Nella foto in alto: esalta l'intensa luce naturale il candore delle pareti e del divano Michel Effe, di Antonio Citterio per B&B Italia, come il coffee table Michel. Coppia di poltrone Bertoia Large Diamond, Knoll; sullo sfondo, libreria dalla finitura in rovere disegnata su misura da Gie Wollaert.
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Solo a una ventina di chilometri dalle spiagge di Marbella, perla della Costa del Sol, Benahavís è un villaggio incastonato in una valle dell'entroterra andaluso punteggiato di case imbiancate a calce e stradine lastricate. Dominata dalle rovine della fortezza di Montemayor e da torri di guardia moresche che svettano nel cielo senza nubi, la località è meta di un turismo d'élite attratto dalla dozzina di campi da golf e dai rinomati ristoranti gastronomici.
Appena fuori dal paese, tra le residenze di vacanza sorte sulle sinuose alture boschive, spicca per l'impeccabile rigore formale questa villa di settecentottanta metri quadrati, appartenente a una coppia ceca. Abbarbicati su un pendio scosceso, i due livelli della dimora si protendono verso l'orizzonte marino come un balcone naturale, in totale osmosi con il paesaggio. «La travolgente bellezza del contesto è stata la fonte primaria d'ispirazione. Ogni dettaglio è pensato per sfumare i confini in/out e lasciare entrare il panorama negli interni», spiega Gie Wollaert, architetto belga residente a Malaga, dove ha fondato lo studio A-Plus Villas. È lui l'autore del progetto, connotato da tetti piani, pareti trasparenti e palme, «poiché è stato il modernismo californiano degli anni Cinquanta e Sessanta a influenzare fortemente il concept».
Coerentemente funzionale è il layout, che prevede una zona giorno affacciata sul patio, cinque camere da letto, sei bagni, sauna e palestra. Per un effetto abbagliante, maxivetrate rimpiazzano i muri perimetrali e i divisori sono ridotti al minimo. Il living si sviluppa in lunghezza, parallelo alla piscina nel parco (una ulteriore, indoor, occuperà il terzo piano in corso di realizzazione); qui, una libreria bifacciale disegnata dallo stesso Wollaert separa l'area ricevimenti dalla family room, con il rovere a scaldare il bianco dominante. Alla collezione di opere d'arte contemporanea va il ruolo di vivacizzare la palette minimalista.
Anche il décor aspira all'essenziale: il design italiano, accostato a elementi bespoke, ritma gli spazi votati alla sobrietà. «Il controllo esercitato su forme e colori esalta per contrasto la forza vitale dello scenario», sottolinea Gie. Così, la camera padronale è stata trasformata in un'ideale cornice: inquadra come un obiettivo fotografico le colline e una seconda, piccola vasca open-air, che ricorda le fontane arabe. Il riferimento è alle origini moresche del luogo, al pari di alcune superfici realizzate a secco con la pietra tipica della regione. «Ho lavorato sul doppio fronte di tradizione e razionalismo, puntando sulla perfetta fusione con l'ambiente circostante», conclude il creativo. Al centro, il ruolo vivificatore della luce, materia prima del linguaggio architettonico.