Bookcity #BCM18 «Cosa succede quando un gruppo di “libri umani” che hanno molto da raccontare sulle curve della vita incontra l’arte? E poi, ispirato dalla bellezza, si dà appuntamento in un caffè letterario e scrive una raccolta di racconti? Venite a scoprirlo al Museo del Novecento».
L’evento forse più inedito di questa edizione di Bookcity l’ha lanciato Fondazione Empatia Milano, che presenta tra i quadri e le sculture del “Novecento” un libro di racconti scritti da persone con fragilità nella sfera delle emozioni, a breve in libreria: In opera - Racconti empatici a cura di Dario Borso (Armando Editore).

Fondazione Empatia Milano: In opera - Racconti empatici a cura di Dario Borso (Armando Editore)pinterest
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L’opera nasce dall’esperienza di un gruppo di “libri umani” della Human Library (biblioteca vivente ispirata a un format danese nato allo scopo di infrangere pregiudizi) che in questi anni si sono proposti più volte alla “lettura” del pubblico, in occasione della giornata mondiale della salute mentale: al Museo del Novecento nel 2015, in Gallerie d’Italia nel 2016, a Palazzo Marino e Regione Lombardia nel 2017. E quest’anno, nel quarantennale della Legge Basaglia, sono tornati al Museo del Novecento per rimettersi in gioco con un nuovo strumento: la scrittura. Proseguendo quel dialogo da tempo avviato col pubblico non più con la narrazione a voce ma con la parola scritta, sotto la guida di un “maieuta”. Accanto ai testi, alcuni dettagli di opere del Museo scelte dagli autori perché in sintonia con la loro scrittura. Al curatore/maieuta, Dario Borso, abbiamo girato alcune domande.

Come si è sviluppata l’idea di questa raccolta? Posso parlare per me, che sono solo una parte del tutto. Avevo già sperimentato con alcune onlus il "fare poesia" insieme a persone con storie di sofferenza psichica. Ci eravamo lasciati col sorriso, e col sorriso sono stato richiamato settimane dopo da Fondazione Empatia Milano, con i suoi "Libri Umani". E abbiamo fatto una scommessa.

Quale? Quella di creare qualcosa che arricchisse e portasse fuori da una condizione di isolamento che per le persone con disabilità psichica è sempre in agguato. Forma espressiva: il racconto libero. Mi ero consultato con Chandra Livia Candiani, amica carissima che sperimenta le stesse tecniche coi bambini delle elementari, e siamo partiti con l'obiettivo di "esporci" con la narrazione breve. Un misto di tecnica e cuore che ha richiesto un confronto continuo: individuale, tra me e il singolo autore o aspirante tale, in piccoli gruppi, e in riunioni plenarie dove a darci respiro e coraggio è stato fino all'ultimo Giannantonio Mezzetti, il fondatore di Fem.

Dove vi incontravate? Alla Feltrinelli di corso Buenos Aires, che garantiva gli alimenti di prima necessità: bibite e libri a scaffale, e dunque un clima di libertà, impegno e normalità, lo stesso che spero respirerà il lettore della raccolta.

Quasi un caffè letterario... Nel vostro invito citate la bellezza: aiuta a volare alti? Eraclito l'oscuro, in uno dei frammenti rimastici, dice: kosmos, ossia mondo ben ordinato, bellezza è anche un mucchio di rifiuti. Più che volare alti, secondo lui - e anche secondo me - si trattava di volare bassi con uno sguardo nuovo, più delicato, sensibile e benevolo, rivolto ai propri vissuti. Questa forma di distacco empatico, o di empatia indiretta, è quello che ha permesso di trasformare l'urlo e il lamento in racconto appunto, dove l'elemento autobiografico esiste certo, ma mediato - parecchi dei 13 racconti sono ad esempio in terza persona.

Cosa le ha lasciato questo lavoro? La voglia di continuare questo tipo di esperimenti, magari non più con adulti, bensì con pre-adulti: ventenni o giù di lì. Ma prima dovrò riprendermi, è stata anche una faticaccia.

L'appuntamento: #BCM18: sabato 17 /11/2018 dalle 16 alle 18

Fondazione Empatia Milano: percorsi empatici tra arte e narrazione

Museo del Novecento, Sala Conferenze, Piazza Duomo 8, Milano