Tutto firmato Dylan Farrell Design: i coffee table rotondi Goliath, il divano, i tavolini Nido, la lampada Tension; poltrona Le Minotaure e pouf Nuage, di Pierre Augustin Rose; dormeuse bespoke. Scultura da terra Totem 12, Stephen Ormandy; sulla parete frontale, il quadro è dell'artista Dale Frank.
Racchiusi tra il confine orientale della metropoli e l'Oceano Pacifico, gli Eastern Suburbs di Sydney sono un'elegante area residenziale apprezzata da celebrità e socialite per la bellezza delle spiagge e gli immobili di classe. Qui, una giovane coppia cosmopolita ha scelto di abitare in questa villa su tre piani, non lontana dal distretto degli affari e completata da un giardino che offre un'incantevole vista sul porto.
«È stata un'autentica corsa contro il tempo», racconta Dylan Farrell, fondatore e titolare con la moglie Nicolette dello studio omonimo. «I proprietari ci hanno chiesto di rinnovare gli interni e ideare ex novo il décor entro la data delle nozze, prevista solo tre mesi dopo. Desideravano un ambiente contemporaneo adatto a una famiglia in crescita, aperto all'ospitalità di parenti e amici. Insieme abbiamo concordato di puntare su uno stile audace, ma sobrio nella visione d'insieme, caratterizzato a tratti da effetti sorpresa: pietre inusuali, nonché forme, colori e proporzioni anticonvenzionali, che ci hanno anche aiutato a bilanciare la rigorosa impronta tardomodernista della struttura».
Le venature dei diversi tipi di pietra donano una personalità unica a ciascun ambiente, in un riuscito connubio di estetica e funzione
Il timing serrato ha influito sulla progettazione dei mobili sartoriali, che privilegiano linee funzionali arricchite da dettagli ricercati, quali maniglie e pomelli. «Si è trattato di una sorta di improvvisazione jazz, in cui le idee sono confluite spontaneamente l'una nell'altra, generando infine un'armoniosa continuità estetica». Nel living, destinato alla socializzazione, cromie coinvolgenti e le silhouette scultoree degli elementi bespoke definiscono una composizione sensoriale, una parata di elementi dal temperamento urbano. In un gioco di richiami, il blu dei quadri duetta con i toni cobalto del sofà, mentre l'oro dell'opera LP9 Gold di Ryan Hoffmann – nella sala da pranzo – enfatizza i bagliori dell'ottone e del bronzo, onnipresenti. Troneggia nel vestibolo la scultura murale tridimensionale Wonderland, parte di una serie di pezzi forgiati da artigiani locali in esclusiva per Dylan: «Gli artwork stanno all'interior design come i gioielli all'abito», sentenzia.
Gli accessori custom-made sfoggiano minuziose finiture metalliche: preziosismi che illuminano le silhouette essenziali
Si uniscono al coro le carismatiche venature dei marmi su arredi e rivestimenti (Carrara, Verde Van Gogh, Onice, Statuario Venato), a rafforzare lo storytelling di una dimora orgogliosa della propria unicità. Al livello superiore, dove sono organizzati i locali privati, il linguaggio si fa più soft e ogni eccesso viene bandito. Il bianco degli accessori fraternizza con il grigio chiaro dei maxitappeti, mentre incursioni di nero interrompono l'uniformità della palette, in uno studiato dinamismo. L'atmosfera generale è all'insegna di un avvolgente relax. Uno scrigno di beatitudine, che una giovane Brigitte Bardot sembra volere condividere: ritratta in foto a occhi chiusi, persa a inseguire un sogno.