Holly Dunsworth sul New York Magazine non la prende troppo da lontano e in un articolo che mette da parte cliché femministi vs maschilisti e prende compasso & complessi per domandarsi: perché siamo ossessionati dalla grandezza del pene ma non siamo minimamente interessati dalle dimensioni della vagina? Troppo medico? Troppo da geometra (e geometrico)? Holly Dunsworth, docente e ricercatrice di antropologia all'università del Rhode Island calca (pesante) la mano su una delle questioni più taciute perché intime, anzi, interne. Letteralmente. La discussione sulla grandezza della vagina (profondità e larghezza) nasce alla fine di un anno in cui l’anatomia intima è stata indagata su più fronti anche dal fatto che la famosa pillola rosa per il piacere femminile, la flibinserina, sia diventata legale negli States fino al boom della chirurgia plastica vaginale. Orgasmo femminile dunque piacere ottenuto grazie a un pene fisicamente più sportivo di altri? Sul fattore misure che contano è innegabile che il business dell’eros abbia fatto passi avanti (nel design e nell’hi-tech) ma abbia portato anche sempre più uomini a puntare alla grandezza come valore assoluto del piacere femminile. Cliché che sono duri a morire come sottolinea Holly Dunsworth, il luogo comune testato non lascia dubbi «davanti a delle immagini di uomini nudi le donne indicavano quali più attraenti quelli con il pene più grande. Come se ci trovassimo davanti a un dialogo del tipo “Che casa hai?” a influenzare il coinvolgimento-status». In passato, poi, fior fior di articoli neanche troppo velati (e non solo da Playboy &co) conferma(va)no un altro assunto «Una vagina larga è meglio, specie se si vuole raggiungere l’orgasmo». Ma non è forse che la grandezza della vagina, invece, ha più implicazioni del semplice in&out tecnico? Secondo le ricerche della Dunsworth la grandezza del pene e l’ossessione per la dimensione, è direttamente correlata all’evoluzione della vagina nel corso dei secoli. La risposta scientifica, infatti, è chiarissima: il pene ha quella forma perché va a inserirsi nella vagina. Quindi se la vagina si allarga, secondo la teoria dell’evoluzione, il pene va ad ingrossarsi (per ricreare lo stesso in&out, vedi sopra). «Perché siamo solo interessati alla trattoria evolutiva del pene e non a quella della vagina?» provoca Holly Dunsworth.

E allora proviamo ad allontanarci - momentaneamente - da pilloline, orgasmi assoluti e GGG. Uno degli articoli più discussi è quello di Becky Ferreira di Motherboard sul perché sia sempre più importante la dimensione dei testicoli (con excursus sulle forme di conquista delle scimmie…). Stando alle statistiche e alla scienza (dell’evoluzione) la donna darebbe sempre più importanza alla grandezza dei testicoli perché essi sono il “contenitore” dello sperma. E quindi (senza calcolatrice alla mano): più capienti, più possibilità di concepire. Ma ancora: parliamo di organi maschili ma non femminili. La domanda della Dunsworth è di nuovo: ma la dimensione della vagina non conta anche alla voce “procreazione”? La tipologia di una vagina aiuterebbe a “catturare” più sperma, certo, ma se l’evoluzione del pene maschile è legata all’evoluzione delle pareti vaginali la domanda successiva è: perché sono/stanno cambiando le dimensioni della vagina? Perché le donne partoriscono. Risposta canonica redatta da Edwin Bowman, «l’unico che abbia parlato di misure della vagina negli Archives of Sexual Beahavior» tuona la Dunswoth. Anche se, attenzione, arriva l’altro tabù: non si mettono nella stessa frase vagina e parto perché è tutto fuorché erotico. Nel momento del parto la vagina manifesta appieno quello che è: un muscolo in grado di cambiare totalmente. Per poi tornare (quasi) come prima. Secondo Bowman (nei secoli dei secoli) l’impatto del parto sull’evoluzione della vagina è stato enorme. E di conseguenza l’impatto ha toccato anche le dimensioni del pene. Il vello è d’oro la vagina più segreta. Anche nella questione di misure, ovviamente.