*Premessa d'uopo: questa è una storia raccolta e scritta da una nostra collega di Marie Claire Francia. Ma siamo sicuri che il problema non sia allarmante anche in Italia? Capiamo...

Più di tre milioni di francesi sono affetti da steatosi epatica non alcolica (NAFLD), cioè hanno un fegato troppo grasso, come quello delle oche da ingrasso del sud-ovest del nostro Paese. Questa patologia, dovuta al junk food, potrebbe diventare la prima causa di trapianto di fegato in pochi anni. Bere troppe bibite zuccherate e/o gassate e mangiare troppi grassi e zuccheri non solo ci fa ingrassare, ma sovraccarica anche il nostro fegato di trigliceridi. Le conseguenze? Un fegato grasso può provocare cirrosi o cancro, senza consumare nemmeno una goccia di vino o di whisky.

Secondo uno studio pubblicato nel 2015 sul Journal of Hepatology, una bibita gassata al giorno aumenta del 55% il rischio di sviluppare la steatosi epatica, la malattia cronica del fegato più comune tra i bambini. Secondo l'Associazione francese per gli studi sul fegato (AFEF) il 20% delle cirrosi non sarebbe, infatti, correlato né all'alcol né alle epatiti virali.

Cosa succede al corpo se si beve troppa Coca Cola?pinterest

Il numero di casi di steatosi epatica non alcolica è in costante aumento. Questa malattia è «strettamente correlata all'epidemia di diabete e obesità nei paesi sviluppati», afferma il dottor Christophe Bureau, epatologo presso l'ospedale CHU di Tolosa. Quando si assumono molti grassi e zuccheri, il fegato è sovraccarico. Di fronte a troppe riserve, questo organo trasforma l'eccesso di zucchero in un accumulo di lipidi ingrassando, arrivando a pesare a volte fino al 5% del peso corporeo, rispetto il 2% dello stato normale. «Questo fenomeno può portare a un'infiammazione cronica che può degenerare in fibrosi», spiega Bureau, e in pochi anni, si potrebbe sviluppare una cirrosi che potrebbe a sua volta trasformarsi in un cancro.

«Una cattiva dieta basata sul fast food, per esempio, può causare danni al fegato in soli sette giorni», afferma il dottor Michael Greger, autore di How not to die (in Italia è uscito con il titolo Sei quel che mangi, Baldini & Castoldi, 20 euro ndr).

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Il progressivo deterioramento del fegato avviene senza sintomi specifici. Solo delle analisi epatiche possono lanciare l'allarme: i valori della gamma GT nel sangue, le transaminasi e la fosfatasi alcalina rispecchiano lo stato di salute delle cellule epatiche. Quando si sviluppa una steatosi epatica non alcolica spesso è già troppo tardi. Al contrario, questa patologia è reversibile quando viene fatta una diagnosi precoce. Nelle persone obese, una perdita di peso dall'8 al 10% associata ad attività fisica migliora notevolmente la funzionalità epatica. Si cominciò a parlare di questa malattia quando il giornalista sportivo Pierre Menès rivelò di averne sofferto e dopo la morte del cantante George Michael, anche lui colpito da steatosi epatica non alcolica.

Non ci sono (ancora) cure per guarire da questa patologia. Solo uno stile di vita sano può prevenirla e invertire il suo corso se in fase iniziale. Per coccolare il vostro fegato, eliminate o limitate il più possibile il consumo di bevande zuccherate, pane bianco, pasta, biscotti e dolci soprattutto industriali che contengono additivi che il fegato dovrà poi eliminare. Riducete anche il consumo di caffè e tè. «La caffeina e la teina sono alcaloidi dannosi per il fegato, esattamente come la nicotina», consiglia Christian Brun, naturopata e autore di Nettoyer et drainer son foie naturellement (ed. Guy Trénadiel).

Da Marie Claire Francia