Natale è una festa di regali, generosità, riflessione e di affetti familiari, ma costellata di peccati di gola, su questo non possiamo che essere tutti d’accordo. E una delle mille delizie che sulla tavola non manca mai (MAI) sono i datteri ripieni. Beato chi riesce a trovare la tipologia di datteri medjoul, cosa un filo difficile, ma non impossibile, perché il sapore dei datteri freschi è un’esperienza sensoriale non da poco. Mangiare datteri è ormai una tradizione di Natale quasi come mangiare lenticchie a Capodanno, quasi come se fossero anche loro dei porte bonheur. Secondo la leggenda, la Madonna spossata per il viaggio, poco prima di partorire si è poggiata a una palma da cui sono caduti tre datteri che ha mangiato subito, recuperando le forze. Secondo alcuni è nata da questa storia la consuetudine di mangiare datteri a Natale, anche se in realtà gli antichi romani li importavano già da tempo e gli imperatori li consumavano molto volentieri, è quindi più probabile che si portino da millenni la reputazione di leccornia speciale. Eppure, fra torroni che si incollano ai denti, panettoni e pandori che vanno giù che è una meraviglia con lo spumante, panforti, frutta secca, varie ed eventuali, abbiamo sempre avuto la sensazione che il dattero facesse parte di una categoria a sé, che i datteri proprietà nutritive ne avessero, nascoste da qualche parte, e che fossero un cibo quasi prezioso, quasi mistico. Quanto ci dobbiamo fidare del nostro istinto? Proviamo a capirlo, perché spesso ascoltare il nostro corpo è una buona idea.

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Photo Ella Olsson/Unsplash

Quello che bisogna subito mettere in chiaro è che i datteri calorie ne hanno molte, circa 300 per ogni 100 grammi. Ma poiché la maggior parte del loro peso è costituito dal nocciolo, difficilmente ci riuscirà di mangiare mai 100 grammi di datteri in un colpo solo. I datteri, lo sappiamo tutti, vengono dal Medioriente dove si consumano praticamente da sempre e sono considerati un alimento importante. Non c’era ancora bisogno dell'avvento dei nutrizionisti per capire che un dattero riusciva a dare energia e a far stare meglio le persone debilitate per le malattie. Proprio per queste proprietà rinvigorenti, in alcune civiltà il dattero era considerato anche un potente afrodisiaco con la capacità di aumentare la fertilità. Ovviamente, niente di questo è vero, se non che una persona priva di forze e debilitata difficilmente può sostenere performance erotiche soddisfacenti, o concepire facilmente, per cui tutto va rapportato alle realtà di un tempo.

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Erol Ahmed su Unsplash

Ma tornando ai nostri tempi, perché sempre più nutrizionisti stanno definendo i datteri come cibo funzionale, praticamente un superfood? Perché al di là del sapore fantastico, e delle dita appiccicose che restano dopo averli presi tra le dita per portarli alla bocca, i datteri SONO effettivamente un superfood. Contengono una quantità impressionante di minerali, vitamine, fibre (circa 7 grammi ogni 100) e livelli altissimi di selenio (antiossidante), rame, potassio, magnesio, e anche un po’ di manganese, ferro, fosforo e calcio. Tutto questo deve farci riflettere su quanto sia un peccato consumare datteri quasi esclusivamente a Natale. Un dattero, invece è un ottima ricarica di energia dopo una performance sportiva intesa, soprattutto per i bambini. Ma ci sono altre importanti proprietà dei datteri da tenere a mente. Sono infatti utilissimi a chi soffre di intestino pigro, e grazie all’alto contenuto di fibre non hanno un indice glicemico alto perché queste rallentano l’assorbimento dei suoi zuccheri. Se vogliamo limitare le calorie di Natale (e comunque c’è anche un dieta di Natale), dovendo scegliere un frutto secco, i datteri sono da preferire perché hanno anche un altissima percentuale di antiossidanti, dai flavonoidi ai carotenoidi, che durante le abbuffate di zuccheri non guastano. Ma un consumo regolare nel resto dell’anno (senza esagerare, come sempre) aiuta anche a tenere lontane le malattie neurodegenerative e a mantenere sveglia la mente: pensate che i topini da laboratorio nella cui dieta sono stati aggiunti i datteri sono stati più bravi nel risolvere i rompicapi che nascondevano cibo o che permettevano l’uscita da una trappola. Se vogliamo diventare geni del problem solving, quindi, ricordiamo di continuare a mangiare, ogni tanto un bel dattero alternato al nostro cubetto di cioccolato amaro, alle nostre noci e alle nostre mandorle, ai nostri funghi funzionali e ai nostri broccoli. Perché il superfood non sarà mai abbastanza.