A volte l’illuminazione arriva da strade solo apparentemente lontanissime. Può succedere per esempio che due libri scritti da penne molto diverse per età, formazione, ma soprattutto genere, portino a scoprire cose che ci riguardano. Il primo è Sesso femminista. La guida illustrata (Mondadori Electa) scritto da Flo Perry, un’illustratrice inglese dai capelli rosso fuoco che si dichiara felicemente bisessuale e che ha messo la sua ampia esperienza in materia al servizio di tutte noi.

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Courtesy Mondadori
Sesso Femminista. La guida illustrata, di Flo Perry

Il secondo è quello di Emmanuele A. Jannini - ordinario di Endocrinologia e Sessuologia medica all’università Tor Vergata di Roma, che sta per pubblicare con Sonzogno Uomini che piacciono alle donne. È a lui che lanciamo la provocazione: ma esiste davvero un sesso femminista? «Premetto che parlo solo per sentito dire: non sono né una donna né un ginecologo». Non male per uno degli studiosi che più ha contribuito a svelare la fisiologia femminile dimostrando in modo definitivo l’esistenza di una zona del piacere chiamata Cuv (cioè complesso Clito-Uretro-Vaginale), «area poliedrica e morfofunzionale che, se stimolata correttamente anche in fase di penetrazione, può indurre risposte di tipo orgasmico» - in parole povere il fantomatico punto G. Ma veniamo alla sua risposta: «La natura per la verità non è né maschilista né femminista, ma persegue placidamente il suo obiettivo, che è quello della sopravvivenza delle specie.

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Courtesy Sonzogno
Uomini che piacciono alle donne, di Emmanule A. Jannini

Bisogna tuttavia ammettere che noi uomini sapiens viviamo e amiamo più secondo cultura che secondo natura. Per esempio, ciò che abbiamo appena compreso anche grazie al lockdown è proprio la smentita di quella che si riteneva una legge di natura, e cioè che l’uomo “ha bisogno di fare sesso”. Dopo aver analizzato circa 7mila questionari compilati tra marzo e aprile, abbiamo scoperto che la maggior parte delle coppie durante il confinamento forzato ha avuto meno rapporti. Ebbene, chi ha sofferto maggiormente di questa deprivazione sono state le donne che hanno subito manifestato ansia, sintomi depressivi. Gli uomini molto meno. Questi dati si aggiungono ad altre solide evidenze che dimostrano che il coito in realtà giova a entrambi.

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Courtesy Mondadori Electa, Flo Perry

L'attività sessuale, per esempio, aumenta i livelli di testosterone anche in lei con benefìci che si ripercuotono oltre che sull’umore anche su cuore, muscoli e ossa. Insomma le donne per stare bene hanno bisogno del sesso proprio come gli uomini». Più o meno lo stesso concetto espresso da Flo Perry, millennial di tutt’altra formazione: «Parte del motivo per cui ho voluto scrivere il mio libro era ricordare a tutti che il sesso può essere divertente per le donne. Che non è uno strumento di scambio con gli uomini o un’arma che loro possono usare contro di noi. È qualcosa di bello, piacevole e accessibile a tutti per divertirsi. Imparare a goderselo talvolta significa elaborare dei traumi, o superare vecchi retaggi come l’idea che il sesso sia qualcosa che gli uomini vogliono e le donne concedono».

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Courtesy Flo Perry per Mondadori Electa

Anche a proposito di godimento, entrambi hanno molto da insegnare. «Il primo abbaglio è pensare che le donne siano uguali tra loro. Che abbiano solo l’orgasmo clitorideo o solo quello vaginale. Non è così», assicura il professor Jannini. «Gli esperimenti del mio gruppo, tutti pubblicati, ci hanno insegnato che quando una donna dice di avere avuto un orgasmo senza che il suo clitoride venisse sfiorato, afferma il vero: l’orgasmo vaginale esiste. Insomma, c’è una grande variabilità tra l’una e l’altra. Il piacere per alcune può nascere dal clitoride. Per altre dalla stimolazione di vagina, uretra, clitoride interno e delle ghiandole che lo circondano (ghiandole corresponsabili del misterioso ma documentato fenomeno dell’eiaculazione femminile, il cosiddetto squirting)».

E la pragmatica Flo aggiunge: «Scopri cosa ti eccita, masturbati di più. E poi parlane. Non dare per scontato che gli altri sappiano ciò che vuoi, e viceversa». Viene da chiedersi se tutto questo sia in qualche modo documentabile, misurabile. «Qualunque strumento, per quanto sofisticato, non è in grado di riassumere la complessità e le sfumature della sessualità femminile, ormai ce ne siamo resi conto», dice ancora Emmanuele A. Jannini. «Al massimo può misurare circolazione, temperatura, contrazioni genitali, ma non riesce a dirci ciò che avviene nel cervello, il più potente “organo sessuale” femminile. Proprio per questo abbiamo messo a punto una scala subito ribattezzata “orgasmometro”, che si rifà a quella visivo/analogica del dolore. Piacere e dolore corrono lungo le stesse vie nervose, ma l’unica misurazione attendibile è quella dettata dalla percezione, soggettiva e personalissima, di chi risponde. Ancora una volta, quello che ci dicono le donne». Ma per tornare al suo titolo, chiediamo al professore di svelarci, infine, quali sono gli uomini che piacciono alle donne. «Quelli che le sanno ascoltare, ovvio. Io l’ho sintetizzato in un’icona, George Clooney. Fateci caso, da E.R. in poi quando un regista lo inquadra, lui spesso ha la testa inclinata da un lato: proprio la postura di chi è in ascolto. Ma soprattutto, piacciono gli uomini che hanno eliminato dal loro vocabolario la parola “possedere”. Lo scrivo alla fine del mio libro: alle donne non piace essere “possedute”. Piace, ed è molto più impegnativo, ma anche tre­mendamente più remunerativo per entrambi, essere amate».