Nella foto in alto: il nucleo centrale della villa, battezzata dai proprietari Brise-Soleil (frangisole), visto dalla piscina. Nel parco, piante mediterranee e palme da dattero. Il solarium invita al relax con le sedute della collezione Maia, design Patricia Urquiola per Kettal; lettini Zendo, di Stephane De Winter per Manutti.

Tre edifici affacciati sull'immensa piscina, fulcro del concept

Nota come "Triangolo di platino" per l'ostentazione di opulenza, è una macroarea nella contea di Los Angeles compresa tra Bel Air, Holmby Hills e Beverly Hills. Proprio in quest'ultima prestigiosa enclave sorge Villa Brise-Soleil, monumentale tenuta estiva su milletrecento metri quadrati voluta da una coppia europea con un figlio adolescente. Volumi geometrici, tagli netti e scale sinuose attualizzano i dettami di quello stile Mid-Century Modern tanto amato dai committenti. La pianta aperta delinea spazi fluidi, senza soluzione di continuità tra interiors e outdoor, per beneficiare al massimo del clima subtropicale della California.

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L’angolo intimo del living accoglie il divano su disegno di studio William Hefner, come il side table ornato dalla lampada Giova, Gae Aulenti per FontanaArte; due tavolini rotondi linea Cupidon, Ligne Roset. Sulla parete, Marilyn Monroe, Bubblegum Pink, di Michael Moebius
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Sgabelli Lloyd, Cumberland Furniture, e sospensioni Cumulus, Ralph Pucci.
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Consolle Occhi e specchio Architettura, Fornasetti.
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Audrey Bubblegum, di Michael Moebius.

Nell'essenzialità del concept irrompono tocchi eccentrici squisitamente hollywoodiani. «Le residenze secondarie sono più divertenti, poiché possono ignorare il diktat della funzionalità», afferma William Hefner, l'architetto artefice della struttura (oltre che degli interni e degli esterni, parco compreso), teso a soddisfare il desiderio della proprietà di «affrancarsi dagli schemi». Così il professionista ha fatto della piscina il fulcro del progetto, ideando attorno al suo perimetro una triade di ampi e ariosi edifici: la dépendance per gli ospiti, il nucleo centrale su due livelli e la suite padronale, collegata da un ponticello coperto in vetro che scavalca il laghetto.

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Nella sala da pranzo, tavolo, poltroncine alle estremità e consolle ideati da studio William Hefner; sedute rosa di Carlyle Collective; lampadario Giogali, Vistosi; tappeto creato su misura da Erik Lindström. Serie di piatti e vasi Fornasetti.
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Una sala della zona giorno con i due sofà e il set di tavolini progettati da studio William Hefner; poltrone twin Ro, design Jamie Hayon per Fritz Hansen, in tessuto Holly Hunt; sistema di illuminazione Abaco, Venini. Il maxicarpet custom-made è di Erik Lindström.
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Una scenografica infilata di finestre dai vetri opachi in vari colori: un modo per garantire la privacy a questa casa ubicata in un quartiere molto frequentato di Beverly Hills. La scala è sinuosa e leggera, complici la pietra candida e la balaustra trasparente.

Al pianterreno, le vetrate opacizzate dai delicati toni pastello garantiscono la privacy e, al contempo, diffondono una luce calda e avvolgente. La luminosità rende ovattati gli ambienti, in cui sono stati accostati arredi custom-made, elementi di design e qualche ricercato mobile vintage. I locali di servizio – dalla cucina al garage (scrigno dell'importante collezione di automobili della famiglia), fino allo studio del padrone di casa – sono nascosti alla vista, nel segno di un gioioso disimpegno. «Lo spirito ludico si sprigiona in ogni angolo», rimarca Hefner. Il riferimento è ai numerosi pezzi ironici di Fornasetti, all'intervento dell'artista spagnola Emma Ríos sulle ante dell'home theatre, vivacizzate da un paio di occhi cerulei che sbirciano curiosi da dietro i tendaggi, nonché allo scanzonato mood neopop della raccolta d'arte contemporanea, valorizzata dal candore delle pareti. Spiccano i barboncini di Jeff Koons, le sculture iperrealiste life-size della statunitense Carole A. Feuerman e l'iconica serie delle star con bubblegum (qui Marilyn Monroe e Audrey Hepburn) di Michael Moebius.

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Uno dei bagni vivacizzati dai tavolini Fiori di Lina, Fornasetti, e da una scultura iperrealista di Carole A. Feuerman.
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La camera padronale, per la quale lo studio William Hefner ha creato letto, comodini, sofà, consolle e specchiera. Le due abat-jour fanno parte della collezione Torch, di Arik Lévy per Baccarat; lampadario Première Dame, Barovier&Toso. Wallpaper Callidus Guild e tappeto di Anthony Monaco.


«Un tempio alla joie de vivre, sostenibile e rispettoso del contesto», conclude William, che ha contemplato strategie quali la ventilazione incrociata naturale e i dispositivi ad alta efficienza idrica ed energetica. Ha infine disegnato un giardino di piante mediterranee: specie inclini ad andare a riposo nella stagione calda, rinunciando al bene prezioso dell'acqua