Nella fotografia in alto, il soggiorno aperto sull'enfilade di sale che compongono l'area living. Poltrone Piedmont, di Barbara Barry per Baker. La cassettiera nell'ingresso è un'eredità di famiglia, come anche le applique. Lampadario con sfere in vetro fumé Molten, di Regina Andrew; tendaggi disegnati da Kelly Wearstler, Lee Jofa.
Un’intensa luminosità accarezza i velluti e fa risplendere gli chandelier. Opacità e trasparenza a confronto, in versione soft touch
Strategicamente prossimo al centro di New York, Pelham è un tranquillo sobborgo nell'estremo Sud della contea di Westchester. Attirata dalla vicinanza a Manhattan, una popolazione cosmopolita – personalità del mondo dell'editoria, della Tv e funzionari delle Nazioni Unite – ogni mattina percorre a piedi il piacevole tragitto fino alla piccola stazione dei treni, con il New York Times sottobraccio, diretta verso la metropoli. Fondato nel 1654, anno in cui l'aristocratico inglese Thomas Pell acquistò circa novemila acri dalla tribù nativa Siwanoy, il distretto è rinomato per le sue eleganti residenze circondate da giardini di aceri centenari, che l'estate indiana tinge di rosso.
Le dimore sfoggiano un'insolita varietà di stili. Alcune ricordano i castelli delle fiabe, altre s'impongono per il maestoso timpano neoclassico o le facciate vittoriane e gli imponenti comignoli Tudor. La villa al centro di questo servizio – originaria del 1926 – spicca per la sua raffinata sobrietà. I neoproprietari, una giovane coppia con due bambine di nove e sette anni, hanno chiesto alla designer Rajni Alex di rivoluzionare gli interni: cinquecento metri quadrati distribuiti su due piani e una taverna. «I padroni di casa adorano ricevere gli amici e aspiravano a un'atmosfera accogliente, vivacizzata da tocchi glam», spiega.
Nata e cresciuta in India – ma con una lunga permanenza a Singapore e studi di marketing alla newyorkese Pace University, prima di approdare al mondo del décor – Rajni ha dovuto confrontarsi innanzitutto con il particolare disegno della zona giorno: un'enfilade di stanze a cannocchiale. «La sfida consisteva nel mantenere una coerenza estetica lungo gli ambienti, scongiurando la monotonia». Per infondere un ritmo dinamico agli interiors, è stato modificato l'orientamento della cucina e ampliato il primo livello, con l'aggiunta di una family room. L'attenzione si è quindi spostata su una transizione dolce da un locale all'altro attraverso un progetto cromatico declinato su un'estesa scala di grigi.
Nel living, le nuance perla, gainsboro e ardesia dei rivestimenti creano chiaroscuri sottolineati dai dettagli dorati di tendaggi, cornici e chandelier. Nella sala verandata, tortora e piombo si tingono di punte di giallo e marrone, per scaldare l'intensa luce filtrata dalle vetrate ad arco. Gli arredi – pezzi custom-made o da brand statunitensi oppure ancora di pregiato vintage dal patrimonio di famiglia – replicano la palette imperante. Le tonalità più intense delle pareti e dei pavimenti, impreziositi da sensuali maxicarpet in velluto, si accendono di riflessi vibranti: un gioco creato dai lampadari, tra cristalli di quarzo e sfere di vetro fumé lavorate a mano. Come postille lucenti in una narrazione austera.