L’HPV (HUMAN PAPILLOMA VIRUS, detto Papillomavirus) è un virus molto diffuso in tutta la popolazione, uomini e donne: oltre il 75% delle donne sessualmente attive infatti lo acquisisce nel corso della vita (picco tra i 20 e i 25 anni). Il virus si trasmette per via sessuale e non serve avere un rapporto completo con penetrazione, basta anche il petting con contatto diretto tra le mucose dei genitali. Il preservativo, che è un’arma straordinaria per la prevenzione di malattie sessualmente trasmesse come HIV, per il papillomavirus purtroppo però non è sufficiente. Siccome il Papillomavirus è così frequente e così contagioso è necessario cercare di proteggersi; oggi questo è possibile grazie ad un vaccino che viene offerto a 12 anni. Questo vaccino è sicuro e sono pochissime le persone che hanno una controindicazione ad eseguirlo. Il vaccino può essere fatto anche dopo i 12 anni e fino ai 45 anni. Non è vero che il vaccino va fatto solo prima dei rapporti sessuali, si possono infatti vaccinare anche donne che hanno già avuto rapporti sessuali o donne che hanno già contratto il virus. La vaccinazione ad oggi è l’arma più potente che abbiamo per la prevenzione dell’HPV.

Il papillomavirus esiste in numerosi genotipi (cioè con una genetica diversa ed una capacità diversa di dare malattia); alcuni sono definiti a basso rischio e sono associati per lo più a condilomatosi genitali, cioè alle verruche dei genitali o creste di gallo, queste lesioni sono molto contagiose e fastidiose, ma assolutamente benigne. Altri ceppi del Papillomavirus sono definiti ad alto rischio e sono associati alle lesioni pretumorali che se trascurate possono esitare nel tumore del collo dell’utero. Il vaccino copre sia per ceppi a basso rischio che per i ceppi a più alto rischio oncogeno.

Il carcinoma cervicale è infatti il secondo più comune tumore femminile nel mondo (10% di tutti i carcinomi nella donna nel mondo), in Italia l’incidenza si è molto ridotta, grazie a screening e vaccinazione, e ora è circa di 4,2/100.000. L’età di insorgenza è molto precoce: l’età media alla diagnosi è tra i 40 e i 59 anni. È uno dei pochi tumori in cui è stato identificato il meccanismo causale: l’infezione da HPV.

L’infezione genitale da HPV può persistere per tutta la vita, può rimanere latente e riattivarsi in caso di calo delle difese immunitarie e la maggior parte sono del tutto asintomatiche. La prevalenza dell’infezione diminuisce con l’aumentare dell’età, contrariamente a quella del carcinoma.

Nella maggior parte dei casi (70-90%) l’infezione si risolve spontaneamente nel giro di due anni; nel 20% invece persiste/progredisce: in questo caso, la maggior parte non svilupperà anomalie delle cellule cervicali (solo il 5-10% delle donne positive per sierotipi virali ad alto rischio sviluppa Pap test anomali), altrimenti il tempo che intercorre tra infezione persistente ed eventuale insorgenza di cancro è di 10-20 anni.

I fattori di rischio per non riuscire a sconfiggere il virus sono legati al rendere fragili le nostre difese: fumo di sigaretta, immunodepressione di varia natura, HIV, coinfezioni virali o batteriche anche banali, intenso stress. Proprio per questa sua lentezza biologica è importante fare i test di screening quali il pap test ed il test HPV. Il PAP TEST è un esame indolore che preleva con una spatola le cellule per individuare lesioni pretumorali benigne precoci e tumorali del collo dell’utero o cervice. Questo test va eseguito 3 anni dopo l’inizio dei primi rapporti o dopo i 25 anni o sempre su consiglio medico. Se negativo si può seguire ogni 3 anni. Il test dell’HPV è indolore e serve per valutare la presenza del virus a livello della cervice con un prelievo simile al pap test. Tale test è indicato previo parere medico in donne sopra i 30 anni, poiché il virus sotto i 30 anni è talmente diffuso da rendere inutile eseguirlo; tra poco diventerà il test di screening di riferimento. Sopra i 30 anni è possibile unire i 2 test in unico esame a livello della cervice che ci informa su 2 temi: la presenza del virus e la presenza di lesioni.

Attualmente non esistono farmaci per eliminare il virus, ma sono nati prodotti che possono aiutare il nostro corpo a diventare più forte nell’indebolirlo, come per esempio il Papilocare gel, che ha la capacità di formare una barriera protettiva a livello della zona di trasformazione cervicale per prevenire il rischio di integrazione dell’HPV ed ha un’azione idratante e anti ossidante che favorisce la riepitelizzazione del tessuto della cervice uterina e migliora il processo di guarigione quando viene utilizzato come coadiuvante nel trattamento delle lesioni da HPV. La terapia, se necessaria, rimane chirurgica, per asportare le lesioni, ma non ha capacità di debellare con certezza il virus; spesso sono piccoli interventi ambulatoriali o in day hospital a livello solo del collo dell’utero.

***Paola Pileri è Medico specialista in ginecologia ed ostetricia presso Policentro Donna di Milano