Muoversi con lentezza, ascoltare il proprio respiro e restare qualche minuto sdraiato immobile con gli occhi chiusi sono tre operazioni che un bambino di 5 anni difficilmente, molto difficilmente, riesce a mettere in pratica. Intendo da sveglio. Invece lo yoga per bambini può compiere questo miracolo, anche in pieno giorno.

Lo yoga è uno strumento pedagogico in grado di educare i bambini di tutte le età all'accoglienza, all'accettazione e all'autostima. Lo spiegano benissimo Chiara Iacomuzio e Maurizio Morelli nel libro Yogabimbi (edizioni Red!, 2017). Da un recente studio della Tulane University pubblicato su Psychology Research and Behavior Management, inoltre, è emerso che praticare yoga aumenta il benessere dei bambini e la qualità della loro vita psicoemotiva. Soprattutto intorno agli 8 anni quando lo stress - dovuto perlopiù alla preoccupazione per il rendimento scolastico, per l’esclusione sociale, o per episodi di bullismo - può diventare un fattore rilevante.

Ma la domanda sorge spontanea: come può un bambino, soprattutto di età prescolare, reggere un'intera lezione di yoga? Certo, sarà adattata alla sua età, alla sua sensibilità, alla sua visione del mondo, al suo piccolo o grande essere un potenziale yogi.

«Lo yoga potrebbe essere potenzialmente insegnato in tutte le scuole, anche negli asili nido». Questa la convinzione che mi porto a casa uscendo dopo un'intera mattinata trascorsa allo YogaFestival Bimbi 2018 che si è tenuto il 12 e il 13 maggio presso il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano. Un luogo super cocoon dove i bambini non solo possono imparare a fare proprie alcune (piccole) asana, ma anche eseguire un esercizio con il proprio compagno di materassino "fidandosi" di lui, assaporare il gusto dell'attesa, disegnare il proprio albero, realizzare un mandala con carta riciclata, provare sulla propria pelle un massaggio rilassante, annusare la magia degli oli essenziali, preparare pane e biscotti, dirsi grazie alla fine di un gioco.

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«Mamma, è stato bellissimo!», esordisce mio figlio Giacomo, 5 anni appena compiuti, uscendo dalla sala Asana Birichine alla fine della lezione, di 50 minuti, di Anghingò Yoga proposta dal centro Spera Yoga di Milano per i bambini dai 4 agli 8 anni. «Prima abbiamo corso in cerchio come dei matti, poi abbiamo giocato a un, due, tre, stella, ma al posto di dire "stella" dicevamo "pensa"», racconta entusiasta il piccolo, forse futuro, yogi cui è stato disegnato un pallino sulla fronte. «È un occhio in più per vedere con la fantasia!», mi spiega.

Mi racconta poi che a coppie si sono sdraiati mettendo piede contro piede formando un tunnel dove si passava sotto a turno, che hanno camminato facendo la gara a chi camminava più piano, che erano tutti sdraiati a pancia in su e «per tenere gli occhi veramente chiusi le "maestre" ci hanno messo un fazzoletto nero sopra gli occhi, ma si vedeva che la luce era ancora accesa e il tetto era spento. Poi ci hanno letto una storia che parlava di bambini e animali e ci hanno fatto un massaggio sulla fronte e si sentiva un profumo buonissimo», conclude Giacomo prima di aggiungere che si sente molto fiero per avere imparato a stare in equilibrio su una sola zampa. Come un fenicottero.