Tazzine che sbattono, tv accese, cantieri in attività, motori che rombano, cicalecci assordanti. Aggiungiamo poi i clacson, i campanelli, le suonerie, le urla, i pianti dei bambini, i latrati improvvisi e l'eterno ronzio degli elettrodomestici. Le parentesi di silenzio e i loro conseguenti preziosissimi benefici in mezzo all'incessante caos acustico della vita quotidiana sono davvero rari. Secondo una ricerca Arexons il 54% delle persone ricerca il silenzio soprattutto nella propria abitazione. Per questo motivo nella scelta dell'abitazione, ma anche di una struttura ricettiva in cui soggiornare, gli italiani prestano sempre più attenzione al fattore “rumori”. Secondo un altro sondaggio, condotto da Top Doctors all’interno della sua community, chi ha provato a trascorrere una o più notti in un lungo isolato dove l’inquinamento acustico era pressoché inesistente riporta infatti, nell’86% dei casi, di essersi sentito completamente rigenerato. Ma perché non concediamo maggior riposo alle nostre orecchie? Dopo il lavoro, solo il 33% degli interpellati si prende ogni tanto, quando è particolarmente stressato, del tempo per sé, senza musica né tv, mentre il 39% delle persone vorrebbe farlo, ma non ne ha l’occasione. Tutti dovremmo ritagliarci degli spazi di silenzio perché, abituati a essere avvolti da suoni di ogni tipo, a volte, nei rari casi in cui si presenta, non ci appaia ostile e pericoloso come un nemico o una presenza, o meglio assenza, che crea disagio. In una situazione di assoluta quiete, solo il 21% si sente perfettamente a proprio agio e il 26% rilassato. Il 53% del campione, invece, prova sensazioni negative che spaziano dall’ansia al fastidio vero e proprio. “I rischi maggiori di un’esposizione costante a rumori, qualunque sia la loro natura, riguardano certamente l’apparato uditivo, ma molti studi correlano l’inquinamento acustico anche a problematiche, solo per citarne alcune, ipertensive, psicologiche, immunitarie”, commenta il dottor Matteo Simone, otorinolaringoiatra di Top Doctors, azienda specializzata in servizi tecnologici per la sanità privata. “Sebbene i suoni siano il nostro pane quotidiano e senza di essi la nostra vita non sarebbe la stessa, abbiamo bisogno anche di momenti di silenzio che possano ristorare il nostro organo uditivo dalle fatiche quotidiane e che spesso sono importanti tanto quanto i suoni che udiamo”. Riappropriamoci, quindi, del silenzio, e dei benefici che porta con sé che sono quello di infondere calma, allontanare i pensieri negativi e migliorare la nostra salute. I rumori possono infastidire e provocare agitazione e ansia in chi li percepisce. Come correre ai ripari? Grazie a uno studio di Imke Kirste, un’esperta di biologia rigenerativa della Duke University, si è scoperto che due ore di silenzio al giorno favoriscono lo sviluppo di nuove cellule nell’ippocampo, area del cervello che contribuisce alla memoria a breve e a lungo termine. La libertà dai rumori, infatti, sembra permettere alla nostra coscienza di crearsi preziosi spazi che ci aiutano a "ricollocarci" nel mondo. Come isolarci dal rumore? Regalandoci una colazione silenziosa - il New York Times ha dedicato all'argomento il recente articolo Shh. It’s Breakfast Time - immergendoci nella natura, utilizzando cuffie apposite, ascoltando musiche rilassanti e soprattutto assaporandoci gli spazi di silenzio tra una e l'altra. Secondo uno studio condotto dal professor Luciano Bernardi del dipartimento di Medicina Interna presso l’Università di Pavia, infatti, le pause di uno o due minuti tra un brano e l’altro si sono dimostrate molto più rilassanti di qualsiasi brano “rilassante”. Questo capita perché il silenzio prolungato prima dell’inizio dell’ascolto è un momento di sollievo dalla tensione dell’attenzione. Questa pausa però non è contraddistinta da inattività cerebrale, anzi nel vuoto sensoriale del silenzio il cervello resta dinamico e creativo. Oziamo quindi nel silenzio e lasciamoci stupire!