Originarie della foresta pluviale sudamericana, le bacche di açai sono frutti ricchi di fibre, vitamine A, B, C, E, sali minerali e antiossidanti e hanno poche controindicazioni. Numerosi studi hanno dimostrato, infatti, le proprietà benefiche di queste bacche: non prevengono né combattono il cancro, come ha sottolineato il National Cancer Institute, ma, essendo ricche di flavonoidi, contribuiscono a migliorare l’elasticità dei vasi e la fluidità del sangue.

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Quindi sono o non sono superfood? Nel libro Unmasking Superfoods (Harper Collins, 12,99 dollari) la nutrizionista e scrittrice Jennifer Sygo smitizza il loro eccezionale valore nutrizionale, che in realtà è irrilevante: «Un bicchiere di succo di açai vi darà il 6% delle vostre esigenze quotidiane di vitamina A e 75 mg di potassio, la stessa quantità assorbita con un morso di banana. Meglio un bicchiere di mirtilli, di arancia o il succo di una mela. Per il valore antiossidante sarebbe meglio un bicchiere di vino rosso».

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Come si legge sul Guardian, infine, non ci sono ricerche scientifiche che abbiano dimostrato la presenza di antiossidanti a livelli così alti e rilevanti. I nutrienti presenti nelle bacche di açai, infatti, si trovano anche in molti altri alimenti. Quindi non è necessario concentrarsi solo su queste bacche, ma assumere diversi tipi di frutta. Controindicazioni si verificano in caso di intolleranza o allergia alimentare. Non si conoscono, invece, interazioni farmacologiche.

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