"La boxe è la mia storia d'amore più intensa, mi ha insegnato a sognare e a buttare tutta me stessa per raggiungere un obiettivo". Si può descrivere con questa frase, una frase concentrata (come) in un pugno, Federica Monacelli, campionessa nel 2012 ai campionati nazionali universitari e l’anno successivo vittoriosa al campionato italiano assoluto. Ha il corpo di un'eroina dei fumetti, occhi profondi e ancorati al qui e ora, un'espressione del viso severa che spesso si trasforma in un sorriso dolcissimo e due rigorosissime trecce da boxeur. Meravigliosa!

Classe 1990, a sei anni Federica vuole diventare una tennista e ci si butta cuore, anima e corpo. A 16 anni si trasferisce a Barcellona in una prestigiosa accademia dove si allena cinque ore al giorno. Quando si allena è un asso, ma in torneo tutto è diverso. Mentre attraversa una fase di frustrazione e disillusione, il suo cammino si intreccia con quello della kick light prima e della boxe dopo. Rimane travolta dalla magia del pugilato e folgorata dalla potenza dei pilastri di questo sport da combattimento: il rispetto, la calma, il raziocinio, lo spirito di sacrificio, l'umiltà e l'autocontrollo.

Il motto di Paulo Coelho Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni che Federica Monacelli ha voluto riportare sul proprio sito spiega benissimo quello che ha provato la prima volta che ha indossato i guantoni e familiarizzato con ganci, ripetute & Co. Cosa le ha insegnato la boxe? "Durante gli allenamenti ho imparato cos'è il coraggio e l'ho acquisito. Una forza d'animo che mi ha permesso e continua a permettermi di affrontare situazioni che non avrei mai pensato di essere in grado di affrontare e di superare. Poi a un certo punto ti guardi indietro e solo in quel momento ti rendi conto di quanta strada hai fatto", si legge sul suo sito dove si trova un'altra frase famosa, questa volta del Dalai Lama: "Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza, la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi".

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Fabio Tempestini

La incontriamo al centro Crossfit Navigli di Ripa di Porta Ticinese a Milano in occasione dell'Oysho Sport Hub, la pop up gym di Oysho che in questa palestra meneghina ha fatto tappa per tre giorni (25-26-27 ottobre 2018) dopo avere toccato Barcellona, Mosca, Madrid e Istanbul. Tra i corsi in calendario per questa tre giorni all'insegna del Your Best You Stars Here vengono proposte discipline quali surf's up, functional zone, fitness ballet, active yoga, light box e, appunto, boxe. La fortuna è che a tenere una di queste lezione è proprio Federica Monacelli!

Ci chiede subito se qualcuna di noi si sia mai avvicinata a un sport di combattimento. La risposta è negativa all'unisono. Comincia lo sparring, così si chiama l'allenamento dei pugili. Federica ci fa iniziare a correre in cerchio, poi ci fa sciogliere le braccia facendole roteare, poi ci fa saltellare per scaldare le gambe. Dopo qualche jump ci fa disporre davanti a lei per spiegarci come si fa un pugno. Sopratutto come si prepara per darlo in modo tale da non farsi male alle nocche. Ci prepariamo a realizzare un jab sinistro, il pugno che dovrebbe costituire la base per un buon pugile. È un pugno di difesa, ma anche un pugno per costruire le combinazioni. Il pollice resta esterno e si appoggia più o meno sulla nocca dell'indice. Gamba sinistra davanti, gamba destra dietro, entrambe piegate. I gomiti vanno verso l'interno, verso il busto, mentre i pugni sono sollevati, quello destro sotto la guancia destra, quello sinistro sotto il mento. Da questa posizione parte il pugno sinistro. Ci esercitiamo a coppie cercando di colpirci l'una sulla palla di sinistra dell'altra cercando l'altra di schivarli. Ci vuole tantissima attenzione, velocità e precisione. Chi sbaglia paga! Come? Con 10 flessioni o 10 squat. Ouch!

"Il pugno parte dai piedi e dalle gambe", ci spiega Federica. “Dalla posizione di guardia si parte e si ritorna, è l’inizio e la fine del movimento che facciamo per tirare un pugno”. Si vede che è abituata a parlare con donne che non sono mai salite sul ring. La Monicelli, infatti, ha fondato l'anno scorso insieme a due amiche, una trainer e un’avvocato, Be Woman, un'associazione che aiuta le donne che hanno subìto violenza fisica o psicologica a ritrovare se stesse attraverso lo sport. Chi meglio di lei potrebbe insegnare a una donna come rialzarsi quando cade? Chi meglio di lei potrebbe farle capire che imparare le tecniche di autodifesa può diventano un potente mezzo per (ri)guadagnarsi la fiducia in se stessa? Ora ci fa provare contro il sacco. Sinistro, destro, sinistro. Sinistro, destro, sinistro. Iniziamo timide, poi cominciamo a darci dentro. Federica ci consiglia di immaginare il sacco come qualcosa di negativo che vogliamo distruggere. La forza ci esce in modo naturale, una forza che nessuna di noi immaginava di avere. Ci sentiamo più toniche e leggere. Purtroppo la lezione è finita. Facciamo solo un paio di minuti di stretching. Grazie Federica di averci insegnato che la costanza e la perseveranza possono dare ottimi risultati, spesso addirittura migliorare la vita.