Palazzo Vecchio e il cortile di Michelozzo, le Cappelle Medicee e le tarsie policrome in pietre dure. Gli affreschi di Giotto e i capolavori custoditi in Santa Croce, che spinsero Stendhal ad annotare sul suo diario di viaggio: «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti e i sentimenti appassionati... Ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Così nel 1817, tra le pagine di Rome, Naples et Florence, lo scrittore francese codificava la sindrome che a lui deve il nome, conosciuta dai tempi del Grand Tour anche come "sindrome di Firenze".

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Matteo Carassale
La Sala delle Madonne nel Museo Stefano Bardini, a Firenze. Il blu iconico fu ripreso da Isabella Stewart Gardner e dai coniugi Jacquemart-André nei rispettivi musei, a Boston e a Parigi.

La città di Santa Maria del Fiore e Ponte Vecchio sembra una Wunderkammer a cielo aperto e, forte di un passato glorioso, oggi attraversa un secondo Rinascimento. Perché coniuga storia e contemporaneità, sfoggia gioielli segreti e gallerie imperdibili, come gli Uffizi o quella dell'Accademia. Un itinerario insolito parte da Montughi: colle vicino al centro, verso nord, dove c'è il Museo Stibbert. Circondato da un parco all'inglese, con tempietti, grotte e giochi d'acqua, è un cabinet de curiosités ricco di costumi, tele, porcellane e armature antiche, tutte catalogate dal raffinato collezionista inglese Frederick Stibbert (1838 – 1906).

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Una sala del Museo Stibbert.
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La Sala da pranzo in stile rococò del Museo Stibbert.
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Il tempietto ellenistico nel parco del Museo Stibbert.

Oltrarno, sul poggio opposto, svetta San Miniato al Monte, superbo esempio di romanico fiorentino. Non lontano da qui, poi, si mostra nella sua bellezza un altro forziere di tesori: il Museo Stefano Bardini. Dimora di un autorevole antiquario vissuto tra il 1836 e il 1922, è il palcoscenico di cornici, madonne, bronzetti e bassorilievi esposti su pareti in un'intensa nuance, quel "blu Bardini" ripreso da Isabella Stewart Gardner e dai coniugi Jacquemart-André nei rispettivi musei, a Boston e a Parigi.

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Venere e Amore, di Baldassarre Franceschini, nella sala dei bronzetti del Museo Stefano Bardini.

Ad arricchire un ideale coro polifonico sono i big dell'arte contemporanea, che a Firenze duettano con le architetture di Lorenzo Ghiberti e Benedetto da Maiano. Proprio come fa Carsten Höller con The Florence Experiment (fino al 26 agosto), ovvero due scivoli monumentali installati tra la balconata e la corte di Palazzo Strozzi. Connessi a un laboratorio di biologia, misurano l'interazione tra le emozioni di chi ne percorre i venti metri e la crescita delle piantine tenute in mano dagli stessi visitatori nell'adrenalinica discesa.

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Un particolare del portale destro di Santa Maria del Fiore.

Tutt'altra suggestione regala il Corridoio Vasariano: fresco di restauro, lo scenografico percorso tra gli Uffizi e Palazzo Pitti accoglie dipinti del Seicento e Settecento accanto ad autoritratti di maestri illustri. Protetto da un'altera torre merlata, il Museo del Bargello conta, invece, sculture di Michelangelo, Donatello e Benvenuto Cellini, terrecotte invetriate di Andrea e Giovanni della Robbia e la fontana di Sala Grande progettata da Bartolomeo Ammannati, su commissione di Cosimo I, per il Salone dei Cinquecento.

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La fontana di Sala Grande, nel cortile del Museo del Bargello.

Silenti testimoni di antichi fasti, statue dall'eleganza manierista popolano il Giardino di Boboli, oasi verde voluta dai Medici in qualità di parco granducale. A contendergli la scena è quello dell'Iris: aperto al pubblico solo a maggio, fa da teatro a un concorso internazionale dedicato ai gigli più spettacolari, proprio come quello scarlatto rappresentato sullo stemma cittadino.

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Il Giardino Bardini.

Altrettanto atteso e blasonato è il Maggio Musicale Fiorentino, festival di danza contemporanea, opera, concerti cameristici e sinfonici, che quest'anno raddoppia con un calendario di due mesi e, fino al 13 luglio, chiama a raccolta mostri sacri del calibro di Michail Baryšnikov e Riccardo Muti. È piuttosto il Tribunale della Mercanzia, in piazza della Signoria, a documentare il dinamismo della città. Ibrido tra galleria d'arte, concept store e meta per esigenti foodies, ora accoglie il Gucci Garden e la Gucci Osteria, diretta dal famoso chef tristellato Massimo Bottura.

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Il ponte Santa Trinita, sull’Arno.
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La Da Vinci suite al The St. Regis.
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Il salotto di una suite al The St. Regis.

Per volontà dei Ferragamo, il medievale Palazzo Spini Feroni – progettato da Arnolfo di Cambio in guisa di fortino, con tanto di merlature guelfe – ospita invece il museo della maison e l'iconica boutique di Via de' Tornabuoni.

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Philip, assistant manager all’Hotel Lungarno.

Un linguaggio erudito, fitto di allegorie e stilemi architettonici, un tempo leggibile solo dall'élite, riecheggia altrove: sotto il portico in pietra serena dalle volte a vela del quattrocentesco Spedale degli Innocenti o tra i volumi di Palazzo Corsi.

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Le tarsie dell’altare della Cappella dei Principi, nelle Cappelle Medicee.

Eredità di Brunelleschi il primo, superlativo emblema del Rinascimento, comprende una chiesa e la pinacoteca in cui risplendono tempere su tavola di singolare fattura, come la Madonna col Bambino e un angelo di Sandro Botticelli e l'Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio.

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Gli affreschi di Jacopo da Pontormo, nella Cappella dei Papi, all’interno del convento di Santa Maria Novella.

Antichissima residenza di mercanti (poi ampliata da Andrea Sansovino e Giuliano da Sangallo) il secondo, oggi è la sede di un gioiello senza pari: il Museo Horne in Via de' Benci. Creato da uno storico dell'arte, l'inglese Herbert Percy Horne (1864 – 1916), fa da scrigno a opere di Giotto, Simone Martini, Masaccio e Filippo Lippi, che con le Cantorie di Donatello nel Museo dell'Opera del Duomo sembrano chiudere le strofe di una sinfonia celeste.

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L’ingresso dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, in Via della Scala 16.
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Ratto delle Sabine del Giambologna, nella Loggia dei Lanzi.

VEDERE

Museo Stibbert. Villa-museo del collezionista Frederick Stibbert, ricca di porcellane, costumi d'epoca, armi europee, giapponesi e islamiche. Tra i quadri trionfa una Madonna di Botticelli. Via Federigo Stibbert 26, museostibbert.it

Museo Stefano Bardini. Un tempo chiesa e convento di San Gregorio della Pace; oggi le sue sale custodiscono, tra gli altri, il San Michele Arcangelo del Pollaiolo. Via dei Renai 37, museicivicifiorentini.comune.fi.it/bardini

San Miniato al Monte. Basilica romanica che sorprende per i suoi mosaici e il pavimento intarsiato. Pregevole la Cappella del cardinale del Portogallo, con pala d'altare e affreschi di Antonio e Piero del Pollaiolo. Via delle Porte Sante 34, sanminiatoalmonte.it

Cappelle Medicee. Dalla Sagrestia Nuova alla Cappella dei Principi, qui sono sepolti Lorenzo il Magnifico e il fratello Giuliano de' Medici. Piazza di Madonna degli Aldobrandini 6, bargellomusei.beniculturali.it

Palazzo Pitti. Dentro, il Museo della Moda e del Costume, il Tesoro dei Granduchi, la Galleria Palatina e d'Arte Moderna; alle spalle, il parco di Boboli, eccellente esempio di giardino all'italiana. Piazza de' Pitti 1, uffizi.it

Museo del Bargello. L'antico Palazzo del Podestà fiorentino accoglie una vasta collezione di sculture di Michelangelo, Cellini, Giambologna e Ammannati, e i tondi maiolicati di Andrea, Luca e Giovanni della Robbia. Via del Proconsolo 4, bargellomusei.beniculturali.it

COMPRARE

Officina di Santa Maria Novella. Fondata nel 1612 dai frati dell'omonima chiesa, è rinomata per cosmetica, profumi, estratti, tè e liquori. Must assoluto è l'Acqua di colonia Melograno, dalle suadenti note orientali. Via della Scala 16, smnovella.it

La via del tè. Boutique in cui trovare il pregiato Sencha Asagiri bio o il Ceylon Vithanakande. Nella sala dedicata si gustano pure ottimi scone con clotted cream e piatti profumati al Lapsang Souchong. Via di Santo Spirito 11, laviadelte.it

Liverano & Liverano. Storico atelier di sartoria noto per la giacca fiorentina a una pince. Qui un giovane team lavora sotto l'occhio vigile dell'ottantenne Antonio Liverano. Preziosi i consigli di Renzo, abile sales assistant. Via dei Fossi 43 r, liverano.com

MANGIARE

La Ménagère. Nei locali di un negozio per la casa nato nel 1896 ora sorge un ristorante con fioraio e shop. Nel menu spiccano le Casarecce al Sangiovese. Via de' Ginori 8 r, lamenagere.it

Gurdulù. Cocktail bar e ristorante sotto la guida dello chef Gabriele Andreoni; è l'indirizzo giusto dove provare piatti toscani con suggestioni balcaniche e sfiziose influenze spagnole. Via delle Caldaie 12 r, gurdulu.com

Il Borro Tuscan Bistro. Lo chef Andrea Campani esalta ingredienti biologici e selvaggina con cotture nel fieno e nelle foglie di castagno. Qui si può ordinare persino la starna o la pernice. Lungarno Acciaiuoli 80 r, ilborrotuscanbistro.it

DORMIRE

The St. Regis Firenze. In un palazzo originariamente progettato da Brunelleschi nel 1432, questo cinque stelle vanta 80 camere e 19 suite, il Winter Garden by Caino, noto ristorante stellato, e un lounge bar. Doppia da €550. Piazza Ognissanti 1, stregisflorence.com/it

Hotel Lungarno. Con una collezione di oltre 450 opere d'arte (molte di Picasso e Cocteau), l'hotel conta 63 camere vista Arno e Ponte Vecchio. Doppia da €360. Borgo San Jacopo 14, lungarnocollection.com

Four Seasons. Ricchi di affreschi e stucchi, i sontuosi volumi di due palazzi rinascimentali accolgono 116 camere e suite. Meta gourmet dell'hotel . Il Palagio, ristorante stellato dello chef Vito Mollica. Doppia da €725. Borgo Pinti 99, fourseasons.com

Hotel Savoy. Riaperto dopo un grande revamping, questo cinque stelle − che ora festeggia 125 anni − offre 80 camere e suite. Molto glam la lobby e il ristorante decorati con motivi della maison fiorentina Emilio Pucci. Doppia da €597. Piazza della Repubblica 7, roccofortehotels.com