Zucchero, dammi dello zucchero. Possibilmente scuro, aggiungerebbe oggi l’alieno ipoglicemico del film cult Men in Black, perché nel 1997 (quando è uscito) non eravamo ancora così addicted allo zucchero di canna e al suo spirito libero. Addicted, sì: non a caso anche una qualità di eroina si chiama Brown Sugar, come una famosa canzone dei Rolling Stone dal testo shock. Per noi lo zucchero di canna grezzo e lo zucchero di canna integrale sono gli alleati che non conosciamo ancora abbastanza, ma di cui abbiamo avuto una buona impressione si dall’inizio, tanto da preferirli allo zucchero bianco ottenuto per lo più dalle barbabietole. Ma quanto c’è di vero nelle leggende che circondano lo zucchero di canna? Proviamo ad analizzarne qualcuna.

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Intanto, la distinzione: lo zucchero di canna grezzo è quello che, pur apparendo ancora scuro, è raffinato quasi quanto quello bianco. Il colore deriva solo dai residui di melassa che è presente naturalmente nella pianta. A questa categoria appartengono la qualità Demerara e Golden Caster. Lo zucchero di canna integrale, invece, è meno lavorato, è più morbido e appiccicoso, meno cristallino, costa un po’ di più, si trova spesso sullo scaffale dei prodotti biologici ed equo solidali ed è identificato dai nomi Panela e Mascavo. È il più sano di tutti, con un piccolo dettaglio: è meno dolce, per cui c’è il rischio che per ottenere lo stesso sapore di quello bianco se ne usi di più. Per cui, è la qualità preferibile ma si deve usare senza barare.

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A questo punto ci chiediamo: lo zucchero di canna non fa ingrassare? Beh, non esageriamo. La stessa leggenda circondava il consumo del miele negli anni 80, epoca da cui è partito il salutismo. Tutti si chiedevano come mai la dieta andasse a rilento nonostante avessero sostituito lo zucchero col miele, e poi si prendevano la briga di controllare le tabelle per scoprire che il miele ha 304 calorie per 100 gr, contro le 392 dello zucchero comune. Meno, ma non molto meno. Tenete conto, quindi, che lo zucchero di canna grezzo fa 370 calorie per 100 gr. Molto meglio lo zucchero di canna integrale, che ne fa 275.

Esiste un tipo di zucchero di canna finto, contraffatto e tossico? Per fortuna è una fake news, ma che ha attecchito bene. Tutto è cominciato un paio di anni fa da un video virale in cui si dimostrava che una bustina di zucchero del bar, frantumato in un pestello, diventa bianco. Una prova, secondo l’autore, che si trattava di zucchero bianco qualsiasi, trattato con sostanze chimiche. La verità sta nel mezzo ed è molto meno nociva di quanto si creda. Quando lo zucchero diventa bianco pestandolo, vuol dire che è quello di canna grezzo al quale è stata aggiunta un po’ di melassa innocua per non impallidirlo troppo. Esiste però un colorante, l’E150c, o caramello ammoniacale, che non è considerato esattamente un toccasana e che può essere aggiunto allo zucchero di canna da produttori senza scrupoli, ma anche in tanti altri prodotti dolciari. Basta controllare la lista degli ingredienti e scartare quelli dove è presente.

Ma quindi, lo zucchero di canna proprietà ne ha o no? Zucchero di canna o bianco? Vale la pena di sostituirlo definitivamente allo zucchero bianco? Pare di sì. Rispetto a quello bianco contiene ferro, calcio, potassio e magnesio. Infatti, se consumato con il tè allo zenzero, aiuta a sopportare i dolori mestruali. È un ottimo scrub per cosmetici fatti in casa, pare aiuti le madri a riprendersi prima dalla fatica del parto, aiuta ad assorbire i gas intestinali, e un bicchiere d’acqua tiepida con zucchero di canna è persino un rimedio di emergenza (non sostitutivo dei farmaci, attenzione) contro un attacco d’asma in attesa di soccorso. Verdetto finale: sì, possiamo affidarci allo zucchero di canna integrale, facendone buon uso. Sicuramente dolcissimo.