Se scegliere la propria posizione del parto e utilizzare tecniche come la respirazione e le vocalizzazioni per contrastare i dolori delle contrazioni e delle spinte sono ottime idee, pessime sono, per esempio, quelle di aspettare a oltranza il taglio del cordone o non chiedere aiuto a un esperto in caso di depressione post partum o violenza ostetrica, mentre è del tutto inutile mangiare la placenta dopo il parto. Non sono non è utile né benefico, ma è anche un dispendio di denaro. Un nuovo studio condotto nell'Università Nevada di Las Vegas e recentemente pubblicato sulla rivista Women and Birth, infatti, ha dimostrato che l'assunzione di capsule di placenta, in voga tra le celebrity, prime tra tutte Kim e Kourtney Kardashian e January Jones, abbia un effetto minimo o nullo sull'umore postpartum, sul legame materno o sull'affaticamento. In realtà anche uno studio precedente, condotto dalla Northwestern University e pubblicato sugli Archives of Women's Mental Health, non aveva rilevato alcun reale motivo per consigliare il consumo di placenta.

Cosa mangiare dopo il parto: cibi consigliati o da evitarepinterest
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La placentofagia materna, ovvero consumare la placenta sottoforma di pillola dopo avere partorito, è una tendenza sempre più diffusa nel Regno Unito, in Francia, in Germania, in Australia e negli Stati Uniti. Inoltre la sua pratica che anni fa era più comune in caso di nascita a casa, ora si sta diffondendo anche dopo le nascite in ospedale. I sostenitori della pratica che sostengono che se questa prassi è comune nei mammiferi in tutta la natura, molto probabilmente offre alcuni benefici anche alle madri umane dovranno però ricredersi. Lo studio, condotto dai ricercatori del Dipartimento di Antropologia e Scuola di Medicina dell'UNLV che ha coinvolto 12 donne che hanno assunto capsule di placenta e 15 che hanno assunto pillole placebo nelle settimane successive al parto, infatti, non ha riscontrato l'efficacia delle capsule di placenta nel promuovere alcun beneficio per la salute delle neo-mamme, ma solo piccoli cambiamenti nelle concentrazioni ormonali. A giugno i Centers for Desease Control and Prevention degli Stati Uniti, inoltre, hanno portato l'attenzione sul caso di un neonato che aveva contratto l'infezione da streptococco di tipo B dopo che la madre aveva consumato capsule di placenta contaminate da questa forma batterica. «È stata la prova che le capsule della placenta contaminate possono essere una fonte di infezione», dichiarò dopo l'accaduto Amos Grunebaum, ostetrico e ginecologo presso il New York-Presbyterian e Weill Cornell Medical Center di New York.

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Cosa dovrebbero, invece, mangiare le puerpere dopo il parto? Gli esperti concordano che, soprattutto se si allatta, bisogna bere molta acqua, fare colazioni nutrienti ed equilibrate, assumere carboidrati e proteine insieme per garantire il corretto equilibrio glicemico, sostenere il tono muscolare e preservare l’elasticità dei tessuti, fare il pieno di calcio e magnesio (formaggi, semi oleosi, uova...) e omega 3 (pesce azzurro, verdure a foglia larga, noci, mandorle...) che mantengono sane le membrane cellulari e «assumere per tre mesi dopo il parto gli integratori di ferro, minerale indispensabile per prevenire l'anemia, stimolare i globuli rossi e la funzionalità del cervello», spiega la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica del San Raffaele Resnati di Milano. Fare, invece, attenzione ad alimenti potenzialmente allergizzanti come arachidi, crostacei, molluschi, fragole, selvaggina, dadi da brodo, cibi conservati e formaggi molto fermentati.