Pasqua è una festa felice per gli amanti del salato, sempre alla ricerca del sapido umami che sciolga remore in punta di lingua. Casatielli, tortani, torte pasqualine, un tripudio di lussu(ri)osi lievitati che accarezzano gli antesignani del brunch in chiave colazione pasquale, sono il perfetto contraltare di colombe, pastiere, scarcelle, agnelli di pasta di mandorle che innalzano la media del consumo di zuccheri pro capite. Di uova di Pasqua al cioccolato ne abbiamo piene le dispense, gli scaffali, i sogni. Ma l'uovo di Pasqua al formaggio, o meglio l'uovo di formaggio, è l'ultimo dei sogni proibiti di ogni palato che si rispetti. Il sunto gentile di valanghe di tradizioni dispersive che si incontrano in una rotondità evocativa, sotto la carta croccante di un azzurro gentile o di un giallo vivace, da cielo infinito di primavera che si posa su narcisi fioriti, si nasconde l'ultimo segreto di una certezza nuova.

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Non è un uovo. Ta-dah. Ingannevole è la forma più di ogni cosa. In un gioco di morfologie similari, di essenze trascese, di filosofie altissime, l'uovo di Pasqua di formaggio non è altro che vero formaggio. Prodotto dal Caseificio Artigiana di Putignano, nella Murgia, è il più identificativo, idolatrato prodotto caseario della tradizione pugliese: il caciocavallo. Inequivocabile rotondità di uovo, appeso con un robusto fiocco per lasciarlo stagionare il giusto tempo. Ventaglio di gusti, per essere precisi, di formaggi lavorati a mano: il caciocavallo affinato in grotta, al peperoncino, dolce, semipiccante, in vinaccia o il Caciocavallo Silano DOP con il marchio a fuoco che ne garantisce l'assoluta qualità. Con tanto di crossover festivo tra Pasqua e San Valentino con dediche d'amore Sei speciale come un caciocavallo. Un ritardo giustificato, l'amore deve maturare coi propri tempi. E nella primavera in boccio, arriva anche il momento di farsi un regalo.