Come avere denti perfetti è una domanda che non mi sono mai posta. A parte un fidanzato che amava ripetermi: «a volte sembra che la bocca ti esca dal cranio» (alla decima ha fatto una brutta fine), tutti mi dicevano che avevo un bel sorriso, un po’ cavallino ma carino. E comunque, l’arcata superiore copriva quella inferiore abbastanza da non mostrare che, sotto, erano alternati come le bandierine di un percorso per agility dog. Poi il mio dentista mi ha detto “perché non proviamo ad allinearli?”. Piantando un tarlo nella mia autostima.

Va bene, lo so: i dentisti lo fanno apposta, e la mia autostima si regge su col filo di una ragnatela percorsa da un elefante. Ma da quel momento ho iniziato a fare selfie da tutti i punti di vista e mi scoprivo un autentico castoro. Di lì a poco mi sono ritrovata a firmare il consenso informativo su tutto ciò che potrebbe accadermi portando un noto apparecchio invisibile (che, no, non citerò). Fra cui niente che non accetterei con rassegnazione (a parte la voce “caduta denti”).

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La prima mascherina. La sensazione iniziale appena indossata: «Beh? Tutto qui?». Nessun dolore né il fastidio che gli amici smidollati mi avevano descritto. A sopportare questo trattamento posso farcela bendata e con un braccio legato dietro la schiena, mi dico. Vado a dormire, mi sveglierò con i denti già un po’ più allineati. Più bella e più sana.

La mattina dopo (metaforicamente) mi levo la benda e mi slego il braccio. Altrimenti non riesco ad asciugare le lacrime che verso copiose. Non riesco a scegliere quale dei disagi che sto provando è il peggiore. Le due piaghe sottili come cuciture all’interno delle guance, o i forellini all’interno del labbro? La sensazione che venga via tutta la chiostra come un velcro, mentre rimuovi le mascherine per la colazione, o l’impossibilità di masticare nulla che sia più consistente del plum cake inzuppato? Scopro che i denti non sono felici di spostarsi nel parodonto a una velocità superiore a quella che hanno deciso loro quando si stavano scompigliando, soprattutto se non hai più 13 anni.

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Non spaventatevi: due giorni dopo è già passato tutto. Il dolore ricorre ad ogni nuova mascherina per i primi due, tre giorni (grande consumo di vellutate di verdure). Ma poi nemmeno ti accorgi di averle (più o meno). Anche perché nel frattempo sei distratta da altri problemi. Per mangiare e bere qualsiasi cosa più scura dell’acqua, le mascherine vanno rimosse. E dopo aver finito bisogna lavare bene i denti e possibilmente anche le mascherine. Si può anche evitare di farlo, e poi ricevere calorosi ringraziamenti dalle carie per l’ambiente caldo-umido in cui le stiamo coccolando. Vale per il caffè (soprattutto per il caffè!), vale per la briochina di metà mattinata. Vale per la caramellina, per il cubetto di cioccolato che ti offrono al volo.

Ti scervelli a lungo su come evitare di cambiare drasticamente le tue abitudini. E giungi alla conclusione che l’unica cosa da fare è: cambiare drasticamente le tue abitudini. Io, solo per aver eliminato i fuori pasto, nei primi sette mesi di trattamento ho perso quattro chili e ancora faccio i salti di gioia. Ma chi non ha bisogno di perderli è bene che lo sappia, e che si organizzi nel modo giusto. Ovvero: mangiare a sazietà durante gli unici tre pasti che consiglio di fare. Il numero ottimale di ore indicato dalla casa produttrice, perché il trattamento funzioni al meglio, è di 22 ore. Io l’ho portato 22 ore e 55 minuti ogni giorno. 15 minuti per la colazione, 25 per il pranzo e per la cena. Nei gruppi di sostegno su Facebook sono una specie di leggenda.

I gruppi Facebook, appunto. Iscriversi e partecipare è utilissimo. Specialmente in quelli non gestiti da ortodontisti ma da semplici pazienti. Questo perché i professionisti in genere vietano di confrontarsi per i preventivi e censurano gli effetti collaterali che possono spaventare. Io e Cristina, una collega giornalista di Roma, abbiamo sopportato un paio di mesi di leggera epistassi. Sangue dal naso. Non viene citato in nessuno consenso informativo, ma è difficile pensare che sia una combinazione se siamo coetanee, ed entrambe eravamo allo stesso punto del trattamento e in fase di espansione del palato. Far parte di un gruppo è utile proprio perché confrontarsi su effetti inaspettati tranquillizza, quando scopri che li stanno sopportando altri dieci.

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La vita sociale. Come comportarsi quando si è in compagnia, o in occasioni speciali? Aperitivo. Se è a base di drink scuri o gialli, meglio levare le mascherine (possibilmente non in pubblico). Poi una rinfrescata in bagno e si rimettono su. A meno che non siate all'ultimo giorno della mascherina in corso, e di macchiarla non ve ne importa nulla perché il giorno dopo ne avrete una nuova. Cene galanti. Beato chi ha voglia di fare nuovi incontri mentre è in terapia. Se sarà in grado di sopportare con voi i disagi, è la persona giusta. Banchetti di matrimoni e altre cerimonie. Via quelle mascherine e avanti con le portate. C'è un limite a tutto. Ignorare il trattamento per mezza giornata non riporterà i denti al punto di partenza a passo di carica.

Cambia il modo di parlare? Dipende. Io, ad ogni nuova mascherina, per un paio di ore mi esprimo come Jovanotti quando è particolarmente concitato. Per qualcuno l’effetto dura un po’ di più, per altri non si presenta affatto. Quando si presenta, leggere ad alta voce la pagina di un libro o un articolo di giornale (questo?) aiuta molto. Per fare un discorso in pubblico, però, le rimuovo.

Perché sopportare tutto questo? Quando alla quinta o sesta mascherina si cominciano a vedere le differenze con le foto di due mesi prima, la risposta arriva da sola (nel mio caso, un'articolazione ha anche smesso di fare rumore). E ti rendi conto di come quei piccoli (?!) cambiamenti della vita quotidiana saranno tutti ripagati da un sorriso perfetto. Io ho quasi finito, e lo rifarei.

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