La carta dei vini: bollicine, bianco, rosso, rosé. Finora. La dicitura vino verde è usata in Portogallo ma è solo un modo di dire. Il vino blu invece esiste. Blue is the warmest colour e d’ora in avanti sarà anche il colore di un calice che ordineremo al bar? Modificare ordinazione grazie, “Mi versi un blu”. Svenimenti in arrivo tra i sommelier, forse, ma il vino blu è realtà: un’azienda vitivinicola dell’Almeria, regione spagnola nota per la produzione di ottimi vini, ha messo a punto un particolare processo di vinificazione il cui risultato è quello di rendere il vino blu. Esatto, blu cristallino, blu mare, blu cobalto come il blue curaçao dei vecchissimi Angelo Azzurro che si sorbivano nei primi anni 90 come creatività pazza della mixology di allora. Quella sfumatura precisa. Blu piscina. Il vino blu spagnolo a quanto pare è il risultato semplicissimo del mosto bianco a macerare sulle bucce di uva rossa, passaggio che conferirebbe al vino la sua particolare sfumatura blu acqua di Sardegna PARDON Spagna. “Il suo elegante colore blu è dovuto al pigmento naturale che si trova nelle bucce dell’uva, l’antocianina” spiegano dall’azienda.

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I produttori del vino blu Vindigo, questo il nome, sono stati ispirati dall’imprenditore francese René Le Bail come si legge in un comunicato stampa, e giurano che il sapore del vino blu abbia sentori di ciliegia, lampone e frutto della passione, quindi particolarmente fruttato. Ad accorgersi dell’inusuale bottiglia di vino (blu) sono stati anche i francesi, e da quando il vino è entrato in commercio timidamente nella città di Sète è andato addirittura sold out. Vino blu costo al dettaglio circa 12 euro a bottiglia, un prezzo assolutamente ragionevole. Sembra che l’azienda Vindigo stia pianificando comunque una piccola espansione nel difficile mercato francese. Se voleste comprare il vino blu Italia, rivolgetevi online perché dall'azienda assicurano di spedire in tutta Europa.

Vino blu in bicchiere al prossimo aperitivo con gli amici? I francesi, per ora, ci vanno cauti e sono molto scettici. Véronique Cheynier, direttore della ricerca dell’Istituto Nazionale per le Ricerche Agricole francese, è particolarmente attenta ai grandi proclami: “Non vedo come l’antocianina possa rendere questo vino blu, questi pigmenti sono presenti in quantità minime nelle bucce” ha dichiarato la ricercatrice alla rivista Sciences et Avenir ripresa dal Telegraph. Il vino colore blu, chimicamente parlando, potrebbe essere ottenuto e mantenuto solo tenendo molto basso il pH del mosto in fermentazione, ma il rischio è a) che il vino sia microbiologicamente instabile, b) che il sapore sia davvero terribile. E a dare manforte allo scetticismo c’è anche la metodologia descritta dai produttori: aggiungere bucce rosse al vino bianco è illegale.

Non è la prima volta che si provi a creare il vino blu, tentando di addomesticare nel mangia&bevi uno dei colori più difficili da avere nel piatto (cavolo viola permettendo): già nel 2016 un’altra compagnia spagnola, la Gik, aveva messo sul mercato un vino di colore blu vivissimo da un blend di uva rossa e bianca con aggiunta di antociani e di indigotina, un colorante sintetico già usato nell'industria (tipo per le caramelle). Ma lo stop sull'uso del nome "vino blu" da parte del del governo spagnolo assieme all’Unione Europea era arrivato presto. In base a quanto scritto nel disciplinare europeo sulla vinificazione quello non poteva essere definito vino e sopratutto non era indicata la presenza dell’indigotina, identificata in etichetta con la sigla E132. Nemmeno una petizione online aveva potuto aiutare i produttori a imporsi per ottenere una categoria apposita per il vino blu. “Altre bevande alcoliche”, gli era stato imposto. Stessa sorte per altri vini blu entrati in commercio, come il vino blu Alcantara (nome completo Marques de Alcantara Blue Chardonnay) o il prosecco blu che hanno debuttato lo scorso anno un po' in sordina. Il nuovo vino blu riuscirà nell’intento di sbrogliare la matassa burocratica?