Nudi di donna dagli sguardi tormentati, talvolta enigmatici, pose insolite che invitano l'osservatore a una riflessione. Il mondo di Matteo Fieno (Fossano, 1981) ruota attorno alla narrazione di una femminilità sensuale, libera e moderna. Le sue tele sembrano solcate dai complessi sentimenti e stati d'animo che raccontano l'universo delle donne. Si va dalla gioia all'insicurezza sino a sconfinare nella determinazione, perché i soggetti ritratti vivono anche oltre la tela. Non a caso l'artista piemontese accompagna le sue opere con pensieri che raccontano emozioni e inquietudini. Questo il senso della sua collezione realizzata durante il lockdown: una serie di ventidue artwork corredate da un catalogo/diario su cui tratteggiare brevi racconti che fanno vibrare la tela come una corda di violino. Il risultato è un excursus per immagini che Matteo Fieno ha battezzato Quel pazzo 2020 declinato al femminile, dipinti dal fascino rétro nei quali cogliere riferimenti alla pittura di Gauguin, Matisse, Picasso, Cézanne e Modigliani. Non ultimo un sofisticato legame con il territorio e la Belle Epoque che - in passato - ha reso celebri altri artisti del Piemonte. Un esempio è il nudo The Priest's Housekeeper, ovvero la perpetua, figura tipica di queste terre. A dare carattere alle opere di Matteo Fieno è la tecnica mista in cui matita a carboncino, olio, acrilico, acquerello e pastello gessoso compongono un'autentica polifonia a colori. E le nuance usate sfoggiano un'inedita personalità perché un prodotto a base di gesso passato sulla tela - all'inizio della realizzazione del quadro - ne cambia la permeabilità. Per un effetto davvero insolito. matteofieno.it

matteo fienopinterest
Courtesy photo
Vintage Lightbox, 2020.
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The Map, 2020.

Info: l'artista è ora in mostra a Torino con Quel pazzo 2020 declinato al femminile nella Galleria This is not Torino, fino al 30 ottobre.