Le collane di perle nere, se vere, sono una rarità. Gioielli esclusivi, unici nel loro genere. Lo stesso si può dire per singolari bottiglie di vino, specialmente se si tratta di champagne. Ancora di più, i due elementi assumono connotati esclusivi quando sono legati tra loro. E da un mistero, non ancora svelato. Oltrepassando idealmente i confini italiani verso ovest s’incontra la Francia. Terra, come l'Italia, ricca di fascino e territori meravigliosi ma, soprattutto, conosciuta per il suo retaggio enogastronomico. Tanto che come in Toscana, dove c’è la zona del Brunello di Montalcino e in Piemonte quella del Barolo, i cugini d’oltralpe possiedono la regione del Bordeaux come la rinomata Champagne, a centocinquanta chilometri a nord-est di Parigi, comprendente quattro dipartimenti: Aube, Ardenne, Alta Marna e Marna. Ed è in quest’ultimo, nel piccolo e grazioso comune di Chouilly, che sorge una delle più giovani aziende vinicole produttrici di bollicine: Nicolas Feuillatte. Un parigino visionario, amante del bere bene e sano grazie ai famigliari vignaioli. Prima di fondare la propria azienda assieme al fratello nel 1976 decide di volare negli Stati Uniti d’America e importarvi caffè africano oltre che la filosofia de l’art de vivre à la française, sposata alla perfezione. In quell’occasione fa conoscenza del bel mondo. Universo parallelo che non dimentica e porta con sé, non solo sotto forma di ricordo, nella Madre Patria. Frequenta i salotti della cultura europea e non: dai caffè ai ristoranti più popolari, passando per le sale da concerto e i teatri. E pare sia in una di queste serate all’opera che Feuillatte s’invaghisce di una famosissima soprano, la quale indossa una collana realizzata con perle nere. L’incontro dovrebbe essere avvenuto qualche tempo prima la fondazione del domain vinicolo, tuttavia lui non l’ha mai dimenticata. Tanto da dedicarle la bottiglia più prestigiosa della collezione: la speciale cuvée Palmes d’Or. Definita, ovviamente, “la diva”. Le annate migliori? Diciamolo subito: 1998 e quella del 2002 irripetibile. Non solo per il contenuto ma anche per l’involucro che lo protegge, ispirato alle rotondità delle famose perles noires.

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Il ritratto dell'amata. La prima da prendere in considerazione e farne un identikit è Maria Callas. Non solo perché è celebre la sua versione del canto Casta Diva della Norma di Bellini, da cui la leggenda e la storia potrebbero aver soprannominato lo champagne, ma anche per la sua passione indiscussa per le perle. Inoltre Callas muore nel 1977, un anno esatto dopo la fondazione dell’azienda di Feuillatte. Un messaggio d’amore indiretto alla donna greca più famosa al mondo? Può darsi. Tuttavia a Parigi bazzica un’altra grande cantante lirica: Renata Tebaldi. Come la Callas, anche la pesarese - grande interprete di Verdi e Puccini - frequentava certi ambienti. Amica di Salvador Dalì così come di Sonia Rykiel, con la quale riceve la Legion d’onor nel 1985, la cantante deve aver sicuramente incrociato lo sguardo o un flûte con l’aitante Nicolas, creatore - nota di cronaca - dello champagne più venduto di Francia e terzo al mondo. Ma in comune con l’amante di Onassis, Tebaldi ha una riverenza assoluta nei confronti dei monili, perle comprese. Indossate spesso a fili di tre. Un po’ come usa fare la Regina Elisabetta.

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Sofisticato, dalle note sottili e cremose, sostenute da aromi appena accennati che si uniscono in perfetta armonia. Non è il bel canto dei due soprani, ma la descrizione unanime del Palmes d’Or. Ideale per accompagnare cibi raffinati e per intrattenere, è amabile anche nella versione rosé. Quest'ultimo viene prodotto secondo il metodo saignée (approccio con il quale il vino riceve il colore rosa grazie alla macerazione delle bucce a bacca nera del Pinot nero o del Pinot Meunier o entrambi), è generoso e affascinante, specialmente se condiviso in buona compagnia. Il nome dato allo champagne però non fa pensare alla lirica ma al cinema. Quel mondo fino a poco tempo bidimensionale in cui scena dopo scena attori cercano di reinterpretare la realtà. Cantanti a parte (sebbene la Callas abbia avuto anche un percorso sul grande schermo con Pier Paolo Pasolini), alcuni ben informati sulle vicende romantiche di monsieur Feuillatte, ritengono che sia proprio un’attrice ad aver rubato il suo cuore. Magari dopo averlo incontrato al Festival Di Cannes, il cui simbolo e premio è proprio la palma d’oro. Pare accertato infatti che l’imprenditore agricolo, forte dei suoi contatti oltre oceano e non solo, frequentasse donne come Shirley Mac Laine, Lauren Bacall e l’italianissima Sophia Loren. Sarà stata l'intrepida Mac Laine, l'eterea Bacall o la sinuosa Loren? Il mistero s'infittisce, specialmente se si tratta di un trio ingioiellato il quale calca il tappeto rosso e la Croisette volta più volta meno. L'identikit, quindi, si fa complesso e vede aggiungersi nuovi dettagli insospettabili. Nicolas scompare nel 2014, a quasi novant’anni. Riesce quindi a stringere mani, sorrisi e rinfrescare i palati anche di donne di mondo ma lontane delle arti, sebbene le loro vicende siano di dominio pubblico: Lady Diana e Jackie ‘O su tutte. Due dive, non per scelta ma per il ruolo istituzionale che ricoprono nel corso della loro vita. Anche loro degustano le bollicine dell’autore della Palmes d’Or. E, alla stregua delle suddette, vantano collezioni di preziosi in perle (magari proprio delle collane nere) da fare invidia - si passi il motto di spirito - ai gioielli della corona. Dopo decenni dalla nascita del vino dedicato alla diva che colpisce con la sua voce, il suo sguardo, la sua interpretazione Nicolas Feuillatte, il mistero resta insoluto come la ricetta di uno champagne perfetto al quale, per renderlo tale, basta (forse) aggiungere la passione.

france   november 01  the opera garnier in paris, france in november, 1998  photo by xavier rossigamma rapho via getty imagespinterest
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