Cosa succede quando il trantran quotidiano e metropolitano prende il sopravvento anche nella nostra sfera più intima e personale, ovvero quella dell’erotismo e del desiderio sessuale? Non parliamo solo delle abitudini che rallentano i ritmi delle relazioni, dello stress lavorativo, del tempo trascorso a scrollare i social network. Questi possono causare un calo del desiderio che non riguarda solo la vita di coppia, ma che diventa generalizzato e può avere un impatto negativo sul benessere e sul rapporto con il proprio corpo e la propria femminilità. Come riscoprire la propria sessualità, in coppia o per se stesse? Ne abbiamo parlato con il dottor Roberto Bernorio, specialista in ginecologia, psicoterapeuta e sessuologo clinico.

Alla base di tutto c’è il calo del desiderio sessuale, che nella donna è qualcosa che si può manifestare in alcune situazioni particolarmente a rischio, durante l’età fertile oltre che in menopausa. Può essere legato all’assunzione di contraccettivi ormonali, ma anche essere un effetto collaterale di altri farmaci, tra cui gli antidepressivi. Altre situazioni sono quelle che si verificano dopo la nascita dei figli, quando la donna non solo si trova ad affrontare il suo nuovo ruolo di madre ma può anche sentirsi affaticata dall’accudimento del bambino. Altro fattore di stress ambientale è quello legato alla sfera professionale, che può portarci a “mettere da parte” la pulsione sessuale. Non esiste un vero e proprio picco di età per il calo del desiderio, ma bisogna considerare che l’entrata nella fase della menopausa porta con sé un calo fisiologico più strutturato su base ormonale.

Anche i social network hanno un ruolo in tutto questo, e non solo per aver modificato il modo in cui comunichiamo e ci rapportiamo al sesso. “Oggi le persone sono sempre online, sono pochi i momenti in cui si concedono spazi per staccare, per non fare nulla. Siamo costantemente presi a leggere mail e WhatsApp, a controllare cosa succede su Facebook e Instagram, questo crea una distrazione cognitiva che complica la nostra vita sessuale” spiega infatti il dottor Bernorio. Fateci caso: quando è stata l’ultima volta in cui vi siete concesse del tempo tutto per voi, in cui lasciar correre i pensieri e ascoltare i vostri desideri? L’ultima volta in cui avete dedicato del tempo al vostro benessere (fisico o emozionale)? “Il desiderio sessuale viene inibito, possiamo dire, da questo utilizzo eccessivo della nostra corteccia cerebrale. Abbiamo troppi piaceri alternativi, ormai le persone trovano più piacere a stare sui social che non nell’attività sessuale. È come se i social network avessero sostituito l’area del piacere. Questi sono elementi distraenti nei confronti della sessualità, le persone tendono paradossalmente a dedicare più tempo all’interazione tecnologica e meno a quella umana interpersonale”.

Esiste una sorta di pudore o imbarazzo nell’affrontare situazioni di calo del desiderio? “È un tema che di solito viene scarsamente riferito, la donna tende a portarlo in consultazione solo tardivamente. Si tende a pensare che sia solo una fase, che possa cambiare spontaneamente con il tempo, oppure diventa quasi una normalità accettata. Alcune donne chiedono aiuto solo per evitare conflitti con il partner”. Da cosa può dipendere? “Io penso che il fatto di non avere in Italia dei farmaci specifici per il calo del desiderio possa incidere molto (ndr. esistono farmaci approvati in questo senso dalla FDA americana). Faccio un esempio: in passato era molto difficile anche per l’uomo che aveva una disfunzione erettile chiedere aiuto. Da quando sono arrivati i farmaci per risolvere questo problema, per cui l’uomo ha capito che è possibile curare questa disfunzione, molto più facilmente parla subito con lo specialista di questo problema. Nel caso del calo del desiderio, è il medico che deve avere la capacità di fare domande sulla sessualità, noi ginecologi abbiamo un ruolo importante”.

E, quindi, come si può uscire e riuscire ad affrontare questo tema caldo? Se si desidera ritrovare il contatto con la propria sessualità, un aiuto al proprio benessere fisico e mentale può arrivare dalla natura e da preparati fitoterapici ad hoc. Tra questi, vi sono dei prodotti formulati con quattro tipi di fitoterapici per agire sul benessere femminile a tutto tondo: il Tribulus terrestris ha una funzione di sostegno metabolico e aumenta il senso di energia (viene utilizzato anche dagli atleti per migliorare le loro prestazioni sportive); la Damiana e la Trigonella hanno, tra le loro azioni, quella di stabilizzare il tono dell’umore; il Ginko biloba interviene sulla circolazione del sangue per migliorarne l’afflusso verso l’apparato genitale. “Questi integratori hanno un effetto positivo sul benessere e possono aiutare la donna a sentirsi meglio nella sua totalità, hanno un effetto tonico più ampio, contrastando stress e stanchezza” conclude il dottor Bernorio, ricordando che è sempre bene parlarne con il proprio medico o ginecologo di fiducia. Per saperne di più visita il sito libicare.it