Sacra triade nocciola-pistacchio-cioccolato, al massimo la crema che serve per capire se davvero il gelato artigianale è valido, bye bye: il nuovo gelato re di Instagram e dei gusti strambi è l’halo-halo, un antichissimo dessert che viene dalle Filippine. Il suo nome è già parte del suo sapore: significa mix-mix in tagalog. Mescola-mescola tutto, senza ritegno. Ma la sua particolarità è che non è un gelato classico a base di panna, latte, zucchero e frutti (sul il gelato salato apriamo un altro capitolo spinosissimo). La base dell’halo-halo si ottiene con i fagioli rossi e bianchi e il latte condensato, mescolati a vari frutti a seconda del gusto e delle necessità. Immancabile il cocco, che aiuta ad addensarlo. E anche i tuberi come le patate viola, per esempio, che danno quel colore così instagrammabile, così Pantone 2018, un Ultraviolet dalla sfumatura perfetta. Il tutto sovrastato da una grattugiata di ghiaccio che lo fa somigliare ad una granita. Ma non lo è, anche se per i palati del centro-sud Italia è il parallelo più facile. I fan più precisi sostengono che con le lamelle sottilissime di ghiaccio, quasi una nuvola di cristalli, l’halo-halo sia ancora più buono.

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Questo è lo sfizio consolatorio più famoso del Paese, elevato da Instagram a monumento nazionale moltiplicato dai social in vari paesi del mondo. Eppure la sua origine risale addirittura agli anni 20 del 900, sulla falsariga di un altro celebre dessert giapponese, il mitsumame, che si prepara con l’agar-agar (alga addensante alleata fondamentale dei dessert vegani). Chi assaggia e ama l’halo-halo, come hanno raccontato diverse volte sul sul New York Times, non riesce a rinunciare all’esplosione di sapori e consistenze della sua composizione. Prepararlo in casa non è difficile, di ricette dell’halo-halo se ne trovano una marea, anche se naturalmente con le offerte di mercato europee è difficile replicare certi sapori, in mancanza di materie prime. Gli americani, così avvezzi a semplificarsi la vita, lo chiamano anche Filipino sundae, tipo i coni e gelati industriali ben diversi.

E invece non c’è nulla di più lontano dal concetto di industriale come l’halo-halo filippino, esportato in tutto il mondo dalle comunità filippine sparse tra i continenti. L’halo-halo è immancabile contro il caldo, rinfresca e disseta, apporta sali minerali e quel tocco dolce di peccato di gola che non si rifiuta mai, nemmeno quando si è a dieta. Ogni cucchiaio di halo-halo è diverso. Ogni boccone di cristalli di ghiaccio e frutta, tuberi dolci e verdure morbide frullate una poesia a sé. Da ripetere. Halo-halo, appunto. Ma non fatevi sentire dai linguisti filippini: per loro questo nome è un errore, quello corretto è haluhalo. Ma contro le onomatopee, solitamente, c'è poco da fare.