Nella foto: la sala ingloba area ufficio e cucina. Sofà Extrasoft, di Living Divani; a destra, seduta Scandia, Hans Brattrud, Fjordfiesta; scaffalatura custom-made creata da Vincent Bruyninckx; a parete, tela Géométrie Sacrée, Sophie Cauvin; carpet Cubic, di Limited Edition; a sinistra, un antico vaso giapponese.

"Il parco è l'estensione della mia interiorità, il luogo in cui trovo ispirazione e una pace profonda"

Verso la periferia sud, il tessuto urbano di Bruxelles cede gradualmente il passo alla campagna. Qui, imboccando una stradina, si raggiunge un'oasi fuori dal tempo: un terreno ricco di alberi dove spicca un faggio rosso plurisecolare, testimone delle lotte tra francesi e austriaci a metà del Settecento.

mireille roobaert, beba marsano, sophie cauvin, case, marieclaire maison italia, marzo 2021pinterest
Mireille Roobaert
Nello spazio espositivo, panca PK80 disegnata da Poul Kjærholm per E. Kold Christensen (1957), oggi rieditata da Fritz Hansen; qui sotto, terra su tela Genèse, Sophie Cauvin. L’ampia vetrata scorrevole inonda di luce la galleria e genera continuità con l’intimo patio, circondato da solenni alberi secolari.
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L’artista Sophie Cauvin.

La sua sagoma imponente ha sedotto a prima vista Sophie Cauvin, artista belga alla ricerca della giusta atmosfera per la propria dimora atelier. Acquisita la tenuta, ha contribuito al progetto collaborando con l'amico architetto Marc Corbiau. Risultato della felice simbiosi è una villa contemporanea dalla valenza spiccatamente "minerale" per l'utilizzo massiccio della Pietra di Vals, di provenienza elvetica, che riveste l'intera costruzione e vari accessori décor, diventando l'elemento caratterizzante. La superficie grezza, intrisa di forza innata, ha un aspetto orgogliosamente naturale e promuove un rapporto osmotico con il paesaggio.

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L’angolo cucina del living con tavolo bespoke e parete, tutto nella stessa Pietra di Vals del rivestimento esterno; sedie Plywood LCW, Charles & Ray Eames, Vitra; mobili su disegno in legno di castagno; sospensioni Royal, David Chipperfield, Viabizzuno.

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La scala di collegamento tra l’atelier e la galleria fiancheggiata dai quadri di Sophie: Météorite, a sinistra, e Géométrie Sacrée, a destra. Le due sculture e la maxitela a tecnica mista sul fondo, sempre sue, fanno parte della serie Espace Euclidien. A soffitto, le luci di Erco, concepite per l’utilizzo nei musei.

«Ho voluto un edificio polivalente, adatto a ospitare mostre, conferenze, concerti e cene, per respirare la cultura in ogni sua declinazione. E poiché ci troviamo pur sempre in un quartiere residenziale, ho integrato anche l'abitazione», rivela Sophie. Pittrice, scultrice, ceramista, lavora con terre e sabbie provenienti da ogni angolo del globo negli ambienti al pianterreno, che comprendono pure il laboratorio, nonché una galleria.

Il nitore dell'involucro invita lo sguardo a posarsi sulle opere. L'arioso living multifunzionale – zona relax, cucina, dining, ufficio – punta su una palette che spazia dal bianco a una sinfonia di grigi, in dialogo con la roccia (assoluta protagonista) e il rigore del cemento sui pavimenti. Molti mobili, perlopiù di artigianalità sartoriale, sono in legno tinto nelle nuance imperanti, a esclusione di qualche pezzo vintage di squisita fattura, come l'iconica poltrona Scandia in palissandro; la medesima filosofia cromatica è ribadita nell'area notte, al livello superiore. Ovunque, immense vetrate scorrevoli (fino a quattro metri di altezza) consentono alla luce di irradiarsi nei locali, creando una relazione indissolubile con l'affascinante scenario circostante.

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Nell’area in stile giapponese del giardino predominano bossi e bambù nani; a destra, un Acer Palmatum.

«Il parco è l'estensione della mia interiorità, il luogo in cui trovo ispirazione e una pace profonda. Per realizzarlo mi sono avvalsa dell'aiuto del paesaggista Piet Blanckaert. Insieme l'abbiamo suddiviso in due parti distinte. La prima – alberata, ricca di lecci, querce da sughero e Osmanthus – rappresenta il macrocosmo e funge inoltre da barriera visiva, celando i possedimenti confinanti. La seconda, più circoscritta, abbraccia l'edificio: un giardino in stile zen, intimo e privato, costellato di rododendri, azalee, aceri e bambù». Un tempio dello spirito in cui immergersi per rigenerarsi, ascoltando il suono dell'acqua, il canto degli uccelli; e, al contempo, un compendio di poetica bellezza plasmato dall'uomo. Quando la natura sconfina nell'arte.

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Letto oversize (2,4 x 2 metri) realizzato su misura, con plaid in lino di Maison de Vacances; comodino artistico in cemento, Martin Schuurmans; sulla parete in legno di castagno è integrata la lampada linea Roy, di Viabizzuno; tendaggio bespoke.

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Il bagno padronale su progetto è caratterizzato da geometrie rigorose e dall’onnipresente Pietra di Vals. Il mobile lavabo è sormontato da specchi per dilatare i volumi. Dall’imponente vasca, ispirata alle terme romane, si gode di una vista spettacolare sul parco; la rubinetteria è tutta dell’azienda Cea.