La via Paolo Sarpi, arteria vitale della Chinatown milanese, vanta un primato: è di certo la strada della città dove è più piacevole camminare mangiando. Complice l’isola pedonale e l’energia del quartiere, negli ultimi anni la proposta street food si è ampliata gradualmente, dai ravioli ai bao (i panini cinesi) ai sushi burritos. Questi ultimi si acquistano nel piccolo locale Fusho (solo pochissimi posti a sedere), al civico 50 della strada, e sono un’interpretazione latina del sushi, o meglio del temaki, da un’idea nata a San Francisco nel 2011. Non un cono dunque, bensì la tipica forma cilindrica del burrito e ad avvolgere la farcitura non la tortilla, ma l’alga nori. A richiesta, sfoglie ottenute dalla soia.

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Daniela Delli

Dentro, un interessante varietà: il riso innanzitutto, a scelta tra nero, integrale o bianco, tutti di provenienza lombarda, quindi pesce o carne e salse fantasia. Delicate le proposte con il pesce, in diverse combinazioni: salmone crudo, avocado, insalata e salsa teriyaki, oppure gambero, daikon e salsa yakiniku, e ancora branzino, carote viola e salsa della casa; di sapore più deciso le farce alla carne, maiale o pollo fritto ad aria come da ultima tendenza. Addentare il sushi burrito è gesto voluttuoso, per merito pure della qualità dell’alga, non troppo sapida (come spesso accade), morbida e croccante assieme. Un “panino” che ammicca a molte tradizioni del mondo, cibo metropolitano per eccellenza, divertente nelle modalità, gustoso negli ingredienti. Da bere, birra Asahi o l’artigianale Owa, d'inverno anche una fumante zuppa di miso.

Fusho è l'ennesimo esempio di un trend imprenditoriale milanese: le partnership che sempre più frequentemente vedono coinvolti fecondi gruppi di lavoro interetnici. Qui i titolari sono quattro, tre di origine cinese e un italiano, tutti giovanissimi e già premiati dal successo visto che Fusho ha ora raddoppiato in via Plinio. A riprova che inventiva e dialogo sono le grandi risorse delle nuove generazione, nel settore ristorazione e oltre.