«Vedete le persone dietro di me? Loro hanno una gran fretta di arrivare al lavoro e non si accorgono minimamente di quello che gli accade attorno. A volte siamo così pressati dai nostri doveri quotidiani, che non riusciamo a trovare il tempo per goderci la vita. Ci stiamo trasformando in veri e propri zombie. Alzate gli occhi dal cellulare e togliete le cuffie dalle orecchie! Provate a salutare un passante o ad abbracciare qualcuno che ne ha bisogno. Vivete ogni giorno come se fosse l’ultimo. Sono poche le persone che sanno che ho sofferto di depressione, qualche anno fa. Non ho detto a nessuno questa cosa. Ho dovuto lottare da solo per superarla. Mi sono accorto che ero io a bloccare il mio cammino verso la felicità. Ogni giorno di vita è un dono. Iniziate a dargli il giusto valore. Vivete appieno ogni giorno, perché non si ha mai la certezza che ce ne sarà un altro». Questo il messaggio che qualche settimana fa Keanu Reeves ha voluto diffondere attraverso Facebook.

Nella depressione, come nel caso di Keanu Reeves, prevale il passato, nell’ansia vince il futuro. Come rompere, quindi, questo circolo vizioso? Il mindfulness è un modo molto efficace per "rientrare nel tempo". Questa tecnica ha come obiettivo quello di porre l'attenzione, in modo intenzionale e non giudicante, nel momento presente. Praticata dai dipendenti di Google, dai cofondatori di Twitter e Facebook, da Oprah Winfrey, Gisele Bündchen e Arianna Huffington, per dirne solo alcuni, «espande la mente e stimola il mix chimico-neurologico che contiene», spiega Kenneth Folk, noto insegnante a San Francisco.

Di cosa si tratta? Creata negli anni 60 negli Usa dal medico e biologo molecolare Jon Kabat-Zinn come terapia del dolore cronico, in caso di problematiche oncologiche, riabilitazione osteo-articolare, ansia e depressione, ha una cornice simile a una seduta di yoga: tappetini e abbigliamento comodo. La maggior parte del lavoro è corporeo e respiratorio e lo scopo è portare l’attenzione alle sensazioni fisiche del momento, focalizzandosi sul respiro e sul silenzio, prima dentro di sé, poi fuori di sé. L’ideale è seguire un corso di circa otto incontri, che durano in media due ore e mezzo ciascuno, una volta alla settimana. Di seguito tre consigli per vivere (solo) nel presente.

1. Vivere sempre "qui e ora". Non lasciare se stessi per ultimi. Preoccuparsi di sé non rallenta la vita, la arricchisce.

2. Dare importanza ai dettagli. Apprezzare le cose che sembrano scontate ed esserne grati anziché lamentarsi di ciò che non si ha.

3. Coltivare la pazienza. Non avere fretta e non innervosirsi se qualcuno ci fa "perdere tempo": dalla velocità nascono ansia e rabbia.