosa che mi serve: il mio benessere mentale integro e in equilibrio, possibilmente fino alla fine dell'emergenza. In questo periodo in cui ogni sentimento è amplificato dalle mura domestiche (per non parlare di paure, ansie e preoccupazioni) anche l'uso dello smartphone si è intensificato: pensa che WhatsApp ha detto che, rispetto all'anno scorso, in questi giorni gli utenti stanno stra-usando la funzione videochat come mai prima, misurata in un 20% in più. Io sono di certo tra quelli che hanno alzato la media e a casa mia i giga volano via all'impazzata. Mi sono resa conto che le abitudini che avevo nella vita di "prima", piccolezze in una quotidianità ricca, erano diventate troppo ingombranti per le giornate in quarantena da riempire e ho capito che dovevo aggiustare il tiro. Lo smartphone mi seguiva in ogni stanza della casa, se per caso entravo in bagno senza mi veniva la FOMO da notifiche (e se qualcuno mi scrive? E se un follower mi lascia un DM su Instagram?) e riempivo ogni spazio vuoto della mia giornata con Internet. In più avevo salvato sul desktop la ricerca Google Coronavirus per atterrare più velocemente sulle news dedicate al Covid-19 ed ecco, lì ho capito che dovevo fermarmi.

E anche che avevo bisogno di un piccolo aiuto - quello di una psicologa in particolare - per fare esercizi di detox quotidiani e gestire meglio i social network e le news sull'emergenza senza creare una rottura drastica con lo smartphone, che sì, continua a essere il mio migliore amico senza però essere il mio unico amico. E questo è un po' il racconto di 3 giorni intensi di disintossicazione, graduale e complicata, fatta della tentazione di verificare le notizie ogni ora, di tenere il telefono in tasca anche per gli spostamenti dal bagno alla cucina, dall'esigenza di riempire ogni momento libero con internet.

Tre giorni che mi sono serviti per creare nuovi ritmi e nuove abitudini che non ho intenzione di abbandonare perché, tra tutti gli stati d'animo che ho provato durante il periodo di lockdown, quella per cui sento di potercela fare per poche ore al giorno senza telefono è decisamente la mia preferita.

Cronaca di un detox dallo smartphone ai tempi dell'isolamento

Giorno 1: allontanati dallo smartphone (ma con i tuoi ritmi)

Il giorno 1 di allontanamento dal mio telefono ho barato, lo ammetto. Come da esercizi della terapeuta ho abbandonato il telefono per mezz'ora in un angolo della casa alla fine della giornata lavorativa (per cui invece uso un PC), una cosa graduale che mi sono imposta di fare per intervalli sempre più ampi: il mio obiettivo è due ore al giorno senza smartphone entro il quinto giorno, niente di troppo drastico. Ma il primo giorno l'ho fatto mentre ero sotto la doccia e no, non vale. Mentre mi asciugavo i capelli sentivo che se avessi guardato un secondo lo schermo dello smartphone non sarebbe mica morto nessuno e quindi è stato molto difficile: l'addiction che si è accentuata in questi giorni in cui il telefono è l'unico appiglio con il mondo esterno mi faceva sentire come se mi mancasse qualcosa, tipo un pezzo di me. Ma io ero lì, nel mio bagno, tutta intera: ho stretto i denti e non so come ho resistito alla tentazione e sono rimasta in bagno a sistemarmi il ciuffo.

I consiglii della psicologa

  • (Tieni il cellulare) lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Secondo alcune ricerche scientifiche l'ansia si attiva nel momento in cui si sta svolgendo un compito “reale”, come quando si ha il telefono accanto senza poter visualizzare le notifiche. Soluzione: prova a lasciare deliberatamente fuori dalla tua portata lo smartphone quando preferisci concentrarti su qualcosa.
  • Nascondi lo smartphone sotto un cuscino, se necessario. Non importi un obiettivo irraggiungibile, se pensi che mezz'ora al giorno senza telefono sia quello che ti serve, bastano 30 minuti in cui fai altro: un circuito di home-fitness, una torta. Puoi anche studiare le sceneggiature dei tuoi nuovi video di TikTok come un regista, ma rigorosamente con carta e penna.

Giorno 2: metti in stop il flusso continuo delle news

Questa è stata la parte più complicata: smettere di aggiornare compulsivamente le news sull'emergenza Coronavirus. La psic mi ha detto che rimanere incollata a questo tipo di notizie è un atto compensatorio che invece di placare le sensazioni ansiose con un aumento di conoscenza porta inevitabilmente a diventare dipendenti ed ossessionati da ciò che accade. L'apice l'ho toccato una sera, mentre mi addormentavo scorrendo il feed di Instagram come sempre: ho trovato un post di una influencer che raccontava la sua esperienza col Covid-19 in modo talmente realistico e intenso da tenermi sveglia tutta la notte. Potevo evitarmi quell'angoscia? Sì e in modo facile facile, imponendomi di lasciare il telefono in un'altra stanza e facendo tutt'altro prima di dormire. Una cosa che avrei dovuto fare da tempo ma che la mia testa mi ha spinto a fare solo nella piena emergenza. Meglio tardi che mai, no?

Un'altra cosa che ho cominciato a fare il giorno 2 di detox dallo smartphone: evitare Google News con le ricerche sull'emergenza. Perché lì dentro ci finisce di tutto, anche la fake news, anche il sito che fa click baiting e lancia titoli allarmistici, video, foto e contenuti che non alterano la mia conoscenza della situazione ma aggiungono solo angoscia. Ho scelto tre, quattro fonti fidate e guardo solo quelle. Punto.

I consigli della psicologa

  • Datti delle alternative ed imposta dei limiti: ad esempio puoi decidere di aggiornare le notizie sul telefono solo due volte al giorno e di accendere la tv solo per il TG (uno solo, di cui ti fidi) ad ora di pranzo e cena.
  • Seleziona le fonti: nell’epoca delle fake news questo punto è decisamente fondamentale. Le edicole sono aperte e sono una finestra analogica sul mondo e molte aziende si sono mobilitate per regalare i nuovi numeri delle loro riviste ai lettori (come Hearst Italia, per i prossimi tre mesi!). Scegli le tue preferite dividendoli tra quotidiani e intrattenimento e leggi solo quelle per divertirti, svagarti e per informarti.
  • Condividi più che puoi le tue emozioni: se hai una BF vicino, la mamma, il fidanzato sappi che sono le figure perfette per commentare e razionalizzare notizie e foto particolarmente toccanti che hai visto online. Condividi le tue emozioni con persone di fiducia, saranno i tuoi punti di riferimento nel periodo del lockdown.

Giorno 3: un'ora senza social

Il terzo giorno è stato il più complicato, un'ora senza social. Ma superato questo scoglio, mi sono convinta che due ore totali al giorno offline non sarebbero state un problema. Così ho messo in pratica i consigli della psicologa dei giorni precedenti rispetto alle news e all'uso del telefono e ho ficcato il telefono nel cassetto del comodino. Non mi ricordo cosa ho fatto: forse una torta, forse addirittura nulla (no, non vale guardare Netflix sulla smart TV). La prima mezz'ora l'ho passata con addosso la sensazione che stesse succedendo qualsiasi cosa nel mondo esterno e che io sarei stata l'unica a non saperlo.

Spoiler: non è successo nulla, niente di memorabile almeno. Dal giorno quattro continuerò con le abitudini che ho messo in pratica nei primi tre giorni di detox intelligente dai social nel periodo della quarantena aggiungendo dei pezzettini per arrivare a un equilibrio: il mio.

I consigli della psicologa (fatti queste domande se senti che i social stanno prendendo il sopravvento)

  • Come mi accorgo che sto esagerando? Uno dei motivi per cui si diventa dipendenti dalle nostre identità social e quindi dagli smartphone è data dal fatto che ti aiutano a riempire gli spazi e quindi una conseguenza inevitabile di questo comportamento è che non avere il telefono in mano finisce per sembrare una perdita di tempo.
  • Come ti senti se per un’ora al giorno non hai accesso ai social? Se senti il respiro accelerato, una sensazione di groppo in gola come se non riuscissi a stare ferma oppure hai difficoltà a rimanere concentrata su una cosa sola e hai la tentazione irresistibile di riprendere il telefono in mano allora è possibile che tu ti stia avviando verso una gestione “non sana” della tua identità virtuale, a scapito di quella reale. Puoi tenere in equilibrio tutto, anche l'esigenza di usare lo smartphone per divertirti, informarti e tenerti in contatto con le persone lontane senza che questo diventi un problema per la tua mental health.

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