Nella foto, la lobby principale al piano terra; il divisorio è in rovere "bruciato" con la tecnica giapponese shou sugi ban e ottone invecchiato; dietro si intravede una scultura di Chris Soal. La parete di sinistra è a specchio bronzato; quella sullo sfondo in legno, ornata dall'artwork Mopane, firmato Atang Tshikare.
Emana un'energia potente questa architettura, proprio come la natura in cui è immersa. Il complesso residenziale – Clifton Terraces, dal nome dell'esclusivo quartiere satellite di Cape Town dove sorge, in Victoria Road – comprende quattordici unità abitative per un totale di ottomiladucentoquaranta metri quadrati, che dalla montagna Lion's Head digradano verso le splendide, candide spiagge sulle rive dell'Oceano Atlantico. La struttura non cede alla lusinga del protagonismo, al contrario si adatta al pendio, sposandone il ritmo attraverso sbalzi audaci e profondi terrazzamenti. Allo stesso modo, la sobria composizione della facciata è pensata in funzione di un fluido inserimento nel paesaggio.
La penthouse al centro del nostro servizio è la punta di diamante dell'imponente progetto – firmato da Saota, realtà sudafricana acclamata internazionalmente – e occupa gli ultimi piani, dal sesto al decimo. Gli interni sono curati da due divisioni dello stesso studio: ARRCC per l'interior design e OKHA per il décor, compresi gli arredi bespoke, prevalenti nei locali. La prima richiesta dei padroni di casa, competenti collezionisti, è stata quella di valorizzare i lavori dei loro autori prediletti, vanto della nazione. Si tratta dello scultore Atang Tshikare (presente con due opere rispettivamente nella master bedroom e nella sala da bagno annessa), del pittore Mongezi Ncaphayi (la cui tela astratta affianca il grande tavolo trapezoidale nella zona pranzo) e infine di Chris Soal, che ha contribuito a creare un'atmosfera speciale nella lobby.
Il taglio contemporaneo è addolcito da eruditi riferimenti estetici agli anni Venti e Trenta, nonché agli stilemi dell'Art Déco. Ornano gli ambienti lavorazioni cannettate, mentre finiture metalliche impreziosiscono porte e artistici pannelli divisori. Essenze pregiate e superfici lignee trattate con la tecnica giapponese del shou sugi ban – capace di donare una seducente patina effetto "bruciato" – compongono sontuosi affreschi assieme ai marmi. La matericità è il vero fil rouge, accentuata dagli artwork di analoga ispirazione e rispettata da una palette priva di eccessi cromatici, «che predilige le sfumature del caffè, tradite da qualche tentazione verde salvia», sottolinea Jon Case, direttore di ARRCC.
Alla decorazione di misurata eleganza si affianca un sistema di domotica all'avanguardia, che permette di intervenire da remoto in ogni ambito: ascensore, wi-fi, sicurezza e non da ultima la gestione della piscina privata al settimo livello, ricavata nell'ampio patio (centocinquanta metri quadrati), sul quale affaccia il living dal doppio volume. Luogo dedicato al relax e alla convivialità – complice il clima mite – il salotto outdoor offre la fruizione del panorama, con lo sguardo libero di volare dalla costa fino all'iconica silhouette "piatta" della Table Mountain, sul retro del building: elementi primigeni di abbagliante bellezza.