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Viaggio nello charme mediorientale di Lecce, la Firenze di Puglia

Una cascata di ornamenti e l’assolo cromatico della pietra in uno stile eterno, ispiratore dell’uomo moderno.

Di Elena Luraghi
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Le giornate si animano al tramonto, quando la luce calda e ipnotica attenua la propria energia, velando di riflessi color miele la pietra calcarea intrisa di sole. Pennellate pastose tratteggiano la superficie degli edifici e scandiscono i chiaroscuri, in un quadro di rara bellezza. «Se dovessi paragonare Lecce a un'altra realtà italiana, non cercherei nel Sud, bensì nella Val Padana, nel Veneto, nell'Emilia, in quei luoghi che già furono sede di un ducato o di un principato e in cui finisce di esaltarsi lo spirito di una cultura aristocratica», raccontava in Viaggio in Italia Guido Piovene, grande estimatore della città dopo averla visitata nel 1956.

L'allure nobile è il vero passe-partout nella "Firenze di Puglia". Lo respiri ovunque, nei vicoli dallo charme mediorientale, nel bagliore di androni e cortili, tra i giardini frondosi, all'interno delle residenze che testimoniano la stratificazione di epoche, dal Rinascimento all'Ottocento, fino all'apoteosi del Barocco, magnifica cifra stilistica dominante. Molti i palazzi gioiello: Famularo, Carrelli-Palombi (dalle incantevoli monofore a sesto acuto), Tamborino Cezzi, con le Stanze delle meraviglie – Wunderkammer di documenti e abiti d'epoca – e i saloni immortalati da Ferzan Ozpetek nei film Allacciate le cinture e Mine vaganti. La perfezione estetica si raggiunge nelle architetture sacre, effetto coreografico e propagandistico della Controriforma, che restituisce entusiasmo e joie de vivre dopo secoli di cupezza.

Così, nella chiesa medievale intitolata ai Santi Niccolò e Cataldo, la severità romanica si stempera sulla facciata ripensata nel Settecento da Giuseppe Cino. Nella Basilica di Santa Croce, summa del Barocco leccese, le linee intricate disegnano ghirlande, statue e sensuali cariatidi. In un sinfonico crescendo sfilano il portale maggiore (ricamato da colonne corinzie) e la trabeazione, dove figure grottesche convivono con animali fantastici/allegorici e i putti abbracciati ai simboli del potere religioso e temporale. Altrettanto imperdibile la vicina Cattedrale di Maria Santissima Assunta: firmata dall'architetto scultore Giuseppe Zimbalo, stupisce per il soffitto ligneo a lacunari intagliati, datato 1685, e domina lo slargo antistante (un salotto di soavità urbana), con il campanile a quattro ordini di piani convergenti nella cupola. Tutto in un monologo cromatico che invita ad alzare gli occhi a ogni passo.

La presenza costante di un patrimonio storico unico non frena tuttavia le spinte di metamorfosi. Se Ennio Capasa – il geniale fondatore di Costume National, nato nella regione e cresciuto professionalmente tra Otranto e Lecce – ha scelto di spostarsi al nord, a Milano, c'è chi ha compiuto il percorso inverso. È il caso di Lidiana Miotto, padovana trapiantata in questo angolo felice della Penisola. A lei va il merito di avere ideato, assieme al figlio progettista ora trasferitosi a New York, una miscela innovativa per il restauro della cartapesta: arte che vanta una scuola fin dal XVII-XVIII secolo e tuttora punto di riferimento per musei e atenei. Sono suoi la remise en forme del controsoffitto in papier-mâché della Chiesa di Santa Chiara, nonché il recupero dell'iconica Madonna con bambino di Jacopo Sansovino, proveniente dallo Szépmuvészeti Múzeum di Budapest.

La tradizione si rivitalizza nelle creazioni di altri interpreti; una di loro è Francesca Carallo, che partendo dal revamping dell'antico materiale cartaceo plasma lampade scultoree guarnite di frange, plissé e riccioli. «Il mio iter è insolito. Studiavo teatro di ricerca, ma a un certo punto ho sentito il bisogno di riscoprire le radici e mi sono iscritta a un corso di cartapesta.

Una folgorazione! Però ho tralasciato le statuine per puntare subito a un linguaggio materico e moderno. Infine, l'approdo alla Triennale di Milano, nel 2016, nel contesto di una mostra sul design femminile». L'amore per la terra natia fa proseliti anche in ambiti diversi, come testimonia l'inventiva dei giovani chef fautori della nouvelle vague gastronomica. Silvia Antonazzo e Marco Borelli hanno abbandonato una carriera avviata nella capitale per tornare in Salento e aprire il ristorante Primo, dove la cucina privilegia pesce, carni e verdure del territorio tradotte in inedite, sorprendenti delizie. Quanto ai fratelli Floriano e Giovanni Pellegrino, utilizzano prodotti classici per alchimie all'insegna del "glocal"; infinita la lista d'attesa nel loro locale Bros, strategicamente attiguo a Piazza Sant'Oronzo.

L'élite intellettuale si dà appuntamento al Caffè Cittadino davanti a un espresso speciale, con i chicchi più pregiati del globo importati e tostati sul posto. Tappa social è pure la Pescheria con Cottura, bistrot e bottega accanto al Teatro Politeama; quindi, al calare della notte, la movida si accende lungo le strade. E in pochi metri ecco comparire il castello normanno, la Chiesa di Santa Maria della Grazia, il Teatro Romano. Il clima dolce del Meridione accarezza le piazzette scenografiche: un piacere sublime semplicemente stare. E ammirare.

Carnet de voyage
In agenda: i luoghi più esclusivi, gli indirizzi del momento

Dormire

Mantatelurè
. Sei suite e due appartamenti in una dimora cinquecentesca con giardino. A colazione dolci handmade, sorbetti e un grande classico: il goloso pasticciotto. Doppia da €90. Via Vittorio dei Prioli 42, mantatelure.it

Vedere

Cattedrale di Maria Santissima Assunta. Nata sui resti di chiese preesistenti, oggi è in radiosa veste barocca, così come l'ha concepita l'architetto e scultore Giuseppe Zimbalo. Piazza Duomo, cattedraledilecce.it

Basilica di Santa Croce. Simbolo dello stile salentino, vanta una facciata iconica con colonna a fusto liscio e trabeazione ornata di figure e animali fantastici. Via Umberto I 3, infolecce.it

Tamborino Cezzi. Palazzo nobiliare dal gusto Neoclassico eclettico. Si visita assieme al parco Rococò e alla Wunderkammer. È anche hotel di charme. Via Guglielmo Paladini 50, rossopompeiano.com

Castello di Carlo V
. Appena restaurato, è il più grande maniero fortificato di Puglia: gallerie sotterranee, laboratori d'archeologia, mostre e il famoso Museo della Cartapesta, con le opere dei principali artisti locali. Viale XXV Luglio 23, castellocarlov.it

Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo. Situata fuori le mura, coniuga Barocco e rigore romanico. Voluta dal re normanno Tancredi d'Altavilla, deve al leccese Giuseppe Cino l'esuberanza decorativa. Via Cimitero, fondoambiente.it

Must - museo Storico Nell'ex Monastero di Santa Chiara, testimonianze storiche sulla città e (al piano terra) rassegne di fotografia e arte contemporanea. Permanente dedicata alle installazioni di Cosimo Carlucci. Via degli Ammirati 11, mustlecce.it

Mangiare

Bros. I fratelli Pellegrino partono dagli ottimi ingredienti locali per sperimentazioni estrose. Una proposta emblematica: pomodorini glassati con estratto di fiori e acqua di ricotta del Salento. Via Acaja 2, brosrestaurant.it

Primo. Silvia Antonazzo e Marco Borelli sono tornati un anno fa da Roma, per aprire nella loro terra questo ristorante di pesce. Pochi coperti e un'ottima carta dei vini. Via 47° Rgt. Fanteria 7, primorestaurant.it

Nazionale
. Stile "glocal" a tavola, cocktail strepitosi e bollicine al banco bar. Il must? Il Nazionale: limone, pompelmo rosa fresco, poi Grand Marnier e Tanqueray Number 10 Gin. Via 47° Rgt. Fanteria 5, nazionaleristorante.it

Le Quattro Spezierie. All'interno del Risorgimento Resort, ricette del territorio da gustare nel ristorante gourmet (specialità: agnolotti allo scorfano in guazzetto di mare) oppure nel roof garden. Via Augusto Imperatore 19, vestashotels.it

Comprare

Tonda Design. Dall'incontro di due artisti, Melinda Massaro e Tonio Pede, nasce questo shop/art gallery. Tutto, dalle lampade agli orologi, è realizzato dai migliori creativi di Puglia. Via Palmieri 20, tondadesign.it

Laboratorio cartapesta Riso. In vendita opere a soggetto sacro o profano, forgiate seguendo il metodo tradizionale: un'anima in filo di ferro, una fodera di paglia e spago; testa, mani e piedi in terracotta. Infine, la carta imbevuta di colla di farina. Via Vittorio Emanuele II 27, cartapestariso.it

Francesca Carallo. Salentina doc, nell'atelier showroom disegna arazzi e sculture luminose per hotel, abitazioni, spazi pubblici. Alcuni suoi pezzi sono stati selezionati dalla Triennale di Milano per una collettiva. Vico dei Pensini 1, francescacarallo.it

White 7. Boutique di tendenza per lo shopping griffato, made in Italy e internazionale. Borse, scarpe, profumi e tanti accessori, da Emporio Armani a Custo Barcelona e Chanel. È anche store online. Via Nazario Sauro, white7.it

Mumati Gioielli. Qui prendono vita bijoux raffinati, frutto di moderna ricerca e sapienza artigianale: bracciali in argento rosa e rutenio, borsette in bronzo, anelli con pietre naturali e collezioni dal tocco etnico. Via Guglielmo Oberdan 92/D, mumatigioielli.it

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Piazza Duomo con la cattedrale (in primo piano è inquadrato l'ingresso laterale). A sinistra, il campanile; a destra, il Palazzo del Seminario realizzato da Giuseppe Cino nel XVIII secolo e oggi Museo Diocesano di Arte Sacra; sullo sfondo si apre l'Episcopio (palazzo Vescovile).

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Il fascino antico del centro storico di Lecce, con il Teatro Romano riportato alla luce dagli scavi archeologici del 1929. Annesso, il museo voluto dalla Fondazione Memmo, con una ricca collezione di reperti.

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La cupola ellittica della Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo con l'affresco dell'Incoronazione e il Transito della Vergine.

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Il monumentale ingresso laterale della Cattedrale di Maria Santissima Assunta; al centro, sulla trabeazione, si innalza la statua di Sant'Oronzo, il patrono di Lecce.

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Il salone delle feste al piano nobile di Palazzo Famularo (XIV secolo, con molti rifacimenti successivi), scintillante d'oro. Mobili neoclassici e decori dell'Ottocento, come lo chandelier, di Ariosto Ammassari e Francesco De Matteis; rivestimenti a cura delle seterie di San Leucio, realizzati negli Anni 80.

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Progettato da Gabriele Riccardi a croce latina, l'interno a tre navate della Basilica di Santa Croce è scandito da colonne con capitelli, dove un fiore incornicia volti di apostoli. Questa architettura sacra è la massima espressione del Barocco leccese, tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVIII.

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Scorcio del salone di Palazzo Tamborino Cezzi, nel centro storico.

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La cantina verticale al ristorante Primo.

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Floriano Pellegrino, chef e proprietario di Bros in società con il fratello Giovanni.

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L'ingresso del resort Mantatelurè, in una dimora cinquecentesca.

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L'artista/designer Francesca Carallo.

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Il portale della Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo ricorda nell'epigrafe il conte di Lecce, Tancredi d'Altavilla, che la fece costruire.

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Veduta del giardino di Palazzo Tamborino Cezzi.

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Il cocktail bar del ristorante Nazionale.

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