Secondo la tradizione letteraria, il mito, dal greco mỳthos, è una narrazione di gesta compiute da dei o eroi. Una caratteristica essenziale di questo genere è che esso si sia diffuso oralmente prima di essere scritto, e che si perpetui nella tradizione di un popolo. In passato, sono mitiche le gesta di Achille, Ulisse, Enea, Orfeo e Uridice. Anche Dioniso, figlio di Zeus e Semele, semi-divinità di quel bien-être che fa rima con vino, gesta conviviali e opulenza. A esplorare questo mondo antico nell'arte della gioielleria contemporanea c’è una realtà storica del made in Italy: Gerardo Sacco. L’artista eponimo - poiché è sia designer che orafo e al contempo grande creativo - fa del proprio talento lo scopo della sua vita: disegnare monili unici. Dal 1963 a Crotone, dopo essersi specializzato alla Scuola d’Arte del Benvenuto Cellini di Valenza. A testimoniarlo è la figlia Viviana Sacco, entrata anche lei in quella che tempo fa viene definita un piccolo laboratorio artigianale, oggi realtà internazionale con diverse boutique flagship aperte in Italia, l’ultima a Milano all’inizio di quest’estate. “La nostra storia è unica nel suo genere, come quella del mito. Anche noi abbiamo costruito un’eredità molto forte. Lo raccontiamo attraverso i gioielli in chiave attuale e in ogni processo di produzione, dalla bozza in pdf sino al pezzo vero e proprio, creato con l'ausilio di una stampante 3D. Ci immaginiamo così la Grecia del futuro”.

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E chissà come narrerebbero la storia della maison gli oratori del passato. Certamente parlerebbero della collaborazione che il fondatore intrattiene per anni con i teatri - Franco Zeffirelli in particolare - la moda e il cinema. Del resto stilisti e attori sono di fatto divinità dei nostri tempi, le quali, in molti casi, hanno effettivamente due valori in comune: l’amore per il vino e i gioielli. A partire da Giorgio Armani, il cui amore per Pantelleria e il suo territorio lo portano a produrre il passito Oasi. La compianta Krizia, ovvero Mariuccia Mandelli, non realizzava vini ma amava degustarli. Nella sua wishlist erano imprescindibili il Nebbiolo, il Sassicaia e il grande Brunello di Montalcino. È risaputo che il regista e produttore Francis Ford Coppola abbia creato la sua winery di famiglia in California, il tempio della viticoltura americana. Lo segue a stretto giro la figlia Sofia, anche lei viticoltrice nella celebre Napa Valley. Per non parlare di Sting e la moglie Trudie Styler: la coppia si trasferisce infatti nel Chianti qualche anno fa per realizzare il suo personale tributo a Bacco. Rimanendo a Hollywood, nella terra degli angeli, incontriamo la più divina di tutte Liz Taylor. Tra le interpreti cinematografiche più note e apprezzate del secolo scorso, non solo per la bravura e bellezza ma anche per il suo modo di apprezzare le cose belle, vini e gemme preziose in primis. “Per l’Aida conobbi all’Hotel Plaza di Bari, lei: la bellissima Liz Taylor. Aveva gli occhi cangianti: viola, verdi, nocciola, mutavano in rapporto all’ambiente in cui si trovava. Per l’occasione aveva anche la pelle truccata scura, l’avrebbe voluta sempre così. Una dea”. Racconta nelle sue memorie Gerardo Sacco. “Comprò, dopo le riprese, tutti i gioielli di scena. Le chiesi cosa avrebbero potuto aggiungere ai tanti che già possedeva. La sua risposta mi sorprese: 'Qualcuno sostiene che io abbia le pietre più preziose della terra, ma i manufatti più belli sono certamente questi!'. Erano presenti numerosi giornalisti quando lo disse e quella frase fece il giro del mondo”. L’aneddoto lo porta nel cuore anche Viviana, la quale aggiunge che il rapporto con il mondo del cinema è tutt’oggi ricco di soddisfazioni: “Collaboriamo ancora con molte produzioni e fiction”.

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“Stiamo lavorando sulla maschera di Bacco, la lanceremo con l’estate. È simbolo di gioia, vitalità”, continua, raccontando il making of di una creazione inedita in grado di unire il mondo del vino con quello del mito alla perfezione. Inoltre, "nelle linee legate ai mesi, quella di settembre è dedicata sempre all’uva". E alla famiglia Sacco, la quale non s’ispira solo ai miti ma vi dedica un’intera collezione, quale nettare dionisiaco apprezza? “Il Grayasusi della famiglia di uno tra i più bravi chef stellati nostrani: la giovanissima Caterina Ceraudo. Non solo perché buono ma anche per via della grande ricerca di collegamenti con la Magna Grecia in grado di accomunarci”. E in effetti il suo carattere mediterraneo lo possiede questo vino, grazie al vitigno autoctono Gaglioppo con cui viene vendemmiato. E dal mondo del web si passa a quello della musica. Tra le cantanti più famose note per amare i vini pare ci sia Mariah Carey. Nella tournée del 2010 l’interprete di All I want for Christmas mette in lista solo still wines (vini fermi). Il bianco nient’altro che Chardonnay, sebbene non le interessi l’azienda vinicola di provenienza, mentre per il rosso è ferrea: solo Opus One prodotto da Mondavi Rothschild. Un Cabernet che il The Wine Advocate più noto al mondo Robert Parker definisce così: "Un glorioso profumo di carbone di legna, tartufo, ribes nero e spezie si sprigiona dal calice di questo nettare color viola porpora. La consistenza, la lunghezza e la ricchezza sono impressionanti”. Come notevole è la storia mitica dei gioielli Gerardo Sacco, nata come un piccolo sogno e diventata una stella luminosa grazie al coraggio del fondatore e, ora, di Viviana che racconta il suo esordio e il suo ruolo attuale spiegando che "le idee sono tutto nella vita. Chiaramente non tutte si realizzano, bisogna crearsele. Quando sono arrivata in azienda c’erano quattro persone perché era un laboratorio artigianale, ora siamo in tanti a lavorare, soprattutto donne”. E a loro sono da sempre dedicati i monili di Sacco. A loro e a tutte le divine, circondate da bellezza e da sensazioni dionisiache.