La guglia d'acciaio della Torre UniCredit, in Piazza Gae Aulenti, fissa quella Maggiore del Duomo senza alcun antagonismo. È l'esempio più compiuto di quella simmetria edilizia tra preesistente e nuovissimo, che è anche la perfetta metafora di Milano: metropoli di relazioni per antonomasia. Se la Fondazione Prada affaccia sul vecchio Scalo Romana (in corso un megaprogetto di riqualificazione), la sede della Feltrinelli è in armoniosa corrispondenza con i caselli di Porta Nuova, lì dove in un futuro prossimo sorgeranno pure l'ADI Design Museum e il Museo Nazionale della Resistenza.

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Il Duomo, realizzato in marmo di Candoglia, si staglia contro il cielo limpido, con l’iconica Madonnina in rame dorato svettante sulla Guglia Maggiore. Al centro della piazza, il monumento equestre in bronzo dedicato a Vittorio Emanuele II, di Ettore Rosa, 1896.

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La struttura al neon, di Lucio Fontana, nel Museo del Novecento.

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Il palazzo di Uniqlo, brand made in Japan.

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L’artista Alice Ronchi.
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Una sala della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

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Un particolare della Fondazione Prada.
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Un atrio della Ca’ Brutta.

Gli architetti fautori della rivoluzione urbanistica, da Herzog & de Meuron a Libeskind, fino ai giapponesi Sejima e Nishizawa dello studio Sanaa, compongono un illustre pool cosmopolita mosso da profondo rispetto per i loro predecessori – Ponti, Muzio, Portaluppi – e non hanno tradito il Dna del capoluogo: la composta eleganza borghese, rivitalizzata attraverso i codici della contemporaneità. Dopo anni eccitanti in cui i big planetari sono arrivati a colonizzare edifici scintillanti (Amazon, Google, Microsoft), la postemergenza Covid avvia un'ulteriore fase. La città salotto riparte attingendo dalle proprie energie, ma si muove con passo più felpato. Un ossimoro si fa realtà: intima collettività.

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Statua di Mercurio (a destra) con una ottocentesca in stile erotico, galleria centrale di Ponente, Cimitero Monumentale.


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Il building di Grafton Architects, nel campus dell’Università Bocconi: sorto sull’ex area della Centrale del Latte, è ora completato dagli spazi progettati da Sanaa.


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La sequenza, di Fausto Melotti, simbolica soglia del Pirelli HangarBicocca.

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Lucille Ninivaggi e Giampaolo Gori di Roots, hair styling e tattoo shop.
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L’imprenditore del settore food & beverage Alessandro Longhin.


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Un’installazione alla Fondazione Prada.
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Uno scenografico elemento curvilineo caratterizza la sala al trentunesimo piano del Palazzo Pirelli: noto come il "Pirellone", è un progetto di Gio Ponti eretto tra il 1956 e il 1961. Lo spazio aereo in questa foto è stato oggetto nel 2008 di una radicale riqualificazione.

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La Galleria Vittorio Emanuele II con l’ottagono decorato e sormontato dalla cupola in ferro e vetro.

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La Torre Velasca vista dalle Terrazze del Duomo. L’edificio postmodernista anni Cinquanta, di BBPR, è il simbolo stesso della rinascita edilizia del Dopoguerra.

Aggregazione, creatività e buongusto restano le parole chiave, esercitate in una modalità diversa all'insegna di una maggiore lentezza e della fruizione di luoghi preziosi, fuori dagli eventi di massa. Si esplorano raffinati design store allestiti in appartamenti d'epoca – Dimoregallery, per esempio, prima a dettare la tendenza dello showroom/abitazione confidenziale e riservato – o si fa shopping nelle boutique oltre il canonico Quadrilatero della moda. È il caso di Antonioli, padrone di casa che guida gli ospiti tra le collezioni in un'affascinante ex officina ridisegnata da Vincenzo De Cotiis.

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Il complesso vetrato in Viale Monte Grappa: ospita su quindici piani gli uffici di Amazon.

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Claudio Antonioli nel fashion store che porta il suo nome.
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Il banco marmoreo del cocktail bar all’interno di Starbucks Reserve Roastery, in Cordusio.

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Vista del Naviglio Grande.


All'interno di un cortile segreto anni Trenta, poco oltre la Darsena, si trascorrono ore di appagante edonismo da Roots, spazio multifunzionale in cui si passa dal taglio di capelli ai tattoo e ai massaggi ritempranti. «Avanguardia di stile in un contesto dal sapore rétro», spiega l'hair stylist Giampaolo Gori. La socia Lucille Ninivaggi, tatuatrice con un trascorso da fashion designer, considera il negozio «un contenitore di passioni disparate che coinvolge tutto il quartiere». Il mondo dell'arte percorre una strada parallela all'imponente patrimonio delle istituzioni museali, ovvero «minuscole gallerie, concentrate soprattutto in zona NoLo, talvolta solo atelier personali che accolgono i visitatori», rivela Alice Ronchi, giovane scultrice. Coerentemente, la gastronomia esplora alternative. I ristoranti di altissimo livello snelliscono i menu, potenziando l'inventiva e promuovendo il zero waste, mentre si riscopre il piacere di mangiare all'aperto – tra parchi e dehors – e proliferano i locali easychic. «Tutto è possibile a Milano, capace di recepire con curiosità narrazioni inedite», è il parere di Alessandro Longhin, fondatore di format innovativi quali Botanical Club, Champagne Socialist e, da ultimo, Chihuahua Tacos, mexican bar che punta su tre carte vincenti della food experience e non solo: internazionalità, fantasia, divertimento.

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L’Osservatorio Prada in Galleria Vittorio Emanuele II è la costola della Fondazione omonima, con focus su fotografia e linguaggi visual. Qui, il frame di un video si riflette sulle vetrate che guardano le cupole, creando una suggestiva illusione ottica: come se l’arte sconfinasse nella città.