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A Palmarola tra pirati e sirene

L'esclusiva dimora isolana di Alda Fendi.

Di Barbara Majnoni dIntignano
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Sono in molti a chiedere: «Come fai a passare tre mesi nel pieno isolamento, scollegata dal mondo, senza luce, acqua né telefono?» In effetti Palmarola, considerata una tra le più belle isole al mondo, popolata da qualche anima solo nel periodo estivo, ha poche abitazioni, un piccolo ristorante, in più non è sempre raggiungibile. Ma proprio per questo lei si è innamorata del luogo e dell'antico eremo sul mare. Non si è certo fatta intimorire dai possibili disagi. Anzi. Il posto l'ha letteralmente folgorata, l'edificio sul mare che è diventata la sua casa, pure. Stiamo parlando di una donna a cui piace mettersi in gioco, una visionaria con un nome famoso nel mondo della moda. È Alda Fendi, anima dell'omonima fondazione che dal 2001, realizzando il suo sogno, si occupa di esperimenti artistici a tutto tondo e che oggi ha un grande bisogno di trascorrere dei periodi in quest'oasi naturale per ricaricarsi.


«Quando arrivo sull'isola, mi si apre il cuore: c'è un'acqua così turchese e una bellezza selvaggia quasi struggente. Non mi stanco mai di osservare le pareti rocciose, i fondali colorati», confida. La casa poi, la riporta alle leggende dei pirati. «Spero sempre che di notte vengano a rapirmi. Per questo ho messo delle scale ai quattro lati della casa. Le immagino come appoggiate a un fortino…Ci vuole sempre fantasia quando si decide di mettere in piedi il proprio rifugio». Alda, in quello che un tempo fu un ristorante, è partita dal nome di un posto di mare di pescatori locali: Nuoto Latino, evocatore di idee e fantasie per realizzare un habitat primitivo e poetico. Una casa che si compone di un porticato, quattro camere con bagni annessi, che si affacciano tutte su un'unica stanza, come un grande living. Gli ambienti che lì per lì appaiono semplici, in realtà sono studiati in ogni piccolo dettaglio. Il mare, vero protagonista di Palmarola, è ovunque in questa proprietà, ora usata anche dalla figlia Giovanna. Non per nulla i colori scelti sono il blu, il bianco e il giallo. Il blu fascia la casa e si rincorre lungo le pareti per un terzo dell'altezza, a simboleggiare le onde, con un affrancamento di bianco che disegna anche il soffitto. Pure il pavimento di legno blu, in una tonalità sbiadita, aiuta a prolungare la visuale del mare.


Mentre una striscia gialla che attraversa la casa da parte a parte evoca simbolicamente la scia di una barca. Infine, sulla spiaggia, ci sono affascinanti chiglie abbandonate qua e là. Nuoto Latino è stata pensata e ripensata, concepita da una mente abituata da sempre a creare. «Viverla è un'emozione unica». Per esempio Alda ha usato le pinne come se fossero pezzi d'arte; al posto delle porte ha voluto le tende perché con il vento si muovono continuamente. Ci sono dei tavoli vintage, degli armadi tinti in bianco decapati come fossero consumati dalla salsedine, una ventina di sedie sparse. «Sedie messe lì senza cerimonia», spiega, «come se ci fosse stato un ricevimento la sera prima e la mattina fosse rimasto ancora tutto in disordine. Questa è la sensazione che voglio dare. Ma il fiore all'occhiello sono le lampade, un'invenzione di Raffaele Curi, direttore artistico della Fondazione. Sono semplici scatole che proiettano una luce fosforescente: riflettendosi sul blu attorno suscitano autentiche magie di luce».


Insomma un posto fuori dal mondo, dove comunque Alda è riuscita a coprire i bisogni primari. Ha sistemato delle cisterne per il rifornimento di acqua che viene portata due volte l'anno da una barca. Si è fatta mettere dei gruppi elettrogeni per l'elettricità. Ha un eliporto per le emergenze e non poteva mancare un fornitissimo orto. «Basta allungare la mano e si prendono pomodori, peperoni e melanzane…Per altri generi alimentari si fa rifornimento come se la casa fosse un albergo. È parte del suo fascino. In più, il passaggio mi porta alla vita immaginaria: mi aiuta a pensare ai nuovi progetti della Fondazione. Proprio qui, infatti, ho avuto ispirazione per Sfiorerai il mio destino come una farfalla, l'ultima performance teatrale, scritta e diretta da Raffaele Curi, che tocca i temi della purezza e della leggerezza».

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Scorcio della casa-fortino a Palmarola di Alda Feldi

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Le pareti decorate con pinne gialle e blu

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Bambini si divertono tra le onde del mare di Palmarola

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Oggetti e complementi decorati con il nome della casa Nuoto Latino

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Uno dei bagni con le pareti dipinte di bianco e blu

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Le pinne diventano creative installazioni

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L'alta scala a pioli che raggiunge la terrazza-solarium

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Vista sullo scoglio delle Galere

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Il pavimento in legno della veranda

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Le sedie sparse sotto il portico

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Ai lati del portico quattro scale a pioli altissime

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