L’Osteria Francescana di Massimo Bottura non potrà più essere il miglior ristorante del mondo. Fermi, non insorgete, c'è dell'altro. Anche il Fat Duck di Heston Blumenthal, il Noma di René Redzepi, El Celler de Can Roca dei Roca Brothers, The French Laundry di Thomas Keller e l’Eleven Madison Park di Daniel Humm non potranno più competere nella classifica World’s 50 Best 2019 (e 2020, e 2021... eccetera eccetera). Stop. Fine dei giochi? No, modifica del regolamento proprio per continuare a giocare con ancora più divertimento. La decisione è stata annunciata con un comunicato rilasciato dai capi supremi dell’ambita classifica, Hélène Pietrini e William Drew. In attesa delle nuove proclamazioni che si terranno a Singapore (la data non è stata ancora resa pubblica), la World's 50 Best Restaurants cambia le regole e i criteri di valutazione per rendere le votazioni ancora più trasparenti, aperte e dimostrative della varietà dei grandi ristoranti del mondo (e degli chef alle loro guide).

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La prima modifica è la hall of fame dei ristoranti che si sono classificati primi nel corso degli anni e che non verranno più conteggiati nelle classifiche World’s 50 Best da quest'anno in poi. In pratica i vincitori dei primi 17 anni di 50 Best sono ufficialmente fuori competizione e d’ora in avanti ogni vincitore sarà automaticamente escluso dalla classifica dall’anno successivo. Niente di preoccupante, anzi: i migliori chef al mondo e i loro ristoranti verranno iconizzati in una community di best of the best attraverso la quale si occuperanno di divulgazione del cibo, progetti speciali, #50Talks e quanto altro. Un modo per liberare spazio creativo alle novità, rendere più dinamiche le scalate, scoprire nuovi valorosi e giovani chef e non rischiare più l’effetto “soliti noti” ai vertici della classifica come è accaduto, giusto nelle ultime edizioni, tra René Redzepi, i fratelli Roca e Massimo Bottura. Proprio lo chef dell’Osteria Francescana, riporta Repubblica, aveva di recente sottolineato questo paradosso delle classifiche: “Se gli stessi ristoranti sono sempre al top, come può qualcuno che sta facendo un lavoro eccezionale avere l'attenzione di cui ha bisogno per ottenere il risultato che potenzialmente potrebbe raggiungere?”.

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Altra novità World's 50 Best riguarda il rinnovamento del panel dei giudici, che d’ora in poi verrà equamente suddiviso tra uomini e donne. Per la prima volta ci sarà una divisione 50 e 50, mantenendo le provenienze da 26 diverse regioni in tutto il mondo. Ogni area coinvolgerà 40 rappresentanti per un totale globale di più di 1000 esperti (giornalisti, chef, ristoratori, imprenditori) che esprimeranno le loro 10 preferenze cadauno, delle quali 4 dovranno essere necessariamente ristoranti (e non chef) fuori dalla loro area geografica. Un passo in avanti, almeno in giuria, per smarcare il premio dall’eterna predominanza maschile nei luoghi di potere. Per quanto riguarda invece la discussione attorno alla categoria World’s Best Female Chef vinta nel 2018 da Clare Smyth, e in passato ampiamente criticata per ghettizzazione proprio da una delle vincitrici più celebri, la chef francese Dominque Crenn, il riconoscimento rimane. Il passo sarà probabilmente fatto più avanti, ma al momento non è ancora possibile. “Capiamo che questo premio abbia i suoi critici e sono personalmente convinta di continuare con un dialogo aperto su questo tema” ha dichiarato non senza amarezza la direttrice della World’s 50 Best Hélène Pietrini. “Una volta che raggiungeremo un punto di genuina parità di genere nel settore della ristorazione, questa serie potrà essere sicuramente ritirata. Ma non siamo, sfortunatamente, a quel punto né nell’industria né nella società”.