Un motivo per alzarsi alle quattro del mattino, mentre Miami è travolta da un temporale, è vedere correre cinque ragazze che non erano ancora nate quando si ascoltavano le Spice Girls. Ovviamente: corrono vestite da Spice Girls. Un altro ottimo motivo è osservare un padre vestito da tartaruga Ninja che corre spingendo un passeggino baby munito. O una cinquantenne messicana che si ferma a scattare selfie tutta sudata con dietro un’alba nella Florida delle albe. Chi non ama correre, la sottoscritta, dovrebbe girarsi dall’altra parte del letto. Di certo non correre la Half Marathon & Freaky 4 Mile di Miami, in pieno clima da Halloween e 32 gradi afosi a marchiarti il corpo. A convincermi a correre in questa alba americana è la mia compagna di motivazione e di corsa in un duo creato da Diadora sotto il claim “porta la tua amica pigra a correre con te”. La mia amica e persona sportiva è una che due anni fa ha corso la maratona di New York: 42 km senza fermarsi mai per poi “sentirsi d’oro al traguardo”. Io sono, decisamente, la sua persona pigra.

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Courtesy Photo Diadora
Il gruppo di RunwithMe by Diadora prima della partenza dei 21 km.
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Il tema decisamente freak della 4 Freaky Miles e Half Marathon di Miami

Come cominciare a correre è una domanda che, per me, non ha risposte: in 35 anni ci ho provato almeno 6 volte. Con fortune alterne: ho iniziato, corricchiato, abbandonato, ripreso e soffocato la pulsione sotto cumuli di pigrizia. Perché svegliarsi all’alba quando, se fortuna vuole e ti sveglierai prima del solito, puoi portarti avanti con il lavoro? Perché correre la sera quando puoi rientrare più tardi e giocarti la carta della stanchezza psicologica e del nervoso da scrivania? Chi corre una maratona ha un grande senso del dovere verso se stesso, penso. Un grande desiderio di vincere qualcosa, credo. Niente di più falso. Me ne accordo quando le ultime gocce di pioggia si stendono su costumi di carnevale di lycra mentre i trucchi da Joker colano in modo drammatico: basta osservare il team di 10 coppie allenato per arrivare qui da Diadora grazie a Gelindo Bordin, direttore sport marketing e merchandising di Diadora, ex campione olimpico in quella maratona targata 1988. Il team di amatori e semi professionisti corrono insieme con un entusiasmo bellissimo, riuniti in una nazionale non ufficiale chiamata #RunWithMe (un concorso in cui il brand Diadora crede partendo dal concetto di community umana e non solo social: prima di Miami anche la celebre New York Marathon). Un mix di pigrizia e dovizia: persone pigre corrono guardando gli amici sportivi prendere le distanze (in miglia) e il sudore tratteggiare tempie e tempi. Alla fine sono tutti giganti sotto il sole cocente di Miami.

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La super sportiva Lisa Migliorini, atleta e influencer con il suo TheFashionJogger.it

Quando inizio a correre vedo i miei compagni di squadra nelle loro maglie arancione e viola Diadora confondersi in un gateau umano di maratoneti vestiti ad arte, composizioni artistiche da esibire correndo mentre l’alba si alza e Miami si sveglia magnifica nei suoi colori pastello. Correre e non volerlo fare: ma c’è un motivo se chilometro dopo l’altro continuo a muovere quelle gambe definite da quante ore sto seduta davanti a uno schermo. Ci sono troppe torrette di soccorso di colori diversi da vedere sul mio lato sinistro, dove l’oceano spuma tranquillo. Ci sono troppe persone anziane e piegate dagli anni che corrono ininterrottamente. Ci sono giovanissime maratonete che corrono mano nella mano con il loro papà e si concedono capricci per poi ripartire punte nell’orgoglio. Ci sono troppe persone appagate dal correre da sole per non dimostrare niente a nessun pubblico, solo godersi la loro Miami vuota e silenziosa. Ci sono troppe persone felici di essere volate qui a concedersi una sfida più o meno silenziosa: corri, al tuo tempo, corri, guardati intorno tu sei tutto e la stanchezza è niente. Corri ci sono così tante albe che ti aspettano sudato, spettinato e stordito dal caldo. Corri c’è vita oltre le mie scuse quotidiane.