La storia del rum, da leggere baciando il bicchiere del miglior mojito du monde
Il distillato preferito da Ernest Hemingway è l'ingrediente principale dei drink esotici più famosi al mondo, dal Daiquiri al Mojito.
La leggenda vuole che tra le numerose scoperte di Cristoforo Colombo ci sia il rum. Pare infatti che, durante il suo secondo viaggio nelle Americhe nel 1493, l’esploratore abbia preso delle talee di canna da zucchero nelle Isole Canarie per farle trapiantare nei Caraibi. È quindi dalla nota pianta tropicale che si ottiene uno dei distillati alcolici più bevuti al mondo. Ma la storia consegna anche un altro racconto. Il rum come lo si conosce oggi, ovvero quello proveniente perlopiù dai Caraibi, ma anche da Sud America e dall'Africa, ha origini nell’antichità. Il suo archetipo è rintracciabile in Cina e in India. In Malesia viene chiamato brum e la sua vicenda è millenaria. È un altro italiano a definire la miscela un “ottimo vino di zucchero”, prodotto in Iran. A berlo è Marco Polo nel Trecento. Il rum moderno viene distillato per la prima volta in Inghilterra nel V secolo, per poi approdare sulla maggior parte delle isole caraibiche. Una delle prime è Barbados, la cui coltivazione di canna da zucchero è tra le più floride. Gli isolani definiscono la bevanda “kill devil”, ammazza diavolo, per via del fatto che per ottenerla si deve distillare la melassa della pianta, facendola quindi bollire. Da cui il verbo inglese to rumble, da cui sembra trovi origine il nome dell’acquavite. Non molto distante da Barbados c’è Cuba. L’isola della rivoluzione ospita due dei locali più famosi al mondo: El Floridita e la Bodeguita del Medio. La loro notorietà la devono allo scrittore che più di tutti ha saputo interpretare le incertezze del Novecento: Ernest Hemingway (1899-1961). L’autore originario dell’Illinois, la cui penna sublima le parole di romanzi come Il vecchio e il mare o Addio alle armi, è un grande bevitore, soprattutto dei migliori rum in circolazione. E quando si trova ospite sull’isola di Castro, passa la maggior parte del suo tempo a sorseggiare i suoi drink preferiti facendo spola tra i due bar. Al di là del dibattito su quale sia o meno l’origine del suo nome, il Daiquiri (178 calorie circa) è uno dei cocktail più bevuti al mondo. Lo stesso premio nobel per la letteratura ne va ghiotto. Forse per via della sua preparazione che è piuttosto semplice. Carrello alla mano ecco gli ingredienti: rum bianco (4,5 cl), lime (2,5 cl di succo) e sciroppo di zucchero di canna (1,5 cl) e, infine, il ghiaccio. Quest’ultimo è il primo da mettere nello shaker, seguito poi dagli altri. Shakerare per bene e mettere il tutto nella coppa da cocktail. That’s it. Quando Hemingway scopre di soffrire di diabete non cerca di rinunciare al suo drink preferito. Al contrario, chiede ai suoi barman di fare una modifica: sostituire la canna da zucchero con due ingredienti sempre dolci ma meno nocivi: il succo di pompelmo e il Maraschino, ovvero il liquore alla ciliegia. Nasce così quello che è comunemente noto come l’Hemingway Special. Un altro cocktail caro allo scrittore sempre a base di rum è il Mojito (170 calorie circa). Anche questa bevanda ha origine a Cuba, grazie all’intuito (e al palato) del corsaro britannico Francis Drake, che lo battezza come la “bevanda dei marinai”. La ricetta non è molto diversa da quella del Daiquiri, basta solo aggiungere la menta e la soda (o acqua gassata). In un tumbler (bicchiere dalla forma cilindrica leggermente svasata) si mettano le foglie di menta, zucchero di canna e succo di lime; poi aggiungere il ghiaccio, il rum e la soda. Mescolare e degustare. Lo scrittore americano lo beveva alla Bodeguita e gli piaceva con due rum diversi: uno chiaro e l’altro più scuro, invecchiato di almeno 7 anni. Mettersi alla prova con questi drink è il primo passo per diventare degli ospiti graditissimi. Ecco un vademecum sui 5 migliori rum trovati su Amazon. Cheers!
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