Il digiuno è diventato un rimedio fatto e finito. Lo si segue per rigenerare l'organismo, migliorare la voce, curare l'asma... Ma è davvero sicuro? Storia di un metodo da sempre contestato.

In un periodo in cui il detox, le cure del silenzio e della disconnessione si stanno imponendo come vere e proprie terapie, il digiuno idrico (a base di acqua, succo di frutta, tisane e brodo) fa parlare di sé.

E non se ne meraviglia Eric Roux, portavoce dell'Osservatorio delle cucine popolari: "Esiste oggi una re-ritualizzazione del piatto che, sicuramente, può assumere forme molto modaiole, ma risponde a un effetto di equilibrio che è sempre stato osservato nella storia", spiega.

Nella tradizione cattolica, per esempio, il carnevale (periodo di eccessi) precede la quaresima. Sotto le varie tendenze alimentari che si sono imposte negli ultimi tempi e che riflettono legittime preoccupazioni (per esempio, ridurre il consumo di carne) si può leggere l'espressione inconscia di un tratto culturale ancestrale. Inoltre, dal momento che possiamo trovare tutto in abbondanza e fuori stagione, abbiamo bisogno, per reazione, di creare restrizioni e riti per prendere coscienza di ciò cui dovremmo o meno avere accesso".

Restaurant, Table, Room, Furniture, Coffeehouse, House, Building, Architecture, Window, Interior design, pinterest
Unsplash (Elliott Stallion)

Chi segue il "digiuno"? In Francia, i convertiti oggi risponderebbero a un profilo sociologico specifico, identificato da Jean-François Barbier-Bouvet nel 2010, grazie al sondaggio Jeûner aujourd'hui, une pratique personnelle et spirituelle (Il digiuno oggi, una pratica personale e spirituale) condotto su 500 frequentatori del digiuno. Un pubblico maturo (tra i 45 e i 60 anni), per lo più donne (71%) e con un'istruzione superiore (80%). Un target che, lungi dal fare penitenza indossando sandali da pellegrino, si considera bon vivant nel resto dell'anno.

Se questa inflazione di convertiti non deve nulla ai medici francesi (riluttanti sull'argomento), deve molto ai ricercatori tedeschi. In Germania, infatti, il digiuno è rimborsato dalla Sicurezza Sociale e viene praticato negli ospedali pubblici. Questo Paese, infatti, ha svolto un ruolo importante nella storia caotica della legittimazione del digiuno come vera e propria terapia.

Ma quali sono le origini del digiuno? Risalgono alla fine del XIX secolo. Nel 1880, il medico americano Henry S. Tanner affrontò la sfida di digiunare per 40 giorni e divenne famoso negli Stati Uniti. Pochi anni dopo, il collega Edward Hooker Dewey pubblicò una ricerca sull'argomento, trovandosi di fronte alla riluttanza della professione medica. In quel periodo il digiuno era ancora legato a diktat spirituali e religiosi.

Infatti, in diverse civiltà, dall'Islam allo Shintoismo, si ritrovano regole relative all'alimentazione che prescrivono ai credenti una rinuncia, limitata nel tempo, al cibo. La purificazione dell'anima, la penitenza, la depurazione, l'illuminazione spirituale o la redenzione sono l'essenza del digiuno. L'ascetismo è antico quanto il mondo, ricorda Odon Vallet, specializzato nelle religioni del mondo: "Era praticato già nell'antica Grecia, e forse ancora di più nel mondo indiano, nella civiltà dell'Indo, poi confluì nello yoga indiano". Difficile laicizzare la pratica.

Nella Germania negli anni '20 il digiuno riceve l'interesse del dottor Buchinger che si dedicherà allo studio dell'igiene e dei poteri dell'auto-guarigione della fisiologia. Negli anni '50, lo psichiatra russo Yuri Nicolaev farà degli esperimenti (si scopre per esempio che i pinguini sono dei professionisti del digiuno) che porteranno nell'Unione Sovietica degli anni '80 all'integrazione del digiuno.

Studi che, come ricordano i documentaristi Thierry de Lestrade e Sylvie Gilman, non sono mai stati tradotti durante la Guerra Fredda e ancora oggi sono abbandonati negli scantinati dell'Accademia delle scienze in Russia.

In Francia si è dovuto aspettare la diffusione del loro documentario Le jeûne, une nouvelle thérapie (Il digiuno, una nuova terapia), nel 2011, perché un vasto pubblico ne scoprisse le virtù spiegate in modo scientifico e razionale e non più spirituale e religioso. Si scopre, per esempio, che il digiuno è indicato per chiunque desideri rigenerare il proprio organismo, soprattutto se sceglie, per il resto dell'anno, un regime alimentare completo.

Ma che è anche raccomandato agli asmatici, ai diabetici, alle persone che soffrono di artrite o ai malati di cancro trattati con chemioterapia. "Il successo del documentario era inaspettato e insperato", afferma Thierry de Lestrade. "Rispondeva a una forte domanda: trovare un rapporto nuovo con il corpo, con la cura, con l'invecchiamento, con le malattie croniche".

Se la pratica del digiuno in genere non è da considerarsi pericolosa in una struttura medica (ma non ne esiste nessuna in Francia), fuori da essa può essere al contrario molto rischiosa.

A parte una certa sensazione di fame, il digiuno può causare mal di testa, vertigini e malessere generale. Secondo uno studio condotto nel 2014 dall'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (Inserm) "dopo due settimane, può portare ad anemia da carenza di ferro, infiammazioni e fibrosi a livello epatico e a una degradazione del tessuto osseo. Il rischio più grave associato al digiuno è quello della comparsa di aritmie cardiache che possono in alcuni casi portare alla morte". Deve essere evitato dalle donne incinte, dai bambini, dagli adolescenti, dagli anziani e dagli sportivi.

Nel 2015, il professor Valter Longo, direttore dell'Istituto sulla Longevità all'USC (University of Southern California) ha pubblicato uno studio che dimostra gli effetti, sugli animali, della restrizione calorica sul morbo d'Alzheimer e su alcuni cancri (i tumori si riducono del 45%). "La mentalità si sta lentamente aprendo in Francia, nella professione medica, ma viene sempre da iniziative individuali di medici che entrano in contatto con me e che si rendono conto che l'unico modo per formarsi è andare in Germania", prosegue Thierry de Lestrade. Per quello che riguarda l'ordine dei medici: riluttanza assoluta. L'Accademia di medicina ha anche pubblicato, con la firma di Jean-Marie Bourre, un articolo contro il digiuno su Le Figaro nel 2013 subito dopo la pubblicazione del mio libro".

Lo scetticismo si basa in particolare sulla mancanza di dati sugli effetti a lungo termine della dieta. L'Inserm mostra che per "la pratica del digiuno sotto controllo medico non ci sono a oggi studi scientifici sufficientemente numerosi e rigorosi che permettano di affermare con certezza la sua efficacia terapeutica o preventiva".

DaMarie Claire FR