Sono tanti i motivi per cui una donna inizia a cercare un figlio intorno ai 40 anni, dalla scelta di un iter formativo prolungato alla volontà di non ostacolare la carriera, ma anche la ricerca della stabilità emotiva e relazionale che serve per decidere di metter su famiglia. La tendenza è in crescita, soprattutto nei Paesi occidentali, e vede proprio l'Italia tra i primi della lista: il 60% dei parti italiani riguarda donne con età compresa tra i 30 e i 39 anni. Secondo i dati Istat, l'età media delle madri alla nascita del primo figlio si è molto alzata negli ultimi anni, attestandosi a 31,2 anni nel 2018 (tre anni in più rispetto al 1995). La società si evolve rapidamente, il ruolo della donna è molto cambiato rispetto a quello che era anche solo qualche decina di anni fa, ma la biologia non segue i mutamenti sociali. La ricerca di una gravidanza in età avanzata è un percorso che può presentare alcuni ostacoli, perché la fertilità femminile inizia a calare già dopo i 35 anni, ben prima quindi dell'ingresso nella menopausa, anche se il ciclo è regolare e ovulatorio. Aumenta anche la probabilità di andare incontro ad aborti spontanei, che passa dal 14% sotto i 35 anni al 40% dopo i 40 anni. Questo spiega il ricorso sempre maggiore a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), ma si conoscono davvero tutte le opzioni?

Per molto tempo l'Italia ha avuto una legislazione piuttosto restrittiva su questo tema, a differenza di altri Paesi europei come la Spagna, dove è anche diffusa una diversa cultura della donazione. Molte coppie italiane hanno quindi sperimentato il cosiddetto "turismo riproduttivo", ovvero viaggi all'estero per poter accedere a trattamenti di PMA e raggiungere l'obiettivo del concepimento. Oggi la situazione è cambiata e anche in Italia è possibile ricorrere alle tecniche più avanzate di procreazione assistita, compresa la fecondazione eterologa (con donazione di gameti). Per quanto riguarda quest’ultimo trattamento, però, alcune differenze rispetto alla vicina penisola iberica rimangono: le leggi di entrambi i paesi impongono che la donazione di ovuli sia un atto compiuto senza motivi di lucro, ma la legge spagnola prevede rimborsi alle donatrici per i giorni persi e i disagi collegati alle cure. Le donatrici spagnole, rispetto a quelle italiane, sono quindi molto più numerose (anche per il diverso approccio culturale alla donazione). Per questo molte coppie continuano comunque a recarsi all’estero per realizzare il loro sogno di diventare genitori.

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Andrey Bezuglov

Nel Gruppo IVI, nato nel 1990 come prima istituzione medica in Spagna totalmente specializzata in Procreazione Assistita, l’età media dei pazienti è di 37 anni. Dal 2015 l'Istituto Valenciano di Infertilità, uno dei centri europei con i migliori tassi di gravidanza, è presente anche in Italia. “Non sarà più necessario recarsi in Spagna per realizzare dei percorsi di riproduzione assistita con noi” afferma la Dott.ssa Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma. E aggiunge: “La medicina riproduttiva contribuisce a ridurre al minimo i rischi associati alle gravidanze tardive. La tecnologia d'avanguardia di cui disponiamo ci permette di ridurre il tasso di aborto e ottimizzare i risultati dei nostri trattamenti. Ad esempio, grazie alla diagnosi genetica preimpianto, il Gruppo IVI riesce ad accorciare i tempi per ottenere una gravidanza, rilevando anomalie cromosomiche che possono portare ad aborti tardivi, o alla nascita di un bambino con gravi problemi congeniti.”

Nel 2020, in cui viaggiare non è sicuramente facile a causa della pandemia, IVI ha aperto una nuova Clinica a Roma, per cui ogni fase dei trattamenti potrà essere svolta in Italia. Si tratta di una struttura di terzo livello, dove potranno essere effettuati tutti i trattamenti di fecondazione assistita, anche la fecondazione in vitro (FIV), l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI) e la fecondazione eterologa, per la quale IVI può contare sulla più grande banca di ovociti al mondo. La nuova clinica garantisce esattamente gli stessi standard qualitativi, la tecnologia all’avanguardia e le tecniche più avanzate di riproduzione assistita che contraddistinguono tutte le cliniche del Gruppo IVI. Questo agevola i pazienti soprattutto durante questo periodo di incertezza dovuto alla pandemia, in cui i viaggi sono sconsigliati e/o soggetto a restrizioni. Inoltre, IVI offre ai propri pazienti la possibilità di effettuare prime visite su Skype: in questo modo, gran parte della consulenza preparatoria ai fini dei trattamenti può essere svolta online, facendo risparmiare del tempo prezioso ai pazienti che preferiscono limitare gli spostamenti. Il fattore tempo può essere determinante nel trattamento dell'infertilità, “per questo cerchiamo sempre di agevolare il più possibile il percorso dei nostri pazienti, perché il loro sogno non venga posticipato” afferma la Dott.ssa Galliano.


Dir. San. IVI Roma Srl: Dott.ssa Daniela Galliano